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"Frankenstein" di Bernard Rose

16 marzo 2016 Recensioni 1 Commento
Frank3n5t31n

Barter, 17 Marzo 2016 – Insoddisfacente

Nella Los Angeles contemporanea, i coniugi Frankenstein vedono i frutti delle loro ricerche quando riescono a dar vita a una creazione non umana. All’inizio le fattezze maschili di questa creatura sembrano attestare una vittoria senza precedenti, ma ben presto il suo aspetto s’imbruttirà fino a diventare mostruoso…


Xavier Samuel e Danny Huston in FrankensteinL’ultima trasposizione cinematografica del romanzo ottocentesco di Mary Shelley sceglie il contesto moderno. Ciò non significa solo vedere l’ambientazione californiana in netto contrasto con quella prevalentemente nordica della fonte letteraria, significa anche collocarlo nell’ambito scientifico ideale, quello in cui gli scienziati possiedono gli strumenti più sofisticati per concepire gli esperimenti più azzardati. Eppure, che lo facciano nel Duemila o con qualche secolo di anticipo, il monito è sempre quello di non sfidare le leggi di Dio e della natura.

Xavier Samuel in una scena di FrankensteinLa ribellione del corpo artificiale di questo essere vivente avviene rapidamente quale risultato di errori umani, innescando il vortice sanguinario di una violenza ripetitiva. Anche quando è carnefice, di fondo il mostro è innocente se si considera il destino di abbandono e di isolamento cui è stato cinicamente condannato dai suoi stessi “genitori”. Questo è il fulcro tematico del film, al contempo però svilito proprio dal contesto scelto per narrarlo. La sofferenza del mostro, che nutre sentimenti umani e soffre profondamente della sua condizione disumana, emerge a sufficienza per comunicarne tutto il comprensibile dramma. Ma non altrettanto viene conservata e trasmessa la grandezza epica del romanzo.

Xavier Samuel e Carrie-Ann Moss in FrankensteinL’unico vero apporto che, rispetto alla storia originale, Frankenstein offre è la scelta di far vivere alla creatura diversi livelli di conoscenza. Il giovane apparente, che in realtà è appena nato, proprio come un bambino deve conoscere il mondo e lo farà prima allo stadio animale, seguito da quello relazionale con gli esseri umani, arrivando a sfiorare quello sentimentale. Fino a culminare in una ricerca della morte, che concepirà come una specie di purificazione. Altra particolarità è la scelta di farne il protagonista, defilando i coniugi Frankenstein, che compaiono nell’incipit e nel peraltro breve finale. Nel film, i tormenti non sono i loro ma della creatura che rinnegano e che, addirittura, tentano di replicare.

Xavier Samuel in FrankensteinL’interpretazione del mostro, che in ogni caso resta non semplice da affrontare, è salva grazie alla prova di Xavier Samuel. Ciò considerando che in tal caso non si tratta di una recitazione affidata a dei dialoghi, ma piuttosto alla fisicità, gestualità ed espressività di chi è chiamato a interpretare il ruolo di un mostro che a malapena sa esprimersi a parole e conosce solo violenza. Tuttavia, ciò non basta a riscattare una pellicola che ha il merito di riproporre un classico senza però farlo brillare interamente.


La locandina di FrankensteinTitolo: Frank3n5t31n (Frankenstein)
Regia: Bernard Rose
Sceneggiatura: Bernard Rose
Fotografia: Candace Higgins
Interpreti: Xavier Samuel, Carrie-Anne Moss, Danny Huston, Tony Todd, Sandra Rosko, Maya Erskine, Mckenna Grace, Carol Anne Watts, James Lew, Adam Nagaitis, Mary Gallagher, Ron Roggé, Jorge-Luis Pallo, John Lacy, Julie Marcus
Nazionalità: USA – Germania, 2015
Durata: 1h. 29′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Io l’ho trovata una onesta e “sentita” trasposizione odierna del mitico romanzo.
    Contando il basso budget, ne è venuto fuori un buon indie-horror.
    Certo, da qui a dire che mi è piaciuto, ce ne vuole, però diamo a Cesare quel che è di Cesare.
    Lo script e la regia di Rose segue l’odissea del Mostro in modo quantomeno fedele (ho notato ravvisaglie appunto col “Frankenstein” di Branagh) peccando però a volte di esagerata staticità di ritmo ed evidenti buchi di sceneggiatura.
    Piaciuta la prova di Xavier Samuel che riesce nell’intento di reggere il film da solo, si può dire.
    Molto buono il make-up.
    Per una maggiore completezza di fame cinefila gli si può tranquillamente dare uno sguardo.

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