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"Interstellar" di Christopher Nolan

6 novembre 2014 Recensioni 53 Commenti
Interstellar

Warner, 6 Novembre 2014 – Emozionante

Nel prossimo futuro, una strana piaga vegetale minaccia la sopravvivenza stessa della razza umana. Un ex pilota della NASA e un team di scienziati provano a sfruttare un canale spazio-temporale di origine ignota per trovare un nuovo mondo abitabile, ma andare a esplorare lo spazio vuol dire abbandonare la propria famiglia…


Matthew McConaughey e Mackenzie Foy in Interstellar«Vedo la Terra azzurra», disse Jurij Gagarin appena uscito dall’atmosfera. Anche il primo pensiero del protagonista di Interstellar al momento di lasciare la Terra, dopo 45 minuti di proiezione, è rivolto al nostro pianeta e a chi ancora ci vive. È il primo vero slancio poetico di un film sempre in bilico tra testa e cuore, tra scienza e sentimento. Un film che probabilmente ha tolto il sonno ai dirigenti della Warner, che si sono trovati a finanziare una costosissima pellicola ancor più cerebrale di Inception ma con il pubblico di riferimento di Batman. Un rischio che, ovviamente, valeva la pena correre e che dal punto di vista artistico ha sicuramente pagato.

Anne Hathaway e Matthew McConaughey in InterstellarInterstellar riesce a essere avvincente pur avendo a che fare con teorie scientifiche non proprio conosciute da tutti, e riesce a essere commovente nonostante una meccanicità nella gestione dei tempi davvero clamorosa. Com’era logico aspettarsi, è anche supportato da una realizzazione tecnica eccezionale, capace di lasciare senza fiato tanto nella vastità dello spazio quanto sulla superficie di un pianeta alieno. Soffre però – forse ancor più che in passato – dell’incapacità ormai conclamata dei Nolan di staccarsi davvero dalle regole del cinema hollywoodiano, che impongono alle sceneggiature una struttura fatta di spiegoni, ridondanze e sottolineature per provare a farsi capire anche dallo spettatore più distratto, fino ad accompagnarlo per mano a un finale che se è banale è meglio.

Una scena di InterstellarNon si tratta, comunque, della proverbiale montagna (di marketing) che ha partorito un topolino, perche nel contesto hollywoodiano Interstellar è un film gigantesco, per quanto globalmente inferiore allo stesso Inception (senza il quale, peraltro, è chiaro che questo film non sarebbe mai stato concepito) e che ha il grande pregio di provare a dare forma concreta a cose che la scienza soltanto immagina. L’impressione, però, è che le premesse per trovarsi davanti la profondità di un nuovo Odissea nello spazio ci fossero tutte, ma che i fratelli londinesi si siano accontentati di realizzare solamente un pregevolissimo nuovo Contact.


La locandina di InterstellarTitolo: Interstellar (Id.)
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Jonathan Nolan, Christopher Nolan
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Interpreti: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Wes Bentley, David Gyasi, Michael Caine, John Lithgow, Mackenzie Foy, Casey Affleck, Matt Damon, Topher Grace, Ellen Burstyn, Leah Cairns, Collette Wolfe, Timothée Chalamet, David Oyelowo
Nazionalità: USA – Regno Unito, 2014
Durata: 2h. 48′


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Attualmente ci sono 53 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    A due mesi di distanza dall’avvistamento sulle nostre pagine, cosa c’è di nuovo per il segretissimo progetto di Nolah?
    C’è da dire che diversamente dalla piega presa da Apple con iPhone smarriti nei bar, leaked piu’ o meno voluti (l’iPhone 6 impazza…) questa volta c’è un silenzio che definire “siderale” è un eufemismo ma… Google è con noi!
    Una breve ricerca confinata all’ultimo mese porta alla luce che…

    News 6 Agosto – Tiscali.it
    Un mondo di granturco – Di recente al Comic Con di San Francisco è stato svelato il terzo e più lungo trailer di Interstellar, poi distribuito anche con doppiaggio italiano. Un primo corposo assaggio di quel che aspetta il pubblico. Con la partenza da un mondo che non ci vuole più, e dove per gli abusi della tecnologia, cresce soltanto il granturco. Fino ad un mondo nuovo, da capire, e forse da conquistare con maggior rispetto. Al copione di Interstellar i fratelli Nolan (Jonathan e Christopher) lavorano da tempo, ispirandosi alle teorie del fisico americano Rip Thorne. Interstellar uscirà sia in formato digitale ma anche in Imax (immagini più grandi del solito) a partire dalla pellicola a 70mm, che garantisce una “pasta” visiva unica. Del cast fanno parte, oltre a McConaughey: Anne Hathaway, John Litgow, Jessica Chastain.

    News 6 Agosto – Il Fatto Quotidiano (leggermente OT…)
    Pellicola 35mm, Hollywood si mobilita per salvarla. Così Nolan ha girato Interstellar
    Alcuni registi, tra cui J.J. Abrams e Refn, si sono schierati in prima linea per convincere i capi degli studios Warner Bros, Paramount, Universal e Disney, a trovare una soluzione per salvare un patrimonio artistico unico. Il loro impegno ha portato alla firma di un accordo fondamentale che getta le basi per contrastare una graduale estinzione della pellicola. Lettera aperta di Martin Scorsese: “La pellicola, ancora oggi, offre una tavolozza visuale più ricca di quella dell’Hd”

    … Christopher Nolan sta utilizzando il 35 mm per il nuovo Interstellar… (questa la notizia…)

    E… il trailer N.3 presentato in occasione della Comi Con visibile cliccando qui: http://www.youtube.com/watch?v=ePbKGoIGAXY

    che obiettivamente fa salire l’hype a mille!!!

  2. Fabrizio Degni ha detto:

    “Giovedì 6 Novembre al cinema”… e’ con questa, attesa, lieta novella che Warner Bros non solo ci conferma l’arrivo nelle nostre sale di questo attesissimo film, ma anche la disponibilita’ di alcune immagini catturate direttamente dalla pellicola che c’e’ da dire…. stupiscono e non poco!

    Le nuove immagini sono disponibili qui e: http://www.warnerbros.it/blog/interstellar-nuove-immagini-ufficiali-dal-film-di-christopher-nolan/

  3. Sebastiano ha detto:

    Niente stella ?

  4. Andrea ha detto:

    Beh, non è per dire, ma ci sono registi che mai e poi mai possono neanche avvicinarsi a un cinema che proietta Contact, non è proprio un filmetto da 3 soldi.
    Poi adoro 2001:Odissea nello spazio, ma è un film più unico che raro, e sono contento se non hanno inseguito “a forza” quella scia di kolossal enigmatico/geniale, che ha nei suoi punti di forza proprio i punti in cui non è enigmatico (tutta la parte di confronto con Hal, etc), quindi di cosa stiamo parlando? Fuffa?
    Pensavo foste più seri dal tirare in ballo 2001:OnS, sinceramente.. 😉

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Sebastiano, per quanto mi riguarda il film è lontanissimo dal meritarsi le stelle.

    Andrea, chiaro: Contact era pregevolissimo già di suo, come penso si capisca dalla mia recensione del film di Zemeckis, ma soffre un po’ delle stesso difetto di questo, ossia avere alla base (in quel caso l’interessante romanzo di Carl Sagan) la possibilità di fare qualcosa di clamoroso per poi invece fermarsi diversi gradini prima in nome dell’essere popolare. Il paragone con 2001 (che non capisco perché dovrebbe essere indice di poca serietà, visto che è stato citato come fonte di ispirazione dagli stessi Nolan ed è evidente nella visione del film) non è tanto nell’incomprensibilità quando nella temerarietà e profondità dei concetti espressi: se vogliamo, 2001 è una lezione universitaria mentre Interstellar un’ora di scuola media, però tenuta da un insegnante universitario che fatica a farsi capire dagli studenti di 13 anni. Ma nonostante questo è comunque un ottimo film, però mi sia concessa la rabbia per l’occasione sprecata che era veramente lì a un passo.

  6. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao a tutti,
    dopo aver seguito la gestione del film, ho atteso che fosse quella su CineFile la prima recensione a passare sotto i miei occhi, dopodiche’ ho fatto approfondimento nei maggiori siti di cinema internazionali. Che dire… il film sembra bello, non l’ho visto, mi auguro di poterlo fare a breve, ma ho avuto l’impressione, leggendo, che questo Nolan sia molto piu’ “a buon mercato” di quelli che in passato hanno dato vita ad opere decisamente piu’ impegnative, e criptiche, come Amnésia o lo stesso primo episodio del Cavaliere Oscuro.
    La durata tocca le 3 ore… come scorrono? E’ pesante? Hai notato incongruenze nella sceneggiatura?

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Non è assolutamente pesante, nemmeno nei minuti passati in mezzo al mare di parole degli spiegoni. Le uniche due volte in cui ho guardato l’orologio l’ho fatto solo per capire dopo quanto erano avvenute determinate svolte narrative (come i tre quarti d”ora passati prima della partenza dalla Terra), non certo per sapere quanto mancava alla fine della proiezione.

    Incongruenze di sceneggiatura vere e proprie non ne ho notate, al di là che qui si sta parlando di teorie scientifiche non provate (ad esempio i wormhole) e quindi vale praticamente tutto. E’ vero però che molto spesso i film di genere sfruttano determinati argomenti o determinati archetipi sempre per gli stessi motivi, ossia sempre per arrivare alla stessa conclusione, e Interstellar non fa eccezione. Non che la soluzione cui arriva sia banale, ma è la più ovvia viste le premesse. Il che però non vuol dire che è prevedibile, a meno di non rifletterci appositamente già durante la proiezione, come a me spesso capita (e come mi è capitato appunto qui, o in The Village o in The Life of David Gale…).

    Non so se è giusto definirlo “a buon mercato”, dal punto di vista della scrittura. In realtà è un prodotto di pregio anche come sceneggiatura, ma si vede la meccanicità – lo sforzo – di rendere i concetti comprensibili a tutti. Che non è di per sé un difetto, ma lo diventa quando è evidente che le intenzioni erano altre. Non so se questa “seconda mano” di scrittura sia dovuta a scelte dei Nolan o a imposizioni dei produttori, ma rende evidente il fatto che il film voli ad altezze molto più basse di come avrebbe potuto.

  8. Fabrizio Degni ha detto:

    Grazie Alberto,
    per quanto concerne invece la recitazione, come ti e’ sembrata? Hai visto il film anche nella controparte non doppiata?

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Ho visto il film nella versione attualmente nelle sale italiane. La recitazione mi è sembrata assolutamente senza infamia e senza lode, però mi è parso evidente (conoscendolo) quanto diverso fosse lo stile di recitazione di McConaughey rispetto al tono di voce del suo doppiatore.

  10. skumkyman ha detto:

    è un film da nerd?

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Direi di no. Non è né “Big Bang Theory in Space” né tantomeno “Armageddon with better music”. Certo parla di teorie scientifiche (inventando le cose, ma a parte questo…), ma non bisogna essere appassionati di fisica per seguire gli eventi.

  12. Marco ha detto:

    Ho visto il film e mi ha fatto emozionare, tuttavia mi trovo molto d’accordo con la recensione, e in particolare sul fatto che alla fine Nolan ha realizzato un nuovo pregevole “Contact”. Pero’ il film in un certo senso delude un po’. Ci sono idee molto interessanti e per la prima volta si trattano cosi’ bene in un film di fantascienza temi come la relativita’, il viaggio interstellare, indubbiamente. Ma siamo anni luce lontani da Odissea nello spazio e nessun wormhole potra’ colmare la distanza. In particolare (e mi piacerebbe un commento del Sig. Cassani in tal senso), una delle cose che stonano parecchio (per cui siamo a piu’ di un passo dall’aver realizzato qualcosa di simile a 2001…) mi sembra sia la mancanza di realismo nella rappresentazione della tecnologia spaziale usata durante il film. Mi spiego: in 2001 i mezzi spaziali utilizzati (dall’aerospazioplano che attracca sulla stazione orbitante, alla nave di trasferimento lunare, alla navetta lunare di superficie, alla “Discovery”, cosi’ come le strutture spaziali (stazione orbitante, base lunare) sono chiaramente riconducibili ad un livello di tecnologia ben definito, a un livello di capacita’ ingegneristica “uniforme”. Il realismo e’ massimo. Se prendiamo un altro capolavoro come “Alien”, anche qui’ vediamo come il livello di tecnologia/capacita’ e’ “uniforme” nel corso del film (il vascello “Nostromo” sembra decisamente rispecchiare un livello piu’ avanzato rispetto a quello di 2001,corrispondente ad una capacita’ di viaggio e trasporto interstellare “significativa” dove per “significativa” intendiamo che si e’ capaci di trasportare milioni di tonnellate di nave e merci su distanze interstellari in maniera autosufficiente e tornare indietro). Ma anche se prendiamo un altro classico come “Guerre Stellari”, abbiamo ancora uniformita’ nella tecnologia mostrata (in questo caso siamo chiaramente a diversi ordini di grandezze oltre, e nonostante tutto possiamo ancora immedesimarci “tecnologicamente” nel mondo descritto cosi’ come in Alien e 2001 anche se a livelli diversi.
    Qui’ invece mi sembra non ci siamo, all’inizio si fa intendere che il livello di tecnologia e capacita’ spaziale e’ non molto lontano da quello di oggi, facendo vedere il lancio della missione come in “Apollo 13”. Anche le fasi di docking, le dimensioni delle navi sono assimilabili ad un livello di tecnologia “attuale”. Ma poi sembra si faccia un salto tecnologico e si vede la navetta in grado di passare dall’orbita planetaria a quella interplanetaria, al volo e atterraggi nelle atmosfere dei pianeti con caratteristiche di manovra tipo “Millenium Falcon” o meglio/peggio (il surf sull’onda gigantesca)… E il carburante per fare tutto quello che si vede? Ma che razza di sistema di propulsione ha questa navetta? E che razza di struttura? Questi salti di capacita’ tecnologica in un film di questo tipo sono decisamente deleteri e a mio avviso lo relegano in una seconda categoria anche rispetto ad un “Contact” o anche “Gravity”, paradossalemente piu’ realistici da questo punto di vista. Diciamo che si e’ ecceduto nella “varianza” troppo a discapito del realismo nella rappresentazione di un riferimento tecnologico piu’ o meno uniforme che nei migliori film di fantascienza rappresenta forse una condizione necessaria (ma non sufficiente).
    Mi piacerebbe un commento su questo punto.

  13. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente “Interstellar” è un film più fanta che scienza, nonostante la patina di credibilità che cerca di dare parlando di teorie scientifiche. E capisco che questa semplice cosa possa indispettire. Al di là dell’incongruenza tra il primo decollo e il resto dei voli, però, io ho avuto l’impressione che il film sia ambientato in un futuro molto meno prossimo di quanto ci vuole far credere. Se consideriamo infatti che la casa di Cooper si trova a New York e che i robot che si vedono sono ex robot soldato ormai dismessi è chiaro che la piaga si è protratta molto più a lungo di quanto sembri in apparenza. Questo avrebbe dato il tempo alla NASA di fare gli avanzamenti tecnologici necessari per realizzare astronavi in grado di fare ciò che fanno nella seconda parte del film, perché viene detto chiaramente che il Governo statunitense ha continuato a finanziare senza sosta il programma spaziale. E’ chiaro che “Contact” e “Gravity” sono più realistici, ma entrambi sono ambientati “qui e ora” (al di là del mezzo di trasporto del film di Zemeckis, che infatti era di origine aliena).

    Per quanto riguarda l’essere tutto sommato delusi, le aspettative generali erano altissime e quindi è normale che non siano state pienamente soddisfatte. Certo però che mentre scrivevo la recensione pensavo che sarei stato uno dei pochi critici a non magnificarlo completamente, invece il giorno dopo ho scoperto di essere uno dei pochi ad averne parlato tutto sommato bene… Poi alla fine negli Stati Uniti durante il primo week-end di programmazione il film ha incassato qualcosa meno del previsto, ma penso che questo dipenda dal fatto che è uscito in pellicola invece che in digitale e senza il 3D e il suo sovrapprezzo.

  14. Antonio ha detto:

    Qualche parola sulle performance del cast?
    Io penso che il personaggio di Matt Damon sia stato il più accattivante !!!!

  15. Alberto Cassani ha detto:

    Sinceramente nessuno degli attori mi ha impressionato, tant’è che ho ritenuto non valesse la pena parlare della recitazione nella recensione. Questo al di là dell’efficacia vera e propria dei personaggi.

  16. Andrea ha detto:

    Io non sono un estimatore di mcconaughey, ma non era certo un ruolo facile, e reggere quegli sconvolgimenti emotivi riuscendo a rimanere in parte e senza mai esagerare è stato sicuramente un lavorone.
    A me lui è piaciuto molto, sia “fisicamente” (nel senso di presenza, soprattutto all’inizio, quando è “rovinato” dal lavoro e dalla sabbia) sia come prova.
    La Hathaway mi è sembrata un po’ “sottotono”.
    La Chastain mi è piaciuta un sacco.

    Rapporto padre-figlia assolutamente fantastico, secondo me, altro che “punto di debolezza”.
    L’ho visto ieri, il film, e sono ancora impossessato da una sensazione di potenza e di esperienza fantastica che è davvero rara.

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Rispetto ai suoi ultimi lavori, a me è parso McConaughey sottotono. La Hathaway invece m’è sembrata scialba come sempre, quindi in linea con il suo solito. Invece la Chastain, che in genere non mi piace, è stata piuttosto convincente. Merito però soprattutto del personaggio e del lavoro di Nolan, più che suo. Ma in generale nessuno dei tre mi ha colpito.

    Il rapporto padre-figlia è tutto sommato piuttosto realistico, magari un po’ stereotipato ma di certo se si vuole indicare un punto debole del film ci sono mille altri appigli più sensati di questo.

  18. mario ha detto:

    Pur non avendo visto il film, adotto la tattica che ho usato per Avatar: mi diletto dell’attesa prima d’andare a vederlo. Di solito funziona. Avatar, non banale, non intellettuale, non all’altezza delle attese del pubblico esigente (io sono MOLTO esigente), è stato apprezzabile. Un filmone costa un sacco di soldi, e non si può fare un film d’elite perché si deve fare cassa… Kubrick faceva film d’elite e se ne infischiava, ma erano altri tempi e il cinema era pensato e girato per un pubblico rilassato e attento, non per adolescenti iperattivi e ultratrentenni perenni.
    Non credo che Interstellar possa andare oltre la citazione di 2001 Odissea nello spazio, anche perché Nolan non possiede la capacità visionaria d’essere all’altezza di superare il limite della citazione stessa. E poi va ricordato un grande difetto del cinema moderno effettistico: mancano di “materialità”. Gli effetti sono spesso impalpabili, puramente emotivi. Ecco, la mia curiosità è proprio vedere se Interstellar supererà l’immaterialità degli effetti speciali. Poi, ben vengano film di fantascienza del rango di Interstellar… ma dubito che si potrà parlare di una sci-fi matura… come intendiamo maturi i temi della sci-fi noi esigentoni…

  19. Alberto Cassani ha detto:

    Ah, se ci si aspetta la maturità critica di un Heinlein o di un Dick (o anche di Sagan, visto che l’ho indirettamente citato in recensione), qui si resta parecchio delusi. I temi che Nolan vuole affrontare li tocca appena, buttando diverse cose nel calderone senza andare mai al cuore di nessuna (apposta, direi: non per errore ma solo per suscitare interesse). Comunque gli effetti speciali in sé sono quasi sempre convincenti, quasi mai impalpabili come si vede nelle produzioni televisive o anche in quelle cinematografiche meno curate. Ma devo dire che non capisco cosa si intende con “puramente emotivi”.

    Sono però in disaccordo nel dire che non si possono fare film d’élite perché si deve far cassa: non si fanno film d’élite perché *si vuole* far cassa, e la si vuol fare più grossa e rumorosa possibile. Se un film che costa 50 milioni ne incassa 100 ha fatto cassa eccome. Poi è chiaro che, a seconda del genere e dell’ambientazione, i costi di produzione più di tanto non li si può controllare, ma “Gravity” è costato un bel 70 milioni meno di questo, e dubito che la differenza sia andata tutta in pellicola e cachet degli attori non protagonisti…

  20. Francesco Binini ha detto:

    Concordo alla lettera con quanto scritto in recensione da Alberto. Penso che il problema principale di questo film sia stato il marketing prima dell’uscita, a mio avviso sbagliato. Il marketing ha spinto in qualche modo a credere che fossimo di fronte ad un nuovo 2001 (e quelle scene con la stazione che gira, il portello che non si apre, il computer intelligente… ce lo hanno confermato durante la visione) mentre invece ci siamo trovati di fronte ad un film d’avventura (ovvero all’odissea di Omero, non a quella di Kubrick).

    Credo che il film vada letto per quello che è: un blockbuster milionario hollywoodiano che non ha nessun’altro scopo se non quello di intrattenere il pubblico per 3 ore. E in questo riesce ottimamente, perlomeno, con me ci è riuscito perfettamente. Per lunghissimi minuti sono stato letteralmente aggrappato alla poltrona e risucchiato dentro il film. Va anche aggiunto che Nolan ci si è messo d’impegno e ha utilizzato teorie non banali che esistono nella realtà (wormhole e buchi neri rotanti), e forse questo è il massimo del cinema d’élite che possiamo aspettarci oggi dal cinema americano.
    (peraltro, il concetto espresso da mario “Kubrick faceva film d’elite e se ne infischiava” mi è piuttosto oscuro per quanto abbia capito il concetto generale)

  21. mario ha detto:

    çAlberto Cassani.
    Per effetto speciale “puramente emotivo” intendo l’effetto fine a sé stesso, l’effetto che non è giustificato da una reale necessità narrativa, buttato sullo schermo perché fa effetto.
    L’argomento è sottile, me ne rendo conto, ma troppo spesso si ha la sensazione appunto, che di quella scena impossibile se ne poteva fare a meno (ad esempio le innumerevoli volte in cui un piano sequenza interminabile e controsionistico ci porta da un microbo ad una galassia passando per il primo piano di un iride di un combattente ninja che galoppa tra le fiamme di una città ciclopica circondata da tre uragani infuocati evocati dalle ciminiere di una nave da guerra anacronistica che vola sulle acque del mar giallo in epoca bizantina… così, esagerando a casaccio)…

  22. Alberto Cassani ha detto:

    Mario, adesso capisco cosa intendevi. In questo senso hai ragione, ma allora estenderei il concetto alla regia in senso lato: il discorso vale anche per un movimento di macchina, o un’inquadratura complicata, o anche un dialogo particolare. La funzione di un elemento filmico può variare, non deve essere necessariamente legato allo sviluppo drammaturgico del film, però un elemento non può esistere solo per motivi esterni al film (dall’inquadratura figa alla scena di nudo per fare polemica, con tutto quello che può esserci in mezzo). Però limitare la presenza di qualcosa alla narrativa filmica impedirebbe al film di trascendere il racconto: ad esempio i paesaggi di un western non servono a raccontare la storia, ma a dare un determinato respiro alla pellicola. Però è verissimo che alcuni generi, la fantascienza in primis, si affidano troppo all’immagine “tanto per”. E purtroppo, fino a quando il pubblico di massa risponde positivamente la cosa andrà sempre peggiorando.

    Tornando al discorso blockbuster, rifacendomi a quanto scrive Francesco, prima dell’anteprima stampa in cui ho visto il film si discuteva con dei colleghi di quanto la Warner avesse investito per il lancio internazionale della pellicola. Abbiamo concluso chiedendoci se questa imponenza derivasse da una reale convinzione nelle qualità del film o piuttosto da una grande paura per la sua poca digeribilità. E una volta visto il film, il dubbio ci era rimasto. Ci sono mille modi di fare un blockbuster più o meno intellettuale, così come ci sono mille modi di fare un film intellettuale pensato per il grande pubblico; ma se si vuole vestire una cosa per l’altra allora c’è qualcosa che non va. E alla fine se ne pagano le conseguenze.

  23. Fabrizio Degni ha detto:

    Ho visto il film… davvero “particolare”. E’ sicuramente un bel film, merita di essere visto e alla fine lascia soddisfatti ma… gli manca un qualcosa, un indefinito, quel “quid” tanto caro ai nostri politicanti che fa la differenza tra un campione ed un fuoriclasse, tra un ottimo film ed un cult…
    Davvero molto singolare la piega temporale per i side effects del buco nero ma spesso ci sono forzature nella sceneggiatura che lasciano altri buchi neri nel chiarire il perche’ di alcuni aspetti. Nel complesso mi e’ piaciuto, molto, e spero di avere il tempo di guardarlo nuovamente poiche’ sono certo che molte sfumature mi sia sfuggite.

    Graficamente invece siamo distanti eoni da Gravity ma a bilanciare il mancate, a mio avviso, arriva l’ottimo comparto audio.

  24. Servius Sertorius ha detto:

    È il mio primo commento su questo sito che seguo da lungo tempo per cui prima di tutto vorrei salutare tutti voi.

    Interstellar mi ha commosso come mai mi è accaduto in tutta la mia vita: all’uscita dal cinema ero così profondamente sconvolto che ho rischiato un incidente in macchina al ritorno a casa.
    Sono certo che ciò è dovuto soprattutto alla mia esperienza di vita che mi porta ad avvertire i temi trattati nel film più di altre persone.

    Comunque di fronte a un film del genere, specie se di Nolan, mi si fa sempre strada nella mente una domanda che vorrei porre a tutti gli utenti del sito e ad Alberto Cassani in particolare: è davvero possibile conciliare la profondità di un film come 2001, Odissea nello Spazio, basata essenzialmente sulla libertà interpretativa data allo spettatore a partire da alcune immagini simboliche, col coinvolgimento emotivo cui punta Interstellar, possibile solo attraverso la focalizzazione su un aspetto particolare – in questo caso il rapporto padre-figlia – che in 2001 è invece assente?

    Io immagino sia impossibile o almeno estremamente arduo (se qualcuno ha esempi contrari sarei felice di conoscerli).
    Ho visto 2001, Odissea nello spazio pochi giorni prima di Interstellar e benché sia rimasto estasiato dal modo in cui Kubrick e Clarke riuscirono ai tempi a trattare temi diversi, molto complessi e in parte assolutamente nuovi per il cinema dell’epoca senza banalizzarli, non ho provato neppure lontanamente lo stesso coinvolgimento avvertito con Interstellar. Da un certo punto di vista considero quest’ultimo più coraggioso dell’opera cui si ispira poiché tenta di dare un’interpretazione personale e definita del tema della relatività generale, proseguendo il ragionamento laddove 2001 si fermava lasciando allo spettatore la libertà interpretativa. Il tutto nella cornice di un legame parentale che può risultare banale ma che è comunque genuinamente vero e vicino all’emotività umana, molto più di tematiche quali il rapporto uomo-macchina o l’escatologia.

    Quanto agli spiegoni, potevano mancare e forse sarebbe stato un bene. Certo, chi al contrario di me non ha avuto una formazione scientifica si sarebbe disorientato irrimediabilmente in alcuni punti della trama soprattutto nella sequenza finale (con particolare riferimento alla scena nel tesseratto), ma il film ne avrebbe guadagnato in audacia e continuità.

  25. Alberto Cassani ha detto:

    Ho trovato anch’io molto emozionante il rapporto padre-figlia, ma più in generale tutta la costruzione della famiglia mi è parsa ben fatta. E’ chiaro che Interstellar coinvolge più di 2001 – al di là che ogni film coinvolge più o meno a seconda dell’empatia che lo spettatore crea coi personaggi – perché quello è un film intellettuale. Nel senso che si rivolge all’intelletto – alla mente – dello spettatore, mentre Interstellar si rivolge alla pancia e al cuore. E quindi in questo senso fa più presa nel pubblico.

    Per quanto riguarda la possibilità di inserire un rapporto filiale forte in un film “aperto” come 2001, sinceramente non vedo perché non dovrebbe essere possibile. Certo si sarebbe dovuto lavorare comunque su due ambiti separati (il monolito da una parte e la madre di Dave, ad esempio, dall’altra), ma se l’argomento avesse interessato Kubrick e Clarke penso che si sarebbe potuto sicuramente affrontare (poi loro avrebbero trovato un modo di farlo che io neanche concepisco perché erano due geni…). Vero comunque che neanche a me vengono in mente esempi a riguardo, ma se proviamo a pensare a Solaris e sostituiamo l’amore per il partner con quello filiale si può intuire come la cosa potrebbe funzionare ugualmente.

    Non sono però d’accordo nel dire che 2001 si basa sulla “libertà interpretativa data allo spettatore”: si basa sulla necessità di elaborazione e interpretazione dei diversi elementi, ma non permette allo spettatore di dargli il significato che vuole. Lo obbliga invece a sforzarsi per cercare (vanamente…) di capire cosa gli autori volevano esprimere, ma questo non vuol dire che “vale tutto”…

  26. AB ha detto:

    Per me il paragone con Contact è abominevole.

  27. Alberto Cassani ha detto:

    E’ chiaro che formalmente sono due film diversissimi, ma a conti fatti i punti di contatto sono più d’uno: il rapporto filiale (qui visto dalla parte del padre, là della figlia), il viaggio nello spazio-tempo e più in generale il concetto di voler/dover esplorare il cosmo per raggiungere una forma di vita intelligente che si è palesata ai nostri occhi. In realtà è molto probabile che queste somiglianze siano casuali, ciò non toglie che alcuni dei temi qui trattati siano gli stessi (con diversa importanza nell’economia della storia) del film di Zemeckis/romanzo di Sagan.
    Quello che però mi ha convinto a citare il film di Zemeckis, come ho scritto in un commento precedente, è che mi ha dato esattamente la stessa sensazione di questo: un film pregevole che gira attorno a concetti profondi ma senza affondare il colpo come avrebbe facilmente potuto fare. In entrambi i casi mi pare evidente la volontà di non rischiare l’alienazione del pubblico di massa, che ha portato appunto a una superficialità nel modo di trattare certi argomenti. Poi, ripeto, sono due film quasi agli antipodi della fantascienza cinematografica, ma trovo che si possano facilmente mettere in relazione l’uno con l’altro, tematicamente parlando.

  28. Rogi ha detto:

    Visto ieri,film coinvolgente e a tratti spielberghiano, Però Nolan non mi è riuscito a convincere nelle sue teorie fuori dalla fisica che, fanno risaltare al film le caratteristiche che lo rendono ”americano”… Film che definirei Riuscito più che emozionante, anche se questa caratteristica non manca… Attori molto bravi accompagnati da una colonna sonora molto particolare, direi che questo film è se non il migliore,Sicuramente il suo film più riuscito come idee e concetti…Alberto cosa ne dici?

  29. Alberto Cassani ha detto:

    Secondo me è molto inferiore a Inception, The Dark Knight e Insomia.

  30. Fabrizio Degni ha detto:

    Vado un po’ di OT… a me sembra che inizialmente Nolah si ispirasse molto al cripticismo di Cronenberg mentre di film in film si e’ “aperto” verso, brutalizzo, il commerciale. E’ blasfemo cio’ che scrivo o anche una vostra impressione?

  31. Alberto Cassani ha detto:

    Non credo che Nolan prendesse come modello i film di Cronenberg, anche se magari un certo stato di inquietudine delle sue prime pellicole lo può ricordare. Di certo, da quando ha davvero raggiunto il successo e si trova a dover mediare tra le sue idee e le necessità commerciali dei filmoni che dirige, fa molta più fatica a creare un film totalmente compiuto. In questo Steven Soderbergh ha saputo adattarsi molto meglio di lui.

  32. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao Alberto,
    grazie… quando penso a Soderbergh mi torna subito in mente Traffic, credo sia tra i film piu’ belli prodotti nelle ultimi decenni… anche a livello fotografico, notevole per certi estremi l’opposto di Gravity senza CGI.
    Speriamo comunque Interstellar non insegua la moda dei sequel… ce lo vede voi un eventuale nuovo capitolo, magari per approfondire tematiche non direttamente seguenti l’ultimo passo fatto?

  33. Alberto Cassani ha detto:

    Avevo letto che Nolan sta lavorando ad un fumetto in cui spiegare le cose rimasta irrisolte nel film. Quindi per fortuna direi niente sequel.

  34. Fabrizio Degni ha detto:

    Buonasera,
    per far chiarezza sulla timeline del film (attenzione che spoilera…) vi segnalo dove trovare la “mappa galattica per interstellaristi” 😎

    Cliccate qui: http://nofilmschool.com/sites/default/files/styles/article_superwide/public/interstellar-timeline-diagram.jpg?itok=z_QpsXGO

  35. Riccardo ha detto:

    Visto che non viene citata volevo chiedere ad Alberto che ne pensa della colonna sonora, e di Hans Zimmer in generale

  36. Alberto Cassani ha detto:

    E’ una delle rare volte, in questi ultimi anni, in cui Hans Zimmer mi ha davvero colpito. Una delle cose migliori che ha mai fatto.

  37. Marco ha detto:

    Violenza Intellettuale.

    Purtroppo credo non vedrò più un film di Nolan. Dico purtroppo perchè i suoi primi film mi sono piaciuti molto (following e memento), sembrava l’inizio di un grande regista, poi… poi è iniziata la parabola discendente a partire dalla trilogia del cavaliere angosciato (trilogia terribile, amando il “Vero” Batman di Burton & Nicholson, ma non voglio aprire questo argomento, anche perchè non c’è partita…) fino a quest’ultimo film.

    PRETENZIOSO MORALMENTE ED INTELLETTUALMENTE NARCISO.

    Mi domando quale fosse l’intento finale del regista???
    Hai letto il trattato fisico teorico di Kip Thorne? Bravo! E per quale malsano motivo hai deciso di racchiuderlo in 2h30 di pellicola?? Il risultato è che c’è “troppa, troppa carne al fuoco”, senza la possibilità di entrare nel merito degli argomenti.
    Parafrasando il nostro caro Cassani: “registi attorno a lui fanno cinema mentre lui fa filosofia”.
    Film noioso ed offensivo, esagerato.

  38. Marco ha detto:

    Ah, dimenticavo, l’happy ending vissero tutti felici e contenti è la conferma delle “finta introspezione morale-scientifica” di questo film

  39. Fabrizio Degni ha detto:

    Marco, buonasera, ma sei lo stesso Marco del commento pubblicato a Novembre? Mi sembra che tra i due commenti ci sia stata una decisa virata verso l’affossamento… hai visto nuovamente il film per maturare questa seconda analisi?
    Concordo con il ritenerlo piu’ fanta che scienza nonche’ sulla deriva commerciale del regista, pero’ da come lo hai affrescato negli ultimi interventi sarebbe da impiccagione (di regista e pubblico che vada a vederlo).

  40. Marco ha detto:

    No ovviam no, il nome è abbastanza comune 🙂

  41. Marco ha detto:

    Forse la mia recensione è troppo dura, ma è perchè sono ancora irritato dalla visione del film… Tanti lo definiscono capolavoro, paragonandolo a 2001. Lo è SOLO nell’intento, e tanti si sono fatti abbindolare da ciò.
    Correggo il tiro, Nolan ha un suo stile che può piacere, a me non più, per nulla

  42. Anonimo ha detto:

    Caro Fabrizio, provo a spiegarmi cercando di far ordine nelle idee…
    Davvero non ho nulla contro chi ammira questo film, ci può stare il film ha altre qualità, ognuno ha i propri gusti e libertà di espressione.
    Tanti lo reputano un capolavoro perchè il film stesso si pone come tale. Io critico questo.
    Credo che nel film ci siano veramente troppi troppi argomenti, di conseguenza trattati con superficialità. Questa è la critica che rivolgo maggiormente.
    Il senso dell’esistenza, l’evoluzione, la scienza e la natura, il tempo, presente, e futuro, il progresso attraverso la tradizione, il rapporto tra padre e figlia, il rapporto tra uomo e ambiente, e altri che mi aggiungerai…
    Tutti argomenti troppo profondi per essere affrontati in contemporanea, non ho ricordo di artista che l’abbia fatto (il cinema, quello “vero”, se vogliamo parlare di capolavoro va considerato forma d’arte)… 2001, Il settimo sigillo, Vivere di Kurosawa, La fattoria degli animali, Orwell, I fratelli Karamazov di Dostoevskij giusto per darti degli esempi, anche un pò spinti… film e libri, li affrontano uno o più alla volta…
    Non tutti insieme, non è che se vedo il film e passo una settimana col mal testa a ragionar su cosa mi ha detto e cosa voleva dire allora, wow che film ca..o che genio il regista, no ( e anche qui nessuna critica a chi lo reputa tale, ma a chi lo vende come tale).
    Spero di aver chiarito le mie parole, e di non aver offeso nessuno che le legge a cui è piaciuto il film

  43. Marco ha detto:

    Il mes di prima è mio Fabrizio , mi son dimenticato di firmarlo

  44. Alberto Cassani ha detto:

    Marco, la tua reazione alla fine è simile a quella che ho avuto io all’uscita dalla sala. La rabbia per aver assistito a qualcosa che avrebbe facilmente potuto essere grandioso e invece si è arenato per colpa dell’autore. La differenza è che secondo me ciò che è è comunque sufficiente. E’ vero però Nolan farebbe meglio ad affinare i suoi intenti e concentrarsi su una cosa sola alla volta invece di fare un pastrocchio in cui mette dentro qualunque cosa gli passa per la testa.

  45. Fabrizio Degni ha detto:

    Buonasera a tutti, Marc”hi” e non 🙂 E’ davvero una delizia leggere commenti come i vostri… per cui, grazie. (punto).

    Accapo: Credo che in generale ora il mondo cinematografico sia di gran lunga meno temerario e “sperimentalista” di un tempo… e’ quanto accade nel mondo videoludico, dove nuove IP latitano come la speranza di non assistere, puntualmente, a reboot/prequel/seque o alla moda del momento nota come “re-mastered”.
    E’ il motivo per cui sono le produzioni piccole, indipendenti, a fare la differenza con quello sperimentalismo che puo’ si avere delle appendici estreme, ma che osa uscire dai classici stereotipi o pattern che tutti ci aspettiamo di vedere.
    Alla fine, se ci pensate, volendo estendere l’analisi/riflessione ad un macrocosmo che esula da questo film, andiamo al cinema per vedere cosa? Quello che ci aspettiamo per via del trailer o quello che pensiamo sia per la nostra “mappa mentale” di un iter consolidato dopo N visioni?
    La domanda, che mi e’ venuta proprio ora, e’ tuttaltro che banale… vogliamo essere stupiti o ci aspettiamo di trovare il prodotto “perfettamente confezionato”? E se fosse proprio questa mancanza, questa imperferzione, la chiave di una nuova visione?

    Rientrando in topic (giuro, sono astemio non ho alcun vizio ad eccezione della tecnologia… eheh)… Nolah a mio avviso ha certamente puntano alla massa e il boxoffice non ha deluso…

  46. Donato ha detto:

    Questo mio solo per solidarizzare con Marco. In verità, disperavo di trovare qualcun altro che, come me, non sopporta lo stile di regia di Nolan. A suo tempo non nascondo di essermi sentito oggettivamente a disagio ad esprimere la mia opinione da bastian contrario su film, come “Il cavaliere oscuro” e “Inception”, quasi unanimemente incensati come capolavori, ma che, a me personalmente, avevano fatto tutt’altra impressione. Non mi ero mai annoiato tanto a vedere dei film come mi è capitato con i due citati “capolavori” di Nolan, con l’aggravante che, oltre ad avermi annoiato, mi hanno anche fatto venire il nervoso.

    Io “Interstellar” non l’ho visto e non lo guarderò, perché alla fine dei conti me ne sono fatta una ragione. Cioè ho capito che, alla base di tutto, c’è il fatto che non mi piace per niente il modo in cui Nolan racconta e gestisce le storie, ovvero il suo stile di regia. E’ per questo che ormai sono già alcuni anni che i film diretti da Nolan semplicemente non li guardo. Perché so già in partenza che, non solo non mi piaceranno, ma mi faranno anche girare i co…ndorelli. A questo punto meglio evitare. Guardarsi un film dovrebbe essere un momento di svago, se dopo 2 ore di proiezione te ne devi uscire annoiato e scoglionato, allora meglio andare a mangiarsi una pizza…

  47. Marco ha detto:

    Vi ringrazio per la risposta, sono d’accordo su quello che avete detto, e non per riflesso e cortesia.
    Fabrizio purtroppo il quadro generale da te dipinto è corretto, sicuramente oggi (anche in passato ovviam, ma a maggior ragione oggi per i motivi da te citati) è meglio tenere d’occhio i programmi del cineforum della propria città piuttosto che quelli delle multisale.
    Per quanto riguarda l’aspettativa nell’andare al cinema, la tua domanda non è banale, anzi.
    Parlo personalmente, quando vado a vedere un film, a seconda del genere, provo ad affrontarlo con lo stato d’animo più appropriato, o almeno questo è l’intento (non so se mi riesce bene). Tornando al discorso della forma di arte, mi aspetto chiaramente dei messaggi dall’opera. Nel caso specifico su questo film, mi aspettavo degli spunti, Analisi in primis ed interpretazione-rielaborazione del regista. Invece credo questo film sia solo una “trasposizione” dell’opera di Thorne (che ovviamente non ho letto).
    Faccio l’esempio del tema principale del film. A mio parere, l’amore del padre per la figlia (duplice, anche anna e caine) che trascende tempo spazio e materia, (decontestualizzato dal trattato fisico teorico) è praticamente impossibile da spiegare, a meno che sei un fenomeno, ma visto il risultato temo non sia il suo caso.

    X Alberto si lo stato d’animo è quello, trovo anche io delle qualità in Nolan (anche se fino ad ora non sembrerebbe) maa.. se solo facesse un “pò meno” di quello che fa…
    In qualsiasi forma d’arte, cinema, pittura, musica, cucina ecc… “è sempre meglio togliere che aggiungere” quando farà suo questo insegnamento millenario allora credo ne gioveranno i suoi film. Restiamo in attesa perchè i primi due film meritavano a mio parere.

    X Donato, grazie per il sostegno!! Grande, sei il primo che incontro a cui non sono piaciuti il cavaliere oscuro e inception, scambiamoci il num di telefono 🙂 sto scherzando ovviam

  48. Fabrizio Degni ha detto:

    “X Donato, grazie per il sostegno!! Grande, sei il primo che incontro a cui non sono piaciuti il cavaliere oscuro e inception, scambiamoci il num di telefono 🙂 sto scherzando ovviam”

    CineFile come C’e’ Posta per te! eheh ora ci chiedono i diritti per @ ehehe Grazie Marco, il rapporto tra padre e figlia e’ probabilmente il nucleo centrale del film, la chiave di lettura di quello che correttamente individui come un filo che trascende il tempo ed e’ in grado di alienare intere dimensioni (temporali e non) grazie all’amore. Forse il film e’ proprio un inno all’amore, a quel filo invisibile ma geneticamente presente che lega un genitore con un figlio, un amore infinito che si espande oltre ogni umana comprensione perche’ va a toccare ambiti in cui la scienza deve fare un passo indietro (o assumere le classiche posizioni asettiche).
    Se in questa visione probabilmente il regista avrebbe dovuto calcare maggiormente alcuni aspetti introspettivi perche’ dopotutto lei e’ una scienziata che avrebbe modo di analizzare gli eventi e collegarli opportunamente (anzi appare quasi come una luminare…) invece lascia che sia quella sensazione di totale incertezza a dominare la sua vita.
    Forse dovremmo riguardare il film con questa angolazione, magari ne uscirebbe una valutazione differente considerando che siamo quasi tutti andati al cinema con la certezza di vedere un film di fantascienza (non di certo una riflessione introspettiva di questo tipo).

  49. Marco G. ha detto:

    Ho aggiunto la G del cognome così d’ora in poi non mi si confonde con altri Marchi.
    X quanto riguarda la visione del film non sono d’accordo. Quando sono andato a vedere questo film, conoscendo Nolan, sapevo benissimo che avrei assistito ad una pellicola di riflessione (il regista stesso lo ha presentato così) e non certo un film di fantascienza. (e qui torniamo allo stato d’animo con cui si affronta ogni genere diverso di film..).
    Credimi è la prima volta che mi esprimo in termini negativi su un film, per vari motivi… Ma questo, come ho detto in mes precedenti, per come si è posto necessitava di esprimere la propria opinione, positiva o negativa che fosse.
    Come ha detto Alberto, “pastrocchio” di idee..
    Reputo questo film un VOLO PINDARICO. Sinceramente non credo lo rivedrò, almeno per i prossimi anni

  50. Alberto Cassani ha detto:

    Credo che ormai Nolan si sia fatto la nomea di regista capace di coniugare blockbuster e autorialità, e la cosa gli faccia talmente piacere che non ha nessuna intenzione di cambiare. E’ verissimo, però, che non gli farebbe in ogni caso male ripulirsi un po’ e capire che è meglio puntare dritto su un argomento preciso invece di metter nello stesso film tutto quello che gli viene in mente. Ma vale per lui la stessa cosa che si può dire di Peter Jackson dal primo Signore degli Anelli in avanti: se al pubblico piace così, perché impegnarsi per fare qualcosa di diverso?

  51. skumkyman ha detto:

    Concordo pienamente con l’ultimo commento, penso che sia un film x tutti. Comunque molto gradevole e chiaro, malgrado la timeline complessa. Ricordo che per spiegarla in un anime di qualche anno fa ,Gunbuster ,si faceva ricorso a vere e proprie lezioni di fisica… almeno qui il robot ,come la trottola di Inception, ci aiuta a avere un punto di riferimento fisso.

  52. Marco ha detto:

    Stessa opinione che ho avuto per ” Inception”: visivamente interessante e molto ben fatto ma troppi “spiegoni” che non sempre soddisfano le domande poste e troppa “carne al fuoco”, contando che stavolta alcune idee non sono proprio originali di suo (pensate che quando il dott. di colore spiega il wormhole lo fa identico al Sam Neill di “Event Horizon” del ’97!) in più viaggi nel tempo e universi paralleli, come già detto, sono già stati ampiamente utilizzati in altri film.
    Però Nolan ha saputo ben riproporre questi argomenti adattandoli alla sua personale storia.
    Sorpresa finale non tanto “sorpresa”. Non si intuisce all’inizio, ok, però non riesce a sorprendere più di tanto (anche questa già vista in altri film).
    Ottimi effetti speciali, fotografia e colonna sonora.
    Bravi gli attori tutti ben calati, senza raggiungere però chissà quali picchi.
    Come il film del 2010, da vedere.

  53. Giovanni Berardi ha detto:

    Il lavoro fatto da Nolan, in questo “Interstellar”, è incredibile. Il regista britannico raggiunge una consapevolezza del mezzo mostruosa dosando perfettamente ogni singola scelta dando all’accezione “blockbuster d’autore” un grado superiore portandolo vicino ad un’Opera Totale quale un “Solaris” di Tarkovskij un “The Tree of Life” di Malick o al divino e inimitabile “2001: Odissea nello Spazio” di Kubrick.

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