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"Antiviral" di Brandon Cronenberg

3 aprile 2013 Recensioni 2 Commenti
Antiviral

Inedito in Italia – Glaciale

In un futuro abbastanza prossimo, Syd March lavora per una clinica che vende ai fan più accaniti i virus delle patologie che hanno colpito i loro idoli. Ma Syd immette anche gli stessi virus sul mercato nero. L’ultimo virus della diva più richiesta lo metterà nei guai…


Una scenaAntiviral, opera prima di Brandon Cronenberg, figlio – ma non clone – d’arte, è stato presentato lo scorso anno al Festival di Cannes, occasione nella quale ha riscosso un discreto successo, soprattutto di critica. Non deve essere stata impresa facile, e lo stesso regista lo ha dichiarato in numerose occasioni, confrontarsi con l’aura di notorietà di David Cronenberg. Per molto tempo il giovane Cronenberg ha rinunciato al cinema per non incorrere nell’etichetta di “figlio di papà” che molti hanno ricevuto ma, per sua stessa ammissione, a un certo punto l’amore per il grande schermo ha avuto la meglio. Dopo la visione di Antiviral si può senz’altro dire che la scelta è stata felice.

Caleb Landry Jones e l'immagine di Sarah GadonAl di là di una trama interessante ma non certo unica nella scelta di rappresentare la distopia delle società future, risulta qui originale l’approccio personale e autoriale del regista. Tecnicamente, la prima cosa che salta agli occhi è lo stile “minimalista”: muri e piastrelle bianche, vestiti neri, tulipani come unico tema decorativo nei fondali di scena, disposizione speculare degli elementi scenici, da un lato; decadenza, sporcizia e desolazione negli esterni dall’altro. Tutto ciò a iniziare dalla casa di Syd, dalla quale si ricava facilmente che lui stesso non ha una vita, se non nel suo lavoro. Altra idea interessante è quella di utilizzare come strumenti medici e scientifici apparecchiature decisamente “vintage”, tutti metallo laccato verde e tubi tipo doccia, quasi il contrario di quello che ci si potrebbe attendere. Assenti quasi totali telefoni di ogni genere, automobili, denaro… Onnipresenti invece schermi Tv, cartelloni e pagine pubblicitarie, che comunicano quasi solo materiale divistico. Interessanti le riprese, molto grandangolo e molte inquadrature con il protagonista fuori centro o con particolari scelte riguardo alla messa a fuoco. Molto bella l’unica scena in esterni in auto, che combina le tecniche di Shining nella celeberrima scena del triciclo, e di Mulholland Drive, nella passeggiata in auto sulle colline.

Caleb Landry Jones e Sarah GadonConcettualmente parlando, Antiviral è un film sorprendente, nel quale troviamo rimandi culturali molto classici ma allo stesso tempo originali. Alcune scene, come quella di Hannah – a tratti quasi clone di Marilyn – sul letto della sua camera d’albergo, sono una palese citazione visiva della Violetta della Traviata verdiana; il proprietario della clinica si chiama Dorian; in una scena notturna Syd e Hannah appaiono come novelli Giulietta e Romeo, in un film che ben poco ha a che fare con l’innamoramento classico. Molte le scelte fortemente simboliche: Hannah è un nome biblico e palindromo, e nel film ha il ruolo di “madre” del virus; si chiama poi Geist, “spirito”, in un film che è tutto fondato su carne e sangue; vi è spesso un ricorso linguistico a parole che molto hanno a che fare con la religione, ed anche alcuni rituali praticati dai fan (il cannibalismo in testa a tutti) e dal protagonista stesso hanno molto a che fare con pratiche religiose e mistiche. Poco interesse rivestono, anche se molto limitate nella quantità, le parti relative all’aspetto spionistico/delinquenziale della vicenda, ma è palpabile la sensazione che siano state inserite solo come telaio sul quale innestare la trama concettuale del film.

Una scenaConcludendo, si può definire Antiviral come un melodramma (fanta)scientifico, un film doloroso e desolante che cresce e muta sulle ossessioni dei protagonisti: quella dei fan per la loro celebrità, di Hannah per la giovinezza e la fama, di Syd per Hannah, di Dorian Lucas per il mercato… Ritratto nemmeno eccessivamente azzardato di una società alla quale la nostra attuale si avvicina anche troppo, seppur non concretamente. Non ancora, almeno…


La locandina statunitenseTitolo: Antiviral
Regia: Brandon Cronenberg
Sceneggiatura: Brandon Cronenberg
Fotografia: Karim Hussain
Interpreti: Caleb Landry Jones, Sarah Gadon, Douglas Smith, Joe Pingue, Nicholas Campbell, Sheila McCarthy, Wendy Crewson, Malcolm McDowell, Nenna Abuwa, Salvatore Antonio, Matt Watts, Dawn Greenhalgh, Lara Jean Chorostecki, Reid Morgan
Nazionalità: Canada, 2012
Durata: 1h. 48′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Francesco Cuffari ha detto:

    Addirittura le GIF… spettacolare!!!

  2. Alberto Cassani ha detto:

    In giro per certi film se ne trovano di molto belle, e alle volte sono anche ottime proprio per illustrare certi contenuti del film. Quando varrà la pena, una penso di metterla spesso.

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