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Hugo Cabret di Martin Scorsese

3 febbraio 2012 Recensioni 26 Commenti
Hugo Cabret

01 Distribution, 3 Febbraio – Romantico WOW

Il piccolo Hugo Cabret vive alla stazione di Montparnasse, spostandosi nei cunicoli che collegano i vari orologi pubblici per assicurarsi che funzionino tutti perfettamente. Il suo sogno, però, è riuscire a riparare un automa meccanico, l’ultimo ricordo del suo defunto padre…


Asa Butterfield e Chloë Moretz in Hugo CabretParlando del gran numero di nomination all’Oscar raccolte da The Artist, Roger Ebert fece notare come un film muto, in bianco e nero e che racconta della nascita del cinema sonoro non poteva non essere adorato dai critici e dagli appassionati di cinema di tutto il mondo. Lo stesso vale per Hugo Cabret, tratto dal romanzo illustrato di Brian Selznick (Mondadori) e incentrato proprio sulla magia sprigionata dai film fantastici di Georges Méliès.

Ben Kingsley e Asa Butterfield in Hugo CabretFilm per ragazzi ma non solo, Hugo Cabret è un progetto che sembra fatto su misura per Martin Scorsese nonostante sia in realtà un film su commissione. Ma già in passato il regista newyorchese aveva dimostrato di sapersi approcciare ottimamente a progetti non suoi, e a maggior ragione in questo caso c’erano pochi dubbi sull’attenzione che avrebbe messo nel suo lavoro. Attenzione peraltro dedicata anche agli effetti tridimensionali, campo in cui ha trovato alcune soluzioni interessanti anche se non sufficienti a giustificare la maggiorazione del biglietto per l’inutile giochino cui i produttori si aggrappano con sempre maggior fermezza.

Asa Butterfield in Hugo CabretIn realtà di momenti puramente ludici, nel film ce ne sono diversi. Com’è in fondo giusto, visto che puramente ludica era la struttura dei film di Méliès. Ma Hugo Cabret non è solo uno spettacolare carrozzone multicolore, o meglio: è un carrozzone che viaggia con una convinzione non comune e che ha un cuore intenso ed emozionante. Grazie anche alle splendide musiche di Howard Shore, gli spettatori si trovano proiettati in un’affascinante Parigi creata al computer, un mondo magico ma al contempo credibile, abitato da tante macchiette ovvie ma convincenti. La sceneggiatura di John Logan non inciampa mai neanche nello zucchero, e gli attori adulti supportano ottimamente due ragazzini simpatici e incisivi. Scorsese aggiunge con mano ferma e decisa il tocco finale, infiocchettando con sentimento uno dei film più belli della stagione.


La locandina di Hugo CabretTitolo: Hugo Cabret (Hugo)
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: John Logan
Fotografia: Robert Richardson
Interpreti: Asa Butterfield, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Chloë Moretz, Ray Winstone, Emily Mortimer, Christopher Lee, Helen McCrory, Michael Stuhlbarg, Frances de la Tour, Richard Griffiths, Jude Law, Kevin Eldon, Gulliver McGrath
Nazionalità: USA, 2011
Durata: 2h. 05′


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Attualmente ci sono 26 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    La prima incursione di Scorsese con il film per famiglie ha addirittura la stellina? Allora non me lo perdo. Non leggo la recensione per non rovinarmi eventuali sorprese.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Credo ci sia una sola vera sorpresa, nel film, e ho fatto tutto il possibile per non farla nemmeno intuire.

  3. Plissken ha detto:

    Anche io sono rimasto sorpreso per la stella, non perché abbia naturalmente modo di dubitare del merito ma per il genere di appartenenza del film, “per famiglie” come dice Riccardo… io la recensione l’ho letta ed invoglia a prenderne visione: vedremo se il Cassani è innamorato o sta invecchiando, o se è davvero un film da “Cinefile Oscar”, he he he…

  4. Alberto Cassani ha detto:

    La terza che hai detto. Soprattutto perché Rebecca Hall ha preferito Sam Mendes a me.

  5. Plissken ha detto:

    Forse dovresti farti crescere la barba?

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Troppo fastidio.

  7. Sebastiano ha detto:

    La domanda puo’ sembrare stupida… Premetto che non ho letto la recensione, ho visto la stella (!) e gia’ mi dice troppo: lo hai visto in 3D? Credi faccia la differenza (io credo di no) vederlo o meno in 3D?
    (bhe, di domande ne ho fatte due…)

    PS: ho il panforte a casa.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Dubito che in tutta la storia del cinema ci sia un film in cui il 3D faccia realmente la differenza. Come ho scritto, qui Scorsese trova qualche buona idea (pur se tutt’altro che originale) per sfruttarlo, ma credo che a conti fatti non cambi niente.

    Panforte rulez!

  9. Plissken ha detto:

    Credo che il 3D possa essere anche un’arma a doppio taglio: nel lontano 1976 ebbi l’onore di visionare personalmente in sala il grande film “Super Kong” in 3D, con tanto di occhialetti blu/rosso mi pare; mi ci sono voluti 33 anni per riuscire poi ad affrontare “Avatar”…

  10. WarezSan ha detto:

    Mi piacerebbe rivedere Sanctum in 3D per vedere se faccia o meno la differenza…

  11. Plissken ha detto:

    Visto sabato sera. La vicenda di per sé è sicuramente interessante; oltre all’ottima caratterizzazione dei personaggi (come da recensione non vi sono “macchiette”) il palese omaggio a Méliès ed ai f.lli Lumière viene attuato mediante una narrazione suggestiva, equilibrata ed accorta al fine di non scadere nel melenso, un rischio scongiurato senz’altro dalla “mano” di un grande regista.

    Però nella vicenda in sé, per quanto valevole, non vi ravviserei nulla che possa giustificare la stella elargita dal Cassani al film. Non vi ho trovato nulla di eccezionalmente originale o entusiasmante.

    Ma, questa volta il “come” è stata raccontata assume rilevanza davvero eccezionale: guardando il film, (ed una volta tanto il 3D ha ragione d’essere) grazie alle scenografie descritte nella recensione, ai movimenti di macchina, all’arte propria del Cinema ci si trova in una condizione sospesa nel tempo; si riesce, e la cosa ha un che di incredibile, a percepire la meraviglia che provarono gli spettatori dell’epoca dinnanzi ai film di Méliès.
    Sembra appunto che Scorsese abbia cercato di trasmettere anche a noi quel senso di incanto, ma non mediante una semplice ricostruzione atta ad esplicare le innovative idee e tecniche in termini “documentaristici”, ma attraverso l’uso di stilemi propri della settima arte che ci riportano alla condizione perlomeno in parte analoga di chi allora provò emozioni tra l’inedito e lo stupefacente.

    Quindi nel mio piccolo approvo in toto l’onorificenza a cinque punte per questo sentito omaggio a Méliès ed al Cinema come mezzo espressivo, omaggio realizzato in maniera davvero ammirevole.

  12. Riccardo ha detto:

    @Plissken, anche io non dubito della bravura di Scorsese, certo che però, se non hai visto il film è ovvio che quando vedi il trailer non hai voglia di vedere un film del genere fatto da uno che fino a due anni fa faceva film anche abbastanza violenti…

  13. Plissken ha detto:

    Beh, però sono molti i registi che sono usciti dal loro genere per dedicarsi a film di altra specie; solitamente chi riesce nell’intento è proprio chi ha capacità al di sopra della media (Carpenter, Cameron, Spielberg e tanti altri).

    In questo caso la bravura di Scorsese è al servizio di qualcosa di inedito per lui (e noi) ma il risultato a mio parere sfiora l’eccellenza. Oltre a ciò, è senz’altro da valutare il fatto che la pellicola in questione non può definirsi “per famiglie” nel senso stretto del termine, in quanto per fortuna lo sviluppo include contenuti ben più validi che non i soliti mocciosetti in action e buoni sentimenti al limite dello stucchevole.

    Non ho visto i trailer, per cui non so come venga “presentato” al grande pubblico; in verità, dopo anni e anni ancora mi faccio un po’ “fregare” da essi: credo che meno di un cinque per cento dia davvero l’idea di che film si vada a vedere. 🙂

  14. Guido ha detto:

    Semplicemente straordinario.

  15. Sebastiano ha detto:

    Ottimo.
    Ottimo anche il 3D.
    Ma la stella forse non l’avrei messa.
    Si discuteva sulla messa in scena dei due ragazzi di cui sembra confondersi il sesso: lui sembra una lei, lei sembra un lui… E’ cosa comune alla quella eta’, ma per un film preciso come questo, e’ forse una cosa voluta?

  16. Alberto Cassani ha detto:

    Credo che sia una cosa voluta per caricare ancor di più il carattere e l’approccio con il mondo che hanno i due ragazzi. A conti fatti, è lei che guida lui nell’avventura che intraprendono e quindi è logico che abbia il piglio e un po’ anche il look degli eroi dei libri d’avventura che ama leggere, mentre lui è più “virginale”, spaventato.

  17. Robi1Kenobi ha detto:

    Il film conferma, a mio modesto parere, la superiorità del maestro Scorsese nello scandagliare l’animo umano e nell’alzare ai più alti livelli l’elogio della creatività e delle genialità insita in alcuni di noi.
    L’animo umano e la sua profonda conoscenza passa attraverso la voglia e il coraggio di approfondire i temi della narrazione per arrivare a un livello più alto di coscienza attraverso le esperienze dirette dei personaggi (il percorso a ritroso di Melies anziano e del giovane Hugo)
    Il genio, d’altra parte, nel cinema trova fondamento (oltre che nella tecnica) nelle storie che decide di raccontare. Scorsese così arriva a mischiare la storia di Melies con quella del mago Harry Keller, conosciuto anche per essere divenuto inspiegabilmente in possesso di un automa giapponese della serie dei Karakuri ningyō.
    L’automa di forma umana aveva l’abilità di scrivere un unico ideogramma, con grande maestria e in ottemperanza a un rigido protocollo di pesi e contrappesi il suo meccanismo arrivò a durare ben 200 anni. Restituito al Giappone dagli USA nel 2004, l’automa restaurato inoltrò il suo messaggio per i giovani spettatori in una fiera di robotica del 2005, un solo ideogramma cinese il cui significato è inciso nel cuore di ogni cinefilo : “longevità”.

  18. Marco ha detto:

    Non sono d’accordo con tutte le lodi che si è preso il film.
    Si lascia vedere tranquillamente, il reparto tecnico è visivamente molto ben fatto (ma quale film oggigiorno con un pò di budget e bravi mestieranti nella tecnica non lo è) ma sinceramente la storia lascia molto a desiderare, lo trovata più che altro un modo per far esprimere a Scorsese il suo amore per il cinema e, perchè no, far conoscere alle nuove e future generazioni, i primi cinematografi con un film studiato per loro. Ma c’è ne passa per affermare che è un film che sfiora l’eccellenza. E la stelletta è fuori posto.
    Si può apprezzare che Scorsese abbia fatto un film al di fuori dei suoi normali schemi ma non è stato mica il primo, come la recensione ha scritto.
    Una bella confezione ma dentro è insipido, forse il meccanismo all’interno si è inceppato.
    Alcune buone trovate ci sono nella trama, ma per lo più lo trovata scontata e mai intrigante.
    La regia è sempre buona (molto belli i piano-sequenza iniziali di Parigi e quando Hugo corre per la torretta dell’orologio).
    Non mi ha emozionato come altri (e tanti) film.

  19. Riccardo ha detto:

    Finalmente lo visto in streaming.
    Che dire? Un gran film sotto tutti i punti di vista. Peccato che non è riuscito a trasmettermi le stesse emozioni che mi hanno trasmesso “Cape Fear”, “casinò”, “departed”, “Mean streets” o altri film di Scorsese (forse anche perché sono legato più a quel tipo di Scorsese.
    In effetti (forse anche per l’età) ha cominciato a farsi meno provocatorio e a dare meno mordente ai suoi film, recentemente: ho amato Gangs of new york e the departed ma sono rimasto un po’ così vedendo aviator o shutter island (che Scorsese in questi due film si sia fatto anche un po’ manipolare dai produttori?)

  20. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente la quasi totalità delle emozioni che il film suscita negli adulti dipendono dal personaggio e dai film di Méliès, ma non credo sia corretto definirlo insipido. Penso invece che agli occhi del pubblico infantile o giù di lì la pellicola possa avere la stessa magia che avevano proprio le scenette di Méliès. Vero comunque che Scorsese in passato ha saputo fare di meglio, ma appunto giostrando su registri totalmente diversi.
    La ragione della stella penso che sia spiegata sufficientemente bene dal primo paragrafo della recensione.

  21. Riccardo ha detto:

    Sinceramente a me è piaciuto di più il romanzo

  22. Alberto Cassani ha detto:

    Io ancora non l’ho letto. Me lo farò regalare per Natale…

  23. Riccardo ha detto:

    Io fortunatamente me lo sono fatto prestare da un’amica.

  24. Riccardo ha detto:

    E devo dire che è davvero ben fatto.

  25. Alberto Cassani ha detto:

    Con tutti i premi che ha vinto, sarebbe strano il contrario.

  26. Plissken ha detto:

    Per la cronaca, con riferimento al 3D, ieri sera l’ho rivisto in 2D ed il film non solo mantiene intatta l’aura di meraviglia a cui le scenografie e la fotografia concorrono fortemente, ma m’è parso di poter cogliere più dettagli rispetto alla prima volta, anche se non so se ciò possa dipendere dal fatto che era la seconda visione.

    Mi è piaciuto ancor di più, da non perdere a mio modesto parere.

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