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"L'uomo spezzato" di Stefano Calvagna

16 luglio 2005 Recensioni 0 Commenti
L'uomo spezzato

Lion Pictures, 24 Giugno 2005 – Scadente

Stefano Malavasi è un insegnante di liceo, sposato e con un figlio, che suscita l’interesse di una bella collega come di una studentessa tredicenne. Con l’aiuto della sua amica del cuore e la complicità di un bidello, la ragazza cerca di portarsi a letto il professore, ma vistasi rifiutata lo accusa di molestie sessuali…


Stefano Calvagna in L'uomo spezzatoBasandosi solo su tre righe, si potrebbe pensare di trovarsi di fronte a un film a carattere “impegnato”, che prende come tema quello della difficoltà di scagionarsi appieno da ingiustificate accuse infamanti. Ma così non è. Fin dalle primissime battute di L’uomo spezzato si avverte forte la sensazione che qualcosa non va. A partire dalla recitazione, che appare mediocre e artificiale – sempre troppo caricata, quasi da melodramma teatrale – con relazioni umane e dialoghi assolutamente irrealistici. E dispiace vedere che in questo marasma finisca pure un attore importante come Ivo Garrani. Anche la realizzazione tecnica lascia molto a desiderare: le luci degli interni sono quasi sempre troppo forti mentre l’audio in presa diretta in troppe scene risulta fastidiosamente intubato. A tutto questo si aggiungono alcune scelte di regia veramente inquietanti, tra cui un misterioso quanto inutile flashback in cui si assiste al passato da teppista di Stefano, con una scena che nelle intenzioni vorrebbe essere violenta come Arancia meccanica ma che risulta ridicola come uno sketch comico in cui si assiste ad un falso pestaggio.

Giulia Elettra Gorietti e Federica Sbrenna in L'uomo spezzatoPiù gravi sono poi le scelte nella parte del film in cui Stefano viene accusato di molestie pedofile: viene mostrata una lunga sequenza in cui si vede la foto di Malavasi pubblicata a grande formato su tutti i quotidiani, accompagnata da titoloni. Tralasciando il discorso sulla legge sulla privacy, che Calvagna sembra ignorare bellamente, come è possibile mostrare delle foto di uno che è semplicemente accusato (e che quindi non è stato giudicato colpevole)? In Italia non è più permesso sbattere con nonchalance il mostro in prima pagina, così come furono mostrate con molta cautela le foto del famigerato Mostro di Düsseldorf, che invece era colpevole, reo confesso. Anche i servizi dei telegiornali che si vedono nel film sono irrealistici: si vedono delle lunghissime interviste (mai sentito parlare di tempi televisivi, Calvagna?) a tutti i colleghi, che indugiano persino su giudizi morali personali. E ovviamente non appare nessun logo di nessuna emittente, neppure inventato…

Valentina Pace e Stefano Calvagna in L'uomo spezzatoLa ciliegina sulla torta è rappresentata dal finale, in cui L’uomo spezzato rasenta il ridicolo: Stefano, ormai riabilitato, può tornare a vedere suo figlio (anche se il matrimonio è definitivamente naufragato) e lo porta alle altalene del parco giochi, piene di bambini. Qui i genitori degli altri bambini mostrano di avere una memoria fuori dal comune: tutti, a distanza di mesi, lo riconoscono immediatamente e portano via di corsa i propri figli. In un attimo il parco giochi è deserto (cani compresi!) e Stefano, disperato, si porta le mani al volto e grida come nel famoso quadro di Munch L’urlo, che infatti viene sovrapposto in dissolvenza al volto di Stefano. Terribile. Ah: quando all’inizio del film si vede Stefano che fa lezione in aula, di cosa sta parlando? Ma de L’urlo di Munch, ovviamente…


La locandina di L'uomo spezzatoTitolo: L’uomo spezzato
Regia: Stefano Calvagna
Sceneggiatura: Stefano Calvagna
Fotografia: Giovanni Cavallini
Interpreti: Stefano Calvagna, Federica Sbrenna, Valentina Pace, Ivo Garrani, Flavio Bucci, Antonio Pennarella, Giulia Elettra Gorietti, Giusi Cataldo, Giorgio Gobbi, Eleonora Pariante, Adriana Ortolani, Lorenzo Camilli, Alessandro Bucci
Nazionalità: Italia, 2005
Durata: 1h. 30′


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