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"Zoran, il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto

31 ottobre 2013 Recensioni 4 Commenti
Zoran

Tucker Film, 31 Ottobre 2013 – Vivace

Paolo Bressan vive nei pressi di Gorizia. E’ scontroso e solo, e passa il suo tempo nella mensa per anziani dove lavora e nel locale di un suo amico a bere vino a dismisura. Il destino pone sulla sua strada Zoran, nipote sloveno di cui non conosceva nemmeno l’esistenza…


Giuseppe Battiston e Rok PrasnikarIl film di Matteo Oleotto, unico italiano in concorso alla Settimana internazionale della critica della 70ª edizione del Festival di Venezia, è una storia tutta friulana con dialetti, vino, trattoria, cibo tipico e goliardia. Il protagonista interpretato da Giuseppe Battiston, è simbolo di questa terra montana, un po’ sperduta nel nulla, lontana dai ritmi cittadini e da rapporti sociali troppo opprimenti. Il senso di libertà con cui Paolo affronta la propria vita è un espediente consolatorio al proprio stato di abbandono, sempre un po’ sudicio, con i capelli unti e gli abiti consumati, non è più un uomo abituato a condividere la sua vita con qualcun altro. Dopo aver perso la donna della sua vita, che alla sua grossolanità ha preferito le manie morbose per i volatili di un altro uomo, Paolo si è adagiato su stesso e ha cominciato a dedicarsi alla sua unica passione: il bicchiere, ovviamente sempre pieno.

Giuseppe Battiston e Rok PrasnikarOleotto segue passo passo l’esistenza di quest’uomo quasi primitivo, la macchina da presa lo osserva a volte stupita, a volte intenerita; almeno lei non lo abbandona mai. Il regista, attraverso questa commedia, fa sorridere grazie ai dialoghi sospesi da questa strana coppia, pronti a troncarsi a vicenda con un sonoro: “stai muto!”, ma soprattutto diverte il confronto tra un uomo che ciancica parole sconnesse e sgrammaticate a un perfetto oratore d’altri tempi. Numerose le gag, brillanti le loro discussioni, toccanti i momenti di rottura tra i due, ma altrettanto piacevoli le occasioni di sostegno reciproco. Battiston sostiene senza fatica il ruolo del cavernicolo e proprio i suoi istinti primordiali rendono questa commedia una buona opportunità per una sana risata, ma allo stesso tempo l’occasione per assaporare un po’ di quell’amaro in bocca che ci predispone ad un’attenta riflessione.

Quindi Matteo Oleotto parla di vizi, ma poche virtù; ci dimostra il peggio degli altri, che spesso non è così peggio del meglio; in un film dove perlomeno il bicchiere è sempre pieno, ma che soprattutto ci racconta uno sport, quello delle freccette, che per fortuna, almeno questa volta non è metafora di vita!


La locandinaTitolo: Zoran, il mio nipote scemo
Regia: Matteo Oleotto
Sceneggiatura: Daniela Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, Matteo Oleotto, Marco Pettenello
Fotografia: Ferran Paredes Rubo
Interpreti: Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Pasnikar, Roberto Citran, Marjuta Slamic, Peter Musevski, Riccardo Maranzana, Ivo Barisic, Jan Cvitkovic, Sylvain Chomet
Nazionalità: Italia, 2013
Durata: 1h. 46′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Concordo in pieno.
    E’ un ottimo film, meriterebbe il successo che si prendono altri.
    Mi ha dato un senso di far west, forse e’ solo un’idea personale, ma l’ho trovato interessante sotto questo mio punto di vista.
    Aspettavo un finale scontato con la partecipazione ai mondiali di freccette , invece no, niente di tutto questo; altro punto a favore del film.
    Battiston e’ il migliore interprete che abbiamo in italia, non ho dubbi.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Il migliore probabilmente no, ma uno dei migliori senz’altro. Il problema è che il suo physique du rôle lo obbliga a fare solo certi personaggi e non altri.

  3. Laura ha detto:

    È un film molto bello che almeno in Friuli-Venezia Giulia ha avuto un buon successo. Merita di esser visto anche da chi non conosce certe realtà. Battiston fantastico ma non di meno il nipote.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    I film con una connotazione geografica così forte sono sempre molto apprezzati da chi vive in quella zona d’Italia, poi questo è proprio un progetto locale per cui a maggior ragione il pubblico friulano sente il film come “suo”. Però a Venezia è stato molto apprezzato un po’ da tutti, quindi un suo richiamo nazionale avrebbe potuto averlo. Peccato.

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