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l'intrepido di Gianni Amelio

5 settembre 2013 Recensioni 1 Commento
l'intrepido

01 Distribution, 5 Settembre 2013 – Tenue

Antonio Pane per mestiere fa il rimpiazzo a ore. In una Milano grigia e metropolitana, trascorre un’esistenza vivace adattandosi alle varie occorrenze e necessità. Tra un cantiere e un ristorante, trova anche il tempo per il figlio e una donna…


Antonio Albanese in l'intrepidoGianni Amelio in concorso alla 70ª edizione del festival cinematografico di Venezia, stavolta non conquista tutti. Il grande autore italiano che ci aveva abituati alle grandi emozioni de Il ladro di bambini, Lamerica e Così ridevano, leone d’oro come miglior film nel 1998, si presenta in maniera un po’ più dimessa con un film delicato e intelligente, ma senza troppe pretese. In particolar modo si concentra nello sviluppare un personaggio meraviglioso intorno alla personalità di un grande Antonio Albanese, che interpreta in maniera egregia, quest’uomo charlottiano dignitoso nello schivare il mondo del precariato, rimboccandosi le maniche e adoperandosi umilmente.

Livia Rossi in l'intrepidoAmelio ci tiene a fare di costui un «antieroe che emerge dal proprio eroismo quotidiano, non c’è cosa più coraggiosa per ogni uomo che alzarsi la mattina e darsi da fare per nobilitare la propria giornata» e Antonio Pane lo fa e forse fa anche troppo. In grado di calarsi in ogni ambito professionale, dimostra anche quanto sia mediocre una società come la nostra, che riduce a semplice “sostituto” un cittadino operoso come questo protagonista. L’unica occasione che ha per sistemarsi in maniera quasi definitiva prevede una cravatta al collo che sa tanto di cappio, che lo spinge a preferire addirittura l’Albania e la miniera.

Gabriele Rendina e Antonio Albanese in l'intrepidoMa questo non è un film che pretende di parlare dei problemi nel mondo del lavoro, anzi tutt’altro. Amelio si concentra di più su un incontro di generazioni, il rapporto tra padre e figlio – che è uno dei temi feticcio del regista e in maniera diversa già Colpire al cuore, Le chiavi di casa e a suo modo Il primo uomo avevano composto delle pagine importanti riguardo questo argomento, ora ne viene ampliato il raggio di azione. Quella di Antonio è una famiglia disgregata, di cui sono solo gli incontri saltuari con il figlio a ricondurlo al suo ruolo quasi marginale di padre. Il ragazzo, piuttosto, sembra prendersi cura di lui, cercando di sopperire alle mancanze economiche e domestiche del suo genitore. Ma il ruolo del nostro protagonista va davvero oltre quello del semplice capofamiglia, l’intento è quello di andare a colmare quell’impasse esistenziale in cui i giovani trentenni di quest’epoca sembrano essere intrappolati. Senza ombra di retorica e soprattutto senza manierismi didascalici, Amelio intende dare l’esempio di un uomo che ha ancora voglia di ascoltare e che ancor di più riesce a dare quella spinta incisiva per una nuova rinascita, verso quell’altrove che diventa motivazionale nel percorso di ognuno.

Antonio Albanese in l'intrepidoL’amore e la musica sono le uniche due divagazioni che tendono a rendere ancora più tenue il ritratto di quest’uomo quasi fumetto, infatti non a caso il titolo del film si riferisce proprio ad un giornalino illustrato nato negli anni 30 e pubblicato fino agli anni 90, dedicato ad avventure ed eroi.
L’incontro fortuito con la giovane donna che gli conquisterà il cuore è un’altra occasione per sostenere una generazione giunta, in alcuni casi, allo sfacelo definitivo. Nella musica Antonio decide di trovare la giusta cura per riequilibrare le paure di un figlio che sembra aver perso l’orientamento in questa giungla di disillusi. E il sassofono che Antonio si improvvisa a suonare nel finale, produce quella melodia che nessun accumulo di parole al mondo avrebbe mai potuto esprimere.


La locandina di l'intrepidoTitolo: l’intrepido
Regia: Gianni Amelio
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Davide Lantieri
Fotografia: Luca Bigazzi
Interpreti: Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Sandra Ceccarelli, Alfonso Santagata, Giuseppe Antignati, Gianluca Cesale, Fabio Zulli, Bedy Moratti, Fausto Rossi

Nazionalità: Italia, 2013
Durata: 1h. 44′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Soggetto interessante ma affossato da una brutta e noiosa sceneggiatura.
    Dialoghi senza mordente.
    Bella musica e bravo Albanese.

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