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"Il club" di Pablo Larraín

18 marzo 2016 Recensioni 0 Commenti
Il club

Bolero, 25 Febbraio 2016 – Morale

La boca è una piccola località sul mare dove l’unico svago sono le corse dei cani. Qui soggiornano quattro sacerdoti che non esercitano più in parrocchia, sotto la rigida sorveglianza di una misteriosa perpetua. L’improvvisa comparsa di un uomo reso folle da abusi sessuali sconvolgerà il loro equilibrio…


Una scena di Il clubArrivato alla soglia dei quarant’anni e al suo quinto film, Pablo Larraín dimostra definitivamente di essere uno degli autori più coerenti e interessanti degli ultimi anni. Abbandonato il racconto trasversale della dittatura che attraversava i suoi titoli precedenti, il regista cileno realizza qui li suo quadro più cupo e soffocante, in cui l’orrore per le azioni dei protagonisti viene fatto intendere o urlato, ma mai mostrato. Il club del titolo è un gruppo di quattro sacerdoti cattolici confinati in una casa dopo essere stati collaborazionisti, trafficanti di bambini, pervertiti, tutti quanti privi di qualsiasi spirito di pentimento o anche solo dubbio. Quello che poteva essere un facile sfruttamento della morbosità potenziale dell’argomento diventa occasione per una riflessione sui limiti e le devianze che può prendere l’anima umana: tanto sono agghiaccianti le spiegazioni dei protagonisti riguardo un passato non rinnegato, tanto sono imprevedibili le loro fragilità.

Un momento di Il clubPer quasi tutto il film le immagini sono filtrate attraverso una patina azzurra, che Larraín abbandona solo in brevi inserti di montaggio e in quella dura ultima parte in cui i nodi vengono al pettine. Una soluzione palese per allontanare il più possibile il suo sguardo da quello dei protagonisti senza rinunciare all’atmosfera quasi mostruosa che questi individui riescono a emanare. Oltre alla nuova ottima prova di Alfredo Castro, attore di riferimento del regista, si segnala in particolare Antonia Zegers, nel ruolo più complesso del gruppo. Il club non è un oggetto semplice da digerire per i contenuti e le difficili riflessioni che porta con sé, ma la perizia di una poetica cinematografica personale e l’enorme sensibilità nell’affrontare una materia controversa lo rendono meritevole dell’Orso d’Argento conferitogli al Festival di Berlino 2015.


La locandina di Il clubTitolo: Il club (El club)
Regia: Pablo Larraín
Sceneggiatura: Guillermo Calderón, Daniel Villalobos, Pablo Larraín
Fotografia: Sergio Armstrong
Interpreti: Alfredo Castro, Roberto Farías, Antonia Zegers, Jaime Vadell, Alejandro Goic, Alejandro Sieveking, Marcelo Alonso, José Soza, Francisco Reyes
Nazionalità: Cile, 2015
Durata: 1h. 37′


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