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"Il passato è una terra straniera" di Daniele Vicari

25 ottobre 2008 Recensioni 0 Commenti
Gabriele Marcello, 25 Ottobre 2008: Robusto
01 Distribution, 31 Ottobre 2008

Studente modello, figlio di intellettuali borghesi, Giorgio conduce una normale vita da 22enne. Una sera incontra Francesco, che esercita su di lui un fascino misterioso. Per vivere gioca a carte, sa vincere, ma più che fortunato è un abile baro e sembra avere in mano le chiavi per il successo…


Uno scontro tra il Bene e il Male, Diavolo contro Angelo, piacere e pentimento, è alla base dell’ultimo film di Daniele Vicari, Il passato è una terra straniera. Scontro quantomai classico per gli stilemi del racconto cinematografico, che, se spesso ha regalato opere di rara intensità, in alcuni casi ha solo sfornato una estenuante raffica di banalità gratuite. Ma Vicari non è un regista che si concede a facilonerie acchiappa-pubblico e con la sua straordinaria tenacia e il suo virtuosismo riesce a tenere testa alla materia incandescente dell’omonimo libro di Gianrico Carofiglio, da cui è tratta quest’opera.

Sulla carta ci sono molti elementi che remano contro questo film e la sua realizzazione. In primo luogo si tratta di una trasposizione cinematografica e le ultime pellicole italiane che hanno azzardato il passaggio dalla pagina scritta al grande schermo hanno quasi sempre fallito miseramente. Il secondo punto debole è utilizzare come soggetto cinematografico il gioco d’azzardo che, al di là di capolavori come La stangata e L’uomo dal braccio d’oro, si è presentato in maniera ostica e ha dato spesso vita a film noiosi per i non appassionati. Vicari dribbla abilmente queste due problematiche, riuscendo nella non facile impresa di realizzare un film vigoroso e allo stesso tempo molto più profondo di quello che all’apparenza possa sembrare.

La riscrittura cinematografica evita le lungaggini e le buche tipiche della pagina romanzata e riesce a ridurre all’essenza tutto il magma e la forza del romanzo. Lo stesso gioco del poker risulta poi il collante per l’interazione tra i due protagonisti e non il perno delle loro azioni che, come nella lezione più classica del melodramma, si dipanano in direzioni convergenti. Elio Germano e Michele Riondino si sfidano in una gara di bravura ad alta tensione emotiva (senza tralasciare l’esilissima attrazione omosessuale tra i due personaggi), dove il vincitore risulta lo sconosciuto attore pugliese che con lo sguardo luciferino riesce a conferire una nuova visione del malessere giovanile, ben lontano da scempiaggini come Albakiara e Un gioco da ragazze. Vicari alza il tiro e rende frenetico tutto l’impianto e la geometria della pellicola che, qua e là, accusa però il peso di un’eccessiva lunghezza.

Non di certo un capolavoro assoluto, ma senza dubbio l’opera della maturità del regista. Un robusto e godibile film che lascia il segno in un parco cinematografico italiano sempre più arido e desideroso di rivalsa.


La locandinaTitolo: Il passato è una terra straniera
Regia: Daniele Vicari
Sceneggiatura: Gianrico Carofiglio, Francesco Carofiglio, Massimo Gaudioso, Daniele Vicari
Fotografia: Gherardo Gossi
Interpreti: Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Marco Baliani, Daniela Poggi, Maria Jurado, Romina Carrisi, Lorenza Indovina, Federico Pacifici
Nazionalità: Italia, 2008
Durata: 2h.


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