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Dear Lemon Lima di Suzi Yoonessi

19 ottobre 2009 Recensioni 3 Commenti
Dear Lemon Lima

Wave Distribuzione, 1 Luglio 2011 – Dolce

Quando Vanessa Lemor, una solitaria ragazza eschimese, viene lasciata dal suo grande amore trascorre l’estate ossessionata dalla propria straziante tragedia. La sua nuova vita è un incubo: mentre l’ex diventa sempre più popolare, lei viene relegata a vita con i “supersfigati”…


Una scena di Dear Lemon LimaIl theremin è uno strumento musicale elettronico inventato dall’omonimo fisico russo ai primi del ‘900, che ha la particolarità di produrre suono senza bisogno di essere toccato, con il solo movimento delle mani vicino alle sue antenne. Il theremin è lo strumento con cui Madelin si esercita ogni mattina nell’attesa del bus che la porta alla Nichols Academy. E’ proprio lì che incontra Vanessa Lemor, tredicenne di origini eschimesi accettata in quell’esclusivissima scuola grazie ad una di quelle borse di studio con cui negli anni ’70 i “bianchi” pensavano di discolparsi del razzismo verso gli indigeni nascondendo il proprio senso di superiorità dietro un interesse quasi maniacale per le loro usanze, costumi, danze e gare.

Una scena di Dear Lemon LimaLa gara, lo scontro, la guerra è il centro intorno al quale si svolge l’intero Dear Lemon Lima. L’occhio di un ciclone dai ritmi incomprensibili all’orecchio, ma non al cuore. Perché qui i dialoghi sono semplici, elementari e primitivi, quasi per lasciare spazio all’esperienza personale dello spettatore. E’ uno scontro generazionale tra i figli che cercano (ognuno a modo suo) un posto nella Società, di cui la Nichols è la perfetta rappresentazione, e i genitori chiusi nei loro schemi e parametri sociali. Qui le tribù sono i gruppetti che per “classe sociale” o caratteristiche fisiche o intellettuali si delineano nella scuola, e i “bianchi invasori” sono le famiglie da cui i ragazzi provengono.

Una scena di Dear Lemon LimaAccompagnati da un sottofondo musicale che ricorda le avventure di Amélie Poulain, Vanessa ci accompagnerà per i quasi 90 minuti di Dear Lemon Lima nel mondo suo e dei Fubar (terribile acronimo di “Fucked Up Beyond All Recognition”). I Fubar non sono solo il team che parteciperà all’annuale gara di sopravvivenza della scuola, non sono solo i nerd che – come ci si aspettava – alla fine vincono. I Fubar ci aprono la porta su un mondo che tutti noi abbiamo dentro, in cui molti di noi nei primi anni di liceo hanno vissuto. Un mondo in cui si è automaticamente esonerati da educazione fisica se non si è competitivi e ci si trova confinati in sala pesi; un mondo in cui la stanchezza cronica è una filosofia di vita, in cui le mani servono a fare il gioco delle ombre nella propria camera da letto in uno spettacolo a due con il proprio vicino di casa, in cui se vuoi vedere il cielo devi attraversare le nubi, con i loro temporali, ma poi il cielo è ancora più blu. Un mondo in cui avere un amico immaginario non è un timbro di differenza.

Una scena di Dear Lemon LimaNel mondo dei Fubar è un clone di Draco Malfoy a scrivere di nascosto «iloveyouiloveyouiloveyou» ovunque e all’infinito. Nel mondo dei Fubar, nella classe di spagnolo la Bontà vince sulla Forza. E Vanessa sullo spocchioso Philip. Ma il mondo dei Fubar non evita i dolori, non ci risparmia i caduti in guerra. Hercules non è il semidio visto con la Disney, ma il più gracilino della compagnia. Nel mondo dei Fubar per crescere bisogna attraversare tanti colori. Si parte dal “terra” per passare al biondo platino cercando di farsi accettare, poi ci si ferma su un rosso ciliegia (che tanto ricorda la dolce Kate Winslet in Se mi lasci ti cancello) quando si rinuncia all’inserimento sociale a scuola e si combatte, per poi tornare finalmente al punto di partenza, il castano tanto odiato. Quando ci si inizia ad amare e si può iniziare ad amare gli altri (i papà-trichechi ci raggiungono addirittura in sogno per insegnarcelo). Poi finiscono i 90 minuti del film, e si esce dalla porta di ingresso, e si esce dal mondo dei Fubar. E anche se il «Dear Lemon Lima» diventa «Dear Diary» noi il nostro amico immaginario non lo dimenticheremo mai.


La locandina di Dear Lemon LimaTitolo: Dear Lemon Lima (Id.)
Regia: Suzi Yoonessi
Sceneggiatura: Suzi Yoonessi
Fotografia: Sarah Levy
Interpreti: Savanah Wiltfong, Shayne Topp, Zane Huett, Melissa Leo, Beth Grant, Meaghan Jette Martin, Elaine Hendrix, Vanessa Marano, Chase Wright Vanek, Kari Nissena, Elaine Lee, Eleanor Hutchins, Emma Dumont, Bob McCracken
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 27′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Bello! ha detto:

    Bellissimo film visto al Festival, forse il migliore
    La delicatezza della recensione lo rispetta in pieno!
    Bravi!

  2. Andrea Torino ha detto:

    ho una domanda: è stato doppiato in Italiano ?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Com’è scritto in cima alla pagina, era stato acquistato da una casa di distribuzione italiana, ma non mi risulta sia mai uscito né nei cinema né in home-video.

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