Baby Driver - Il genio della fuga di Edgar Wright
Warner, 7 Settembre 2017 – Ritmato
Un ragazzo, apparentemente disadattato e poco comunicativo, al volante è in realtà un mago. Non a caso, viene utilizzato da un boss della malavita per far fuggire le gang dopo le rapine. Dopo l’ennesimo colpo il ragazzo vorrebbe andarsene, ma non è così facile…
La prima, adrenalinica, sequenza di fuga che apre Baby Driver – prima ancora dei titoli di testa – è geniale, oltre che girata in modo esemplare. La seconda, al contrario, è un lunghissimo piano sequenza, sempre a ritmo di musica, che fa capire come il film, pur inserendosi a pieno titolo nel filone ampiamente sfruttato dei criminali dal cuore d’oro che vogliono uscire dal giro, non è un film come tutti gli altri. E infatti non lo è. Se la sequenza iniziale predispone bene per l’eccezionale presentazione del personaggio, tutta la prima parte della pellicola è realizzata in modo eccellente.
Edward Wright gira con stile, e non è una cosa che capita spesso, nei film d’azione contemporanei. Non si tratta solo di come viene gestito il procedere della storia, quasi sempre contrappuntato dalla musica perennemente nelle cuffie di Baby, ma anche da un livello tecnico sorprendente. Se le scene d’azione e di fuga utilizzano prevedibilmente un montaggio tutto stacchi e inquadrature veloci (non a caso, il film ha ricevuto tre nomination all’Oscar in categorie prettamente tecniche: montaggio, effetti sonori e missaggio sonoro), sono i piani sequenza e la ripetuta visione di Debora davanti ad una macchina che «non possono permettersi» che marcano la differenza rispetto alla media di prodotti di questo tipo. Culmine di questa prima parte è l’eccezionale scena della sparatoria dal “Macellaio”, dove i colpi delle armi da fuoco sono sincronizzati con il ritmo della musica di Baby.
Nel terzo atto, Wright deve pagare il suo personale tributo al genere e concentrarsi sulla risoluzione dei conflitti. Lo stile diventa allora più impersonale e l’insieme torna più ordinario, senza più i guizzi che avevano caratterizzato la pellicola fino a quel momento, ed è un grande peccato perché il film perde quel mordente e quel fascino che lo rendevano una piacevole eccezione. Se dal punto di vista tecnico Baby Driver – Il genio della fuga lascia più di una volta a bocca aperta, il comparto artistico non è da meno. Ansel Elgort è convincente, ma sono i comprimari di lusso a rendere i personaggi secondari indimenticabili. Lily James è bella quanto basta, Kevin Spacey è viscido al punto giusto e Jon Hamm ha la giusta faccia per il ruolo. Jamie Foxx, dal canto suo, si mangia tutte le scene in cui compare.
Baby Driver è un film intelligente, che riesce nell’impresa di prendere una trama stereotipata in un genere quanto mai usurato, e rendere il tutto fresco e avvincente grazie a un autore che decide di girare con un proprio stile, a un personaggio principale piuttosto fuori dal comune e a scelte di sceneggiatura efficaci e coraggiose. Un film piacevole, che riesce a mescolare divertimento e piacere per il cinema e che ci fa riconciliare con la settima arte, troppo spesso ridotta a semplice prodotto da commercializzare.
Titolo: Baby Driver – Il genio della fuga (Baby Driver)
Regia: Edgar Wright
Sceneggiatura: Edgar Wright
Fotografia: Bill Pope
Interpreti: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Micah Howard, Morgan Brown, Morse Diggs, CJ Jones, Sky Ferreira, Lance Palmer, Hudson Meek, Viviana Chavez, Flea, Lanny Joon
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2017
Durata: 1h. 52′
Lungi da me il voler polemizzare, ma possibile che solo io abbia trovato questo film quasi insulso? D’accordo su taluni positivi aspetti della regia (nulla di eccezionale in fondo), ma nella caratterizzazione dei personaggi e sviluppo della trama m’è parso veramente penoso. Engort mi ha colpito a tal punto che lo avrei strozzato con le mie stesse mani e Spacey, nel ruolo più brutto che gli abbia visto fare, sembra lavori per il minimo sindacale. Foxx? C’era anche lui?
Francamente Wright mi sembra sia stato sopravvalutato fuori misura dalla critica in generale (forse più ancora che dal pubblico).
Insopportabile.
Ooops, un’altra recensione positiva su Baby Driver. Ora quelli dei 400 calci non sono più gli unici a cui è piaciuto…
Ma no, dai: in generale la critica ne ha parlato piuttosto bene, ormai Wright è un regista quasi di culto.
X Alberto
La mia era una battura ed era indirizzata a Plissken, che tempo fa, non ricordo dove, chiese se c’era almeno una recensione positiva su Baby Driver e io gli linkai quella dei 400 calci…
Se c’ero dormivo.
Donato perbacco vuoi proprio mettere il dito nella piaga… 😉
X Plissken
Quello che ti è successo con Baby Driver è capitato anche a me. Ad esempio, io ho realizzato di essere profondamente intollerante allo stile di regia di Nolan. Eppure stiamo parlando di Nolan, non di Vanzina, eh..
Il grande Nolan, il genio Nolan, il santo subito Nolan…
Eppure Inception mi ha fatto venire un nervoso indescrivibile e il Cavaliere Oscuro l’ho trovato insopportabile per quanto mi ha annoiato. Eppure tutti ne parlavano benissimo di quei film…
Inutile crucciarsi più di tanto. I gusti sono gusti e come tale indiscutibilmente personali. Io ne ho già tratto le conclusioni e ora quando vedo scritto “regia di C. Nolan”, il film semplicemente evito di guardarlo…
Ma certo Donato, capisco benissimo. Tra l’altro onestamente, non mi cruccio più di tanto per un filmetto di quello che considero un registucolo. 🙂
Comunque a mio avviso sbagli ad evitare a priori di guardare i film di Nolan; così come accade (sovente, purtroppo) di essere delusi da registi di cui si ha grande stima, ci si può a sorpresa beare di opere su cui non si avrebbe scommesso il classico soldo bucato. Comunque anch’io non vado pazzo per Nolan: qualche suo film mi è senz’altro piaciuto, ma non certo tutti.
@Plissken
Io invece ho trovato la regia ottima. Al di là dell’aspetto tecnico (i piani-sequenza, la musica a ritmo), Wright ha delle idee, cosa che capita raramente. Quanto alla trama banale è vero, ma anche qui c’è l’idea intelligente: utilizzare uno stile nuovo e un punto di vista diverso per narrare qualcosa estremamente risaputo. Gli attori sono in parte: certo, il ruolo di Spacey è quello più abusato e quindi lui è necessariamente meno incisivo ma secondo me ci sta. Gli altri personaggi, invece, li ho trovati tutti azzeccatissimi, e Jamie Foxx è dannatamente bravo. Poi, oh, ci sta che non ti sia piaciuto: i gusti son gusti e “nessuno è perfetto” 😀
Ma certo Binini, ovviamente, per quanto “diametralmente opposta” (oggi va di moda dirlo… si vede che riempie la bocca, chissà) rispetto appieno la tua opinione e recensione. 🙂
Che dire… sto film proprio non l’ho digerito, pazienza. Certo quando si parla di narrazione di qualcosa di “risaputo” non so perché ma mi viene sempre in mente Carlito’s way, che considero un vero gioiello al cui confronto questo Driver m’è parso davvero ma davvero Baby…
Concordo.
Una buonissima prima parte ma una abbastanza deludente seconda. Però si è lasciato guardare tranquillamente, nonostante la noia per il risaputo abbia fatto capolino più volte durante la sopracitata seconda parte.