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The Eye dei fratelli Pang

6 maggio 2003 Recensioni 5 Commenti
The Eye

Eagle Pictures, 16 Maggio 2003 – Presuntuoso

Un trapianto di cornee restituisce la vista alla giovane Mun, cieca dall’età di due anni. Dal momento in cui Mun si accorge che oltre a quella di poter vedere il trapianto le ha donato anche un’altra capacità, le sue notti divengono degli interminabili incubi e spaventose allucinazioni iniziano a tormentarla…


Lee Sin-JieNon si fa fatica a credere che un film come The Eye sia in grado di terrorizzare lo spettatore, quel che è difficile credere è come alcuni abbiano potuto paragonarlo a Il Sesto Senso e L’Esorcista e definirlo «il miglior horror dell’anno e uno dei migliori horror mai realizzati» (come dichiara la rivista inglese Empire). Non fatevi ingannare dalla risonanza pubblicitaria: i fratelli Pang sono solo due trentottenni hongkonghesi “registi per caso” poco più che esordienti, anche se bisogna ammettere che questa loro inesperienza registica non si nota poi molto. Quello che è  incredibile  è il modo in cui si può rovinare una così buona idea con una sceneggiatura che offre ottime invenzioni e numerosi colpi di scena ma che alterna a tutto questo troppi momenti prevedibili ed altri in cui la storia assume sembianze comiche, raggiungendo purtroppo il culmine dell’imbecillità nel finale.

Una scenaLa combinazione tra i rumori improvvisi e gli scatti repentini di Mun, uniti alla sua (e anche nostra) difficoltà di vedere chiaramente quel che le accade intorno, dona la giusta atmosfera di angoscia e terrore. Alcuni dei personaggi sono delle vere e proprie macchiette, come il dottorino sexy che opera agli occhi Mun e che poi è anche quello che opera al cervello un’altra paziente per asportare un tumore; per non parlare del suo nipote raccomandato, che invece di fare lo psicologo di sostegno dopo l’operazione si innamora di Mun e la guarda sempre con la stessa faccia da ebete (e fin qui non c’è nulla di male) credendo subito a tutte le assurdità che lei gli racconta di aver visto (tali dovrebbero sembrare per un medico, almeno all’inizio). Noiosi e prevedibili anche i dialoghi, soprattutto nella prima parte del film, che è molto parlata e in cui la storia stenta a decollare.

Lee Sin-Jie in un'immagine pubblicitariaQuesto The Eye (da non confondere con il modesto film di Stephan Elliott uscito in Italia con il titolo The Eye – Lo Sguardo) non è di certo brutto intendiamoci, è solo il frutto acerbo dell’inesperienza e della smania di successo dei fratelli Pang. La loro regia è sicuramente ottima, come pure gli effetti speciali e le musiche, il tutto efficace e studiato ad arte per far salire la tensione nei momenti topici (molti, a dire il vero). I due hanno giocato soprattutto sulla loro bravura nella manipolazione (montaggio, colori, effetti speciali e musiche) ma non hanno pensato che tutto questo, senza la solida base di una sceneggiatura plausibile, non serve a niente. Per creare un vero cult, impresa riuscitissima ad esempio al giapponese Hideo Nakata con il suo Ringu, bastava un’aggiustatina qua e là, perchè l’idea del soggetto era davvero molto stuzzicante. Il talento potenziale dei due registi fa comunque ben sperare per il futuro.

Lawrence Chow e Lee Sin-JieI diritti per un remake targato Hollywood sono già stati acquistati da Tom Cruise e Paula Wagner, e speriamo che questa nuova versione si guadagni in pieno gli accostamenti (improponibili) e le lusinghe a dir poco eccessive ricevute all’estero da questa pellicola. Magari nel frattempo Oxide e Danny Pang troveranno uno sceneggiatore capace per aiutarli a scrivere il secondo capitolo di questa saga, cui pare stiano già lavorando.


La locandinaTitolo: The Eye (Jian gui)
Regia: Oxide & Danny Pang
Sceneggiatura: Oxide Pang, Danny Pang, Jojo Hui Yuet Chuen
Fotografia: Decha Seementa
Interpreti: Leen Sin-Jie, Lawrence Chow, So Yut Lai, Candy Lo, Ko Yin Ping, Edmond Chen, Ben Yuen, Winson Yip, Chutcha Rujihanon, Pierre Png, Wang Sue Yuen
Nazionalità: Hong Kong – Thailandia – Singapore – Regno Unito, 2001
Durata: 1h. 38′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Non sono d’accordo.

    Il film regala ottimi momenti di pura tensione e di sobbalzo sulla sedia non causati dall’alternanza dei suoni ma di un vero crescendo di brividi lungo la schiena.
    La storia potrà non essere molto plausibile (ma quale horror si rifà al 100% alla realtà?) però segue un filo logico coerente nel suo evolversi della vicenda. Lo spettatore, quello disposto, sarà immedesimato nel racconto.
    Inutile far riferimento ai vecchi film USA di cui questo prende alcune soluzioni. lI bello del cinema è cercare di rinnovare vecchi canovacci senza scopiazzare. E qui penso che i registi siano stati bravi.
    Alcune scene e personaggi potranno sembrare superficiali e lasciati a sè stessi, però successivamente, ad ognuno di quest’ultimi, verrà data una spiegazione plausibile.
    La scena finale l’ho trovata molto ben fatta (buoni effetti speciali) ed è la causa principale dell’accettazione dell’handicap da parte della protagonista, per chi non l’avesse compreso.
    Gli attori hanno il loro stile japan, può piacere o no, personalmente non li ho disprezzati.
    Sono comunque d’accordo con i pregi tecnici enunciati in recensione.

    Io consiglio di riscoprirlo e di lasciar perdere gli inutili due sequel ed il remake con Jessica Alba.

  2. Marco ha detto:

    Albe te che ne pensi di questo e della saga e dei suoi “figli”derivati?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Al primo film ho dato un 5 netto. Gli altri non ricordo neanche se li ho visti o no.

  4. Anonimo ha detto:

    5 intendi voto scolastico o max punteggio?
    Il secondo lo vidi tempo addietro e sono d’accordo col punteggio mediocre ricevuto su molti siti di genere, il terzo mi sono rifiutato.

  5. Alberto Cassani ha detto:

    5 su 10. Insufficienza piena.

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