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"Zootropolis" di Rich Moore

4 marzo 2016 Recensioni 4 Commenti
Zootropolis

Walt Disney, 18 Febbraio 2016 – Antropomorfo

Una coniglietta di campagna riesce, per la prima volta, a diventare poliziotta a Zootropolis. Incaricata di fare multe per divieto di sosta, si ritrova ben presto coinvolta nel caso della sparizione di alcuni mammiferi ex predatori. Nelle indagini sarà sorprendentemente aiutata da una volpe…


Nick e Judy in ZootropolisC’è molta carne al fuoco, in Zootropolis, e non sempre i temi trattati sono immediati per i più piccini. Trattandosi di un film targato Disney la morale è evidente e importante, ma chi si aspetta un film dai contenuti fanciulleschi è fuori strada. Zootropolis parla di evoluzione verso un modello di società in cui tutti sono inclusi: chi si comporta in modo “istintivo”, ovvero violento, viene escluso e allontanato. Certo, i protagonisti sono animali, ma è evidente fin da subito che i problemi sono tipicamente umani e vicini sia ai bambini (il bullismo) sia agli adulti (i comportamenti antisociali). Il tema che fa più impressione veder trattato è la lotta per il potere e, per una volta, non sono i predatori aggressivi a essere i cattivi assetati di potere ma le masse, i più deboli.

Judy, Nick e Flash in una scena di ZootropolisCiò che risalta di più, però, è il sogno americano: «puoi diventare quello che vuoi» viene ripetuto più volte durante la proiezione, e la trasformazione di tutti i personaggi principali riprende proprio questo tema e la voglia (e l’occasione) di fare quello che si vuole della propria vita. I personaggi di Zootropolis hanno tutti una doppia faccia: dalla volpe Nick al bradipo Flash per arrivare alla coniglietta protagonista che è senza ombra di dubbio una “buona” e integerrima ma che commette anche lei errori e diventa, per un attimo, razzista. Ognuno di noi è naturalmente buono e cattivo allo stesso tempo: sono le scelte che facciamo che ci rendono ciò che siamo ed è forse la prima volta che questo concetto viene esplicitato così chiaramente in un cartone animato.

Judy e Nick in ZootropolisMuovendosi in una trama da poliziesco con alcuni (molto blandi) accenni di horror, Zootropolis procede veloce e senza incidenti come la macchina sportiva di Flash: del resto il motore che sta sotto il cofano è Disney ed è molto ben rodato. I tre registi/sceneggiatori non sono certo dei novellini del mondo dei cartoon: si muovono sicuri senza mai superare le barriere del genere e confezionando un film che i bambini apprezzeranno. Regia e sceneggiatura vanno a braccetto, l’una al servizio dell’altra riuscendo a passare con incredibile facilità dalla commedia al giallo senza sprecare mai un’idea, un’inquadratura e un personaggio. A supporto di tutto una grafica come sempre perfetta che raggiunge vette di meraviglia pura nei totali della città di Zootropolis.

Gazelle in ZootropolisDegno di nota il fatto che la casa di Topolino metta per la prima volta in bella mostra i nomi dei doppiatori italiani anziché quelli originali, sui titoli di coda. Tutti, tranne quello della giraffa Giselle che, in effetti, canta quasi sempre e lo fa con la voce, riconoscibilissima, di Shakira. E così, mentre scorrono i titoli di coda sulle note orecchiabili di “Try everything”, si esce dalla sala contenti e con una morale non banale in tasca.


La locandina di ZootropolisTitolo: Zootropolis (Zootopia)
Regia: Rich Moore (co-regia di Jared Bush)
Sceneggiatura: Jared Bush, Phil Johnston
Fotografia:
Doppiatori: Ilaria Latini, Alessandro Quarta, Roberto Fidecaro, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Letizia Scifoni, Luca Revelli, Paolo Ruffini, Alessandra Korompay, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Nicola Savino, Frank Matano, Diego Abatantuono, Leo Gullotta
Nazionalità: USA, 2015
Durata: 1h. 48′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    D’accordo con la recensione.
    Un buon film Disney dalle tematiche adulte (come tutti da quando Lasseter ha preso le redini della Casa).
    L’antagonista però è facilmente intuibile a chi è avvezzo già a film con certe tematiche e la sua rivelazione mi ha lasciato un pò di sconforto, proprio perchè dalla seconda volta che appare avevo quasi intuito fosse lei/lui.
    Carine alcune battute e personaggi che rimarrano ben impressi a fine proiezione (Flash).
    Grafica , come già espresso in recensione, magnifica.
    Doppiatori molto in parte tutti quanti.
    “Ralph Spaccatutto” però è un’altra cosa. Meglio comunque di “Frozen”.

    Ovviamente è un caso, data la sceneggiatura completamente diversa, ma per chi s’è lo ricorda, una soluzione di scrittura mi ha ricordato “We’re Back – 4 Dinosauri A New York”, cartone degli anni ’90 prodotto da Spielberg.

  2. Francesco ha detto:

    Pensa quanto è strano il cinema, Marco: ad entrambi è piaciuto questo film ma io ho adorato frozen (http://www.cinefile.biz/frozen-il-regno-di-ghiaccio-di-chris-buck-jennifer-lee) mentre ho trovato un po’ sottotono Ralph Spaccatutto (http://www.cinefile.biz/ralph-spaccatutto-di-rich-moore).

    Concordo con te sull’antagonista: io l’ho trovato simile, come dinamica, a quello di Big hero 6, però stiamo parlando di piccolezze.

  3. Marco ha detto:

    Rivisto e ricondivido il mio precedente commento, a cui aggiungo che oltre ad essere meglio di “Frozen” è di ancor lunga superiore a “Big Hero 6”.
    Fa, inoltre, piacere vedere come questo film d’animazione con sopracitate tematiche “inusuali” ma tremendamente attuali (ora più che mai) sia il quinto film d’animazione come incassi.
    I tempi sono, fortunatamente, cambiati.

    Albe una tua opinione a riguardo?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Mi era piaciuto, e in effetti ci sono situazioni abbastanza inusuali per un cartoni animato dedicato ai più piccoli. Poi Frozen non l’ho visto, ma Big Hero 6 è talmente brutto che non lo prenderei neanche in considerazione.

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