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"Anime nere" di Francesco Munzi

18 settembre 2014 Recensioni 0 Commenti
Anime nere

Good Films, 18 Settembre 2014 – Folgorante

Luigi, Rocco e Luciano sono tre fratelli che hanno fatto scelte di vita diverse. I primi due hanno abbandonato la Calabria e si sono uniti alla malavita; Luciano è rimasto a casa cercando di tenere la propria famiglia lontano dalla violenza. Ma quando i fratelli si ricongiungeranno il destino della famiglia cambierà per sempre…


Fabrizio Ferracana in una scena di Anime nereFrancesco Munzi riesce nella mirabile impresa di compensare il flop di Renato De Maria. Dopo i fischi piovuti sulla delusione de La Vita Oscena il Lido saluta Anime Nere con tredici minuti d’applausi. Un’ovazione meritata, perché il film di Munzi è una piccola gemma e di gran lunga film italiano che più di tutti ha saputo convincere dall’inizio di Venezia 71.

Marco Leonardi in una scena di Anime nereTratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, Anime Nere racconta la vita di una famiglia malavitosa dell’Aspromonte che naufraga nella violenza della ‘ndrangheta. Munzi trasforma i tre amici protagonisti del romanzo in tre fratelli dalle personalità opposte, scelta che gli consente di sviluppare il tema della famiglia che già aveva discusso in Saimir, presentato in Orizzonti nel 2004.

Giuseppe Fumo e Fabrizio Ferracane sotto gli occhi di Stefano Priolo in Anime nereIn Anime Nere la famiglia diventa il punto d’ingresso nel mondo della malavita Calabrese, un universo che Munzi riesce a raccontare come un insieme complesso fatto di drammi che si accavallano gli uni con gli altri. Così la macchina da presa si sposta dalla lotta di un padre col figlio alla ricerca della propria indipendenza ai conflitti tra i fratelli sulle rispettive scelte di vita; dalle relazioni di questi con chi della famiglia non condivide lo stesso sangue alla domanda che fa da sfondo all’intero racconto, quella del rapporto con le proprie radici, nel contesto di un Aspromonte che Munzi porta in scena come se fosse un personaggio a sua volta.

Giuseppe Fumo, Aurora Quattrocchi e Peppino Mazzotta con Fabrizio Ferracane e Anna Ferruzzo sullo sfondo in Anime nereE’ proprio questo che fa di Anime Nere un lavoro memorabile. La grande forza del film sta nella capacità di Munzi di fare della natura che circonda il dramma una cornice attiva, dove le montagne dell’Aspromonte non sono solo uno sfondo geografico ma una fonte da cui il regista attinge per rafforzare i toni cupi della tragedia. Un luogo che è al tempo stesso una fonte di sacralità e di violenza inaudita, che attira e respinge, e che così facendo rispecchia il dilemma di una comunità in bilico tra rituali antichissimi e il bisogno di assecondare i cambiamenti del mondo esterno. Tema che la scelta linguistica (i protagonisti parlano esclusivamente in Calabrese) rende ancora più esplicito, nella misura in cui il dialetto funge da ulteriore barriera per chi della comunità non fa parte.

Anime Nere è un’esperienza cinematografica folgorante, un film che fa luce su un mondo che troppo spesso è stato vittima di feticci e stereotipi e che qui parla una lingua tutta sua: credibile, potente, spietata.


La locandina di Anime nereTitolo: Anime nere
Regia: Francesco Munzi
Sceneggiatura: Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci
Fotografia: Vladan Radovic
Interpreti: Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Giuseppe Fumo, Aurora Quattrocchi, Barbora Bobulova, Anna Ferruzzo, Manuela Ventura, Pasquale Romeo, Stefano Priolo, Vito Facciolla, Cosimo Spagnolo
Nazionalità: Italia – Francia, 2014
Durata: 1h. 43′


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