"Fighting" di Dito Montiel
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Sean McArthur si arrabatta con difficoltà per sopravvivere nelle strade di New York, fino a quando non incontra per caso un piccolo truffatore che lo inserisce nel circuito dei combattimenti clandestini. Sean è un osso duro, ma di fronte a lui c’è della gente davvero tosta…
Deciso cambio di rotta per Dito Montiel, che dopo l’ottimo esordio con Guida per riconoscere i tuoi santi scrive e dirige un film estremamente tipico nel panorama cinematografico hollywoodiano. Lo fa comunque con la giusta attenzione, senza farsi abbindolare dai tanti stereotipi di sceneggiatura che lui stesso ha scritto, e realizza una pellicola energica e tutto sommato interessante. Ha anche la fortuna di avere per protagonista un Channing Tatum che sembra chiaramente più in parte rispetto alle sue prove precedenti, ma nel cast brilla soprattutto l’eccellente Terrence Howard, cui Hollywood continua ingiustamente a negare ruoli di primo piano in film importanti.
In questo Fighting Montiel gira i combattimenti con la giusta frenesia e costruisce alcuni buoni momenti nelle sequenze puramente di racconto. Il risultato è di riuscire a divertire il pubblico giovanile e intrattenere quello più adulto, che però probabilmente si aspettava da lui qualcosa di più. Invece, l’autore newyorchese ha voluto dimostrare di saper dirigere un film medio, un prodotto prevalentemente commerciale, e di saper sfruttare il suo talento per renderlo comunque degno di attenzione. E grazie al suo talento, si fa perdonare anche il più prevedibile dei finali.
Titolo: Fighting (Id.)
Regia: Dito Montiel
Sceneggiatura: Robert Munic, Dito Montiel
Fotografia: Stefan Czapsky
Interpreti: Channing Tatum, Terrence Howard, Zulay Henao, Michael Rivera, Flaco Navaja, Peter Tambakis, Luis Guzmán, Anthony DeSando, Roger Guenveur Smith, Brian White, Ivan Martin, Danny Mastrogiorgio
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 45′
Sì ma c’era proprio bisogno di tenersi così attaccato alle coordinate del genere? Girargli un po’ alla larga – non molto – avrebbe giovato, così in alcuni punti è identico all’ennesimo clone del filone teen danzereccio/rivalsa, poteva esserne una rilettura più in profondità se lo avesse sporcato maggiormente con quel suo gusto per il multiculturalismo urbano un po’ retrò. Comunque interessante.
Sì, in effetti ha voluto fare proprio un film commerciale, si vede che dopo Guida… i produttori di Hollywood non avevano comunque fiducia in lui e allora ha voluto dimostrargli di essere capace di fare cose normali. Qui gli incassi non sono stati straordinari, ma penso che i produttori non ci abbiano perso dei soldi. Però è vero che avrebbe dovuto provare a volare più alto.
MI trovo talmente in disaccordo con questa recensione che ritengo di dovere fare un’esame di coscienza. PArto prevenuto sui film su combattimenti, perchè sono un praticante e li guardo con un’occhio esperto (eufemismo per prevenuto), ma questo film mi è sembrata la brutta copia di Lionheart con Van Damme (non esattamente un capolavoro) con sequenze di lotta mediocri. Redbelt è un capolavoro.
Massimiliano, questo è un film a soggetto, non un DVD con una riunione di lotta. La credibilità dei combattimenti non è l’unica cosa che conta, né la più importante. Non ha importanza se Channing Tatum sa tirare pugni o meno, ma il modo in cui Montiel riprende e monta quei pugni e soprattutto ciò che ci costruisce attorno. Che questo non sia un capolavoro è fuori di dubbio, ma paragonarlo a una delle cose peggiori fatte da Van Damme mi sembra proprio esagerato… “Redbelt” io l’ho odiato, ma aveva dei buoni momenti, come tutti i film di David Mamet.