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"In un mondo migliore" di Susanne Bier

1 novembre 2010 Recensioni 2 Commenti
In un mondo migliore

Teodora, 10 Dicembre 2010 – Inconcludente

Dopo la morte della madre, un ragazzino e suo padre si trasferiscono da Londra in Danimarca. Qui il piccolo fa amicizia con un coetaneo il cui padre è medico volontario in Africa. I due dovranno affrontare la violenza della vita quotidiana e la pericolosità delle reazioni di ognuno…


Dopo aver presentato al Festival di Roma il suo precedente e bel film Noi due sconosciuti, Susanne Bier – una delle più discusse e apprezzate registe donne – torna sempre in concorso al Festival col suo ultimo film, una storia sulla violenza e sui rapporti adulti/ragazzi che segna però un passo indietro rispetto al cammino dell’autrice.

Un dramma contemporaneo e dall’approccio più moderno rispetto al mélo caro alla Bier, scritto dalla regista con Anders Thomas Jensen cercando un parallelo morale – e velatamente cristologico – tra il contesto urbano e la politica del terzo mondo. Il film, infatti, mette a fianco, a tratti sovrappone, la rabbia e le repressioni di due ragazzi alle prese col bullismo, con la violenza, con le difficoltà a gestirla, con la scuola ritratta come un carcere che gli istruttori non comprendono, con gli orrori delle guerre civili in Africa, con il contrasto tra il dovere e il dolore, la morale e la giustizia per arrivare a metter al centro la dignità umana e riflettere sulle radici psicologiche della violenza.

La Bier dimostra il consueto tocco, persino più cauto del solito, e la solita precisione psicologica e morale, ma purtroppo stavolta le manca l’ispirazione registica, la capacità di gestire il racconto e di farlo arrivare al cuore dello spettatore. Se c’è una cosa che sa fare, infatti, è costruire strutture a fuoco lento attorno ai protagonisti, svelando poco a poco le carte da giocare, ma stavolta le manca la forza per giocarle con coraggio, con efficacia e inventiva cinematografica, con la cura del dettaglio intimo che comunica allo spettatore. E va anche detto che, sebbene il cast sia composto da solidi attori danesi, non è quel gruppo di talenti che da sempre ha messo insieme e che l’ha sempre servita in modo efficace e viscerale (per non parlare della straordinaria Halle Berry del duo film precedente): qui, tra vecchie conoscenze e scoperte, non si sente mai del tutto il talento espressivo che conquista. E che rende memorabile anche il più banale dei racconti.


Titolo: In un mondo migliore (Hævnen)
Regia: Susanne Bier
Sceneggiatura: Susanne Bier, Anders Thomas Jensen
Fotografia: Morten Søborg
Interpreti: Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Markus Rygaard, William Jøhnk Nielsen, Bodil Jørgensen, Elsebeth Steentoft, Martin Buch, Anette Støvlebæk, Kim Bodnia, Camilla Gottlieb
Nazionalità: Danimarca, 2010
Durata: 1h. 53′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Lore ha detto:

    Non e’ cosi’ lontano dalla poetica e dagli argomenti trattati in “Dopo il matrimonio” e prima in “Non desiderare la donna d’altri” che a me sono piaciuti parecchio
    E questo film avra’ anche dei difetti, ma secondo me e’ una riflessione assolutamente non banale, e di sicuro molto, molto sincera e verosimile. Retorica e intenti didascalici erano la trappola piu’ insidiosa, visto l’argomento, e la Bier li ha evitati alla grande.
    Poi, non e’ un film perfetto. Ma a me e’ piaciuto molto. Non ho visto “Noi due sconosciuti” quindi mi riservo di cambiar giudizio….

  2. ferramola enea ha detto:

    ottimo film bravi attori buona regia un film da vedere asolutamente

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