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"Frankenstein's Army" di Richard Raaphorst

18 marzo 2014 Recensioni 13 Commenti
Frankenstein's Army

Disponibile in home-video – Sorprendente

Verso la fine del Secondo Conflitto Mondiale, un manipolo di soldati russi richiamati da un messaggio di soccorso, si imbatte in un laboratorio segreto nazista dove l’erede del geniale dottor Frankenstein ha dato vita a un esercito di non morti, assemblati con tenaglie giganti, pale di aerei e trampoli…


Karel Roden in Frankenstein's ArmyLa magia del cinema è in grado di sorprendere ben oltre i trailer “montati ad arte” nei quali si cerca di condensare il meglio di un lungometraggio per catturare l’attenzione e stuzzicare la curiosità necessaria a staccare il biglietto. Come in questo caso, perché l’opera prima di Richard Raaphorst, se in prima istanza si lascia declinare come il classico film splatter-horror/nazi-fascista durante la sua visione si manifesta per quella forma da “found footage” intrigante e terrorizzante, in grado di tenere incollati alla sedia per l’intera durata della registrazione.

Una scena di Frankenstein's ArmyLa cinepresa che riprende la spedizione in classico stile Blair Witch Project lascia fin dall’inizio qualche dubbio (com’è possibile che in quel periodo ci potessero essere macchine da presa in grado di registrare con una tale pulizia del video e dell’audio?), mentre il laboratorio, le macchine, la vivisezione e il riassemblaggio come neanche Henry Ford avrebbe osato, riportano alla memoria riferimenti a Hostel ma attingono a pieni bulloni anche dal mondo videoludico, nello specifico dal titolo di ID Software Wolfenstein 3D, con cui guardacaso il film condivide periodo e ambientazione storica. Il fatto che l’operatore sia in pratica il Carter Burke di Aliens – Scontro Finale – ovvero un personaggio che sa ben oltre quanto rivela e che, per sfortuna dei nostri, si lascia scoprire troppo tardi – impedisce però che il film diventi troppo banale.

Una scena di Frankenstein's ArmyFrankenstein’s Army è scorrevole e riesce a mantenere viva l’attenzione non tanto per i numerosi colpi di scena quanto per il modo in cui sono incasellate le varie tessere dell’avventura. Ci si chiede, per il modo al limite della parodia con cui inizialmente la squadra si fa strada, dove voglia andare a parare il regista, e proprio questa curiosità evita di abbandonare nei primi minuti – i più difficili da digerire – prima di una seconda parte al cardiopalma.

Una scena di Frankenstein's ArmyIl dottor Viktor Frankenstein, interpretato da un sadico Karel Roden decisamente in parte, appare tanto orgoglioso per le proprie creature quanto spietato e ciecamente convinto della propria illuminazione. Ad aiutare questo effetto collabora la notevole attenzione prestata alla creazione dei mostri, vere e proprie opere d’arte assemblate lasciando gli effetti digitali nel cassetto e affidandosi unicamente alla perizia di costumisti e truccatori (probabilmente, però, la scelta è stata dettata fin dall’inizio da motivi di budget).

In conclusione, Frankenstein’s Army è un film horror che gioca molto sulla suspense pre-morte (ce la farà a salvarsi?) e che, pur non brillando di originalità, sembra essere un ottimo trampolino di lancio per la carriera di regista dello scenografo olandese Richard Raaphorst.


La locandina di Frankenstein's ArmyTitolo: Frankenstein’s Army (Id.)
Regia: Richard Raaphorst
Sceneggiatura: Chris W. Mitchell, Miguel Tejada-Flores
Fotografia: Bart Beekman
Interpreti: Karel Roden, Robert Gwilym, Hon Ping Tang, Alexander Mercury, Luke Newberry, Joshua Sasse, Mark Stevenson, Andrei Zayats, Klaus Lucas, Cristina Catalina, Jan de Lukowicz, Linda Balabanova, Tereza Slavickova, Ivana Lokajová, Boris Bocev, Izabella Kisova
Nazionalità: Olanda, 2013
Durata: 1h. 24′


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Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    Leggendo il sunto della trama mi si sono, come diceva quel noto giornalista, “accapponati i capelli” per cui grande è stata la sorpresa di leggere una recensione in positivo.

    Lo guarderò senz’altro, mi incuriosisce assai 🙂

  2. Fabrizio Degni ha detto:

    Buondi Plissken, grazie per il commento e… sono certo che il film saprà rapirti come pochi! Aspettiamo le tue impressioni,

    Fabrizio

  3. Plissken ha detto:

    Grazie a lei Esimio 🙂

    Film già reperito in nottata… ovviamente in versione sub-ita. A presto.

  4. Plissken ha detto:

    Visto. Anzitutto va certificata la bontà di quanto espresso in recensione, che risulta esplicativa sia per ciò che concerne la descrizione del “prodotto” sia per l’esposizione della matrice “grottesca” o “al limite della parodia”.

    Il film in effetti risulta divertente e si lascia guardare volentieri, nonostante faccia capolino spesso una certa sensazione di deja-vu con riferimento primario al soggetto ed alla sceneggiatura. Non è difficile difatti riscontrare nella prima parte un palese debito verso altre pellicole tra cui spicca, senza scomodare l’inarrivabile “Predator”, “Dog Soldiers” ad esempio. La seconda parte invece prende una piega diversa andando a “saccheggiare”, come espresso in recensione, gli horror/splatter di cui Hostel nella fattispecie è divenuto nel bene e nel male il maggior riferimento.
    Proprio per tale motivo non sono riuscito a godere appieno del clima di tensione descritto, anche se va precisato che nonostante tutto e considerata l’evidente produzione low-budget il regista ha saputo attuare un più che buon lavoro, coadiuvato da un’ambientazione che pur apparendo ripetitiva risulta senz’altro valida ed atta allo scopo. Per niente malvagi gli effetti grand guignol che, attenzione, non rendono il film adatto alle fidanzatine o ai deboli di stomaco. 🙂

    Tralasciando alcune piccole incongruenze nella sceneggiatura la cosa che personalmente mi ha più infastidito è l’uso pressoché continuo della handy-cam, scelta probabilmente dettata da motivazioni economiche e quindi comprensibili e che crea sin dall’incipit la contraddizione legata all’uso della telecamera “hi-tech”provvista di sonoro. Per il resto è stato un vero spasso scoprire man mano le varie “creature” che effettivamente risultano realizzate con fantasia e “verve”, tanto da risultare sovente perfino simpatiche. Tra l’altro, sono certissimo nonché lieto di aver individuato ciò che si rivela essere palesemente il prototipo del mitico “ED-209”.

    Debbo dire che rispetto al citato “Hostel” o ad altri film girati invece in simil-“found footage” questa pellicola mi ha divertito in misura maggiore in quanto non si prende troppo sul serio malgrado la crudezza degli argomenti esposti; divertenti anche gli sporadici richiami ad un certo cinema di regime attuati principalmente attraverso le (poche) musiche e qualche vessillo, mentre la figura ben riuscita del Dott. Frankenstein e la ventilata “morale” del film donano quel tocco in più che fa la differenza.
    Gli interpreti (fatta eccezione per il citato Karel Roden) non spiccano per le doti recitative, ma visto che leggendo i titoli di coda si può evincere che hanno dovuto ricoprire più ruoli, sono stati bravi!-)

    Insomma nel complesso comunque un film frizzante e, considerati i pochi mezzi, ben realizzato, che mi ha divertito e che giurerei si avvia a divenire un piccolo “cult”.

    Grazie per la segnalazione. 🙂

  5. M.A.G.D ha detto:

    Plissken potrei farti una domanda un po’ personale?
    Lavori per questa pagina o sei un critico professionista? Perché hai delle ottime qualità intuitive e lessicali.

  6. Plissken ha detto:

    Nessun problema M.A.G.D, attendo che nelle mie gote si attenui la saturazione e ti rispondo…

    No, sono solo un appassionato di Cinema con sporadica tendenza alla logorrea in forma scripta… per il resto seguendo Cinefile attingo dagli Illustri recensori. 🙂

    Ti ringrazio comunque, sei molto gentile.

  7. Fabrizio Degni ha detto:

    Buonasera a tutti.
    Plissken hanno scoperto che alla stregua di coloro che commentano le attrazioi di TripAdvisor… sei anche tu nella nostra redazione… scherzo!
    I miei complimenti per l’analisi nonché per la dialettica con cui hai argomento e giustificato le tue impressioni. Sono davvero contento che, seguendo questa recensione nello specifico, o le numerose pubblicate sul sito, guardando al macro, io, come ciascun lettore abbiamo modo di non perdere gemme che altrimenti resterebbero confinate nel mondo dei B-Z movie, o peggio ancora (come invece confermatomi da un’amica) a reperti neanche degni di una prima in sala.
    Ci sono non pochi riferimenti o omaggi se vogliamo a film e videogiochi e potrebbere un bel hunting-game quello di individuarli tutti…

    Fabrizio

  8. Plissken ha detto:

    C’è poco da scherzare, sarà meglio che mi invii alla svelta il bonifico pattuito… (LOL!-)

    Beh, ho scelto Cinefile come sito di riferimento per tenermi aggiornato sui film in uscita (e non solo) e, avendo letto oramai parecchie recensioni, ho una certa fiducia nelle capacità di analisi della redazione rivelatasi fin ora ben riposta; tale aspetto è fondamentale.

    Visto che, da buon carpenteriano, non cerco necessariamente in un film elucubrazioni intellettual-filosofiche ma anche emozioni, non disdegno per nulla il “mondo dei B-Z movie” purché non facciano leva sugli aspetti morbosi a scapito degli elementi che delineano la specificità filmica. Per cui ben vengano anche recensioni come queste, dedicate a pellicole con meno visibilità.

    Ho un giovane amico iper-esperto di videogames (fa anche recensioni su di un sito in tema) e non so se riuscirei a non giocare sporco nel caso di un ipotetico hunting-game…
    Uomo avvisato… 😉

  9. Riccardo ha detto:

    Mi incuriosisce… la trama sembra quella di un Z movie ma la recensione afferma, effettivamente, che ci troviamo davanti a qualcosa di solido ed egregiamente realizzato malgrado il basso budget. Saranno inevitabili paralleli con gli splatter d’esordio di Peter Jackson?

  10. Plissken ha detto:

    Beh… secondo me tutto sommato la trama E’ quella di un Z movie… il “fascino” del film è anche lì. Credo sia da visionare con una certa spensieratezza di base per goderselo, con un approccio ludico, un po’ come si fa con certi vecchi film di Jack Arnold.

  11. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao Riccardo, la trama non è originale sicuramente ma è così lineare che almeno non lascia perplessi per voli pindarici nel giustificare le cose che accadono. L’originalità, invece, è nella narrazione: la “bontà” della qualità di registrazione stona e forse toglie un pò di magia all’opera, ma il resto, nel particolare gli ambienti claustrofobici dentro il laboratorio, sono un bel risultato.

  12. skumkyman ha detto:

    Avevo 15 anni quando rimasi molto sorpreso da ‘Herny, pioggia di sangue’ ma al contempo non riuscivo a spiegarmi l’avversione di Nanni Moretti per quel film che mi aveva divertito, e voyeuristicamente scosso.
    Oggi dopo vent’anni mi sento più vicino alla sensibilità del ns. cineasta perchè il film mi è sembrato un carrozzone di idee trite e ritrite, che fa da conttraltare agli ottimi trailer invece apparsi su youtube.
    Un vero e prorio Frankenstein che cerca di far rivivere il thriller di quei film di genere come ‘S.S. Lager 5 l’inferno delle donne’ trasferendolo però in un immaginario ludico (che spazia dai recenti Bioshock al sempiterno Warhammer 40’000) e privandolo di quella credibilità e genuinità che avevano solo i film dell’epoca, per il fatto di prendersi fin troppo sul serio.
    In conclusione, si lascia vedere forse solo per l’hunting game, ma per il resto è coerente nella sua piattezza e nella totale assenza di pathos dall’inizio alla fine. Cambierei l’aggettivo in un “Disumano” in giallo. 🙂

  13. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao skumkyman,
    grazie il tuo commento e per le riflessioni che di certo genererà. A mio avviso, però, si sbaglia nel valutare questo film come une riproposizione aggiornata dei classici che furono ne a volerlo investire di una qualsiasivoglia pretesa da cronistoria. Anzi, per converso, l’intento è al limite del tarantinismo: estremizzare nel campo di quella parodia-ilarità che qui comunque piu’ che pathos fa tensione, quel sentimento di denuncia che altri film hanno semplicemente raccontato sfogliando i libri di scuola.

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