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"Educazione siberiana" di Gabriele Salvatores

17 marzo 2013 Recensioni 0 Commenti
Educazione siberiana

01 Distribution, 14 Marzo 2013 – Accademico

Quelli siberiani non sono criminali comuni: da generazioni seguono un ferreo codice regolamentare, che distingue chi è dentro da chi è fuori. Cresciuti insieme per diventare dei seguaci, Kolima e Gagarin sono però destinati a scontrarsi, a causa del codice e di una donna…


Arnas Fedaravičius e Vilius TumalavičiusCineasta non sempre amato dalla critica, Gabriele Salvatores merita comunque il riconoscimento di una costante e paziente ricerca di rinnovamento per il suo cinema, con cambi di genere, di collaboratori, di approccio registico. Dopo gli ultimi quindici anni divisi tra esperimenti più e meno riusciti, però, ecco arrivare quest’ultimo lavoro, e sembra davvero di essere a un punto morto. A seguito del discusso Come Dio comanda e del conservativo (e derivativo) Happy Family, ritorniamo dalle parti del malriuscito Quo Vadis, Baby?. Di nuovo abbiamo un romanzo imbevuto di sofferenza e oscurità a monte di un’operazione prettamente commerciale, con l’unica differenza che stavolta siamo dalla parte del crimine.

Eleanor TomlinsonLa sostanza è quella di un romanzo di formazione a due, per mettere in scena lo scontro tra il rispetto delle tradizioni e la completa anarchia in virtù della sopravvivenza individuale in un mondo di lupi. Questa fondamentale contrapposizione, incarnata in modo calligrafico nei due protagonisti (la scena della consegna dei coltelli), non è però l’unica di una sceneggiatura eccessivamente rigida, che sembra vivere esclusivamente di ripetute opposizioni e momenti in cui l’educazione siberiana del titolo si fa meccanica didattica per lo spettatore. Il personaggio del nonno Kuzya è proprio il simbolo di tutte le difficoltà dell’operazione, ripetendo contenuti validi in un romanzo ma che sullo schermo finiscono per essere sprecati e legati male o in modo forzato alla storia dei protagonisti.

John MalkovichTutte le istanze alla base della scrittura risultano controproducenti per la riuscita emotiva del film, che finisce per essere distante e quasi chiuso in se stesso, arroccato nella granitica sicurezza della sua portata. Poco importa la buona qualità tecnica messa in campo, o alcune valide intuizioni di regia da parte di Salvatores, che comunque riesce a inserire qualche scena carica di poesia quando non è costretto a fare un Romanzo criminale russo: quello di Educazione siberiana appare come un mondo la cui mitologia rimane inevitabilmente estranea allo spettatore, anche se viene spiegata. Peccato solo per le buone prove dei due giovani protagonisti, supportati da un John Malkovich gigione ma efficace e da una convincente Eleanor Tomlinson. Difficile stabilire quanto le mancanze dell’opera siano da ricercarsi nel romanzo originale e quanto nella volontà di adattare un materiale poco docile alla forma più semplificata e soddisfacente per il grande pubblico.


La locandinaTitolo: Educazione siberiana
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Gabriele Salvatores
Fotografia: Italo Petriccione
Interpreti: Arnas Fedaravičius, Vilius Tumalavičius, Eleanor Tomlinson, Jonas Trukanas, Vitalji Poršnev, Peter Stormare, John Malkovich
Nazionalità: Italia, 2013
Durata: 1h. 43′


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