"Invictus" di Clint Eastwood
Warner, 26 Febbraio 2010 – Trattenuto
L’11 febbraio 1990 Nelson Mandela viene rilasciato dopo 26 anni di prigione. Nel 1994 viene eletto Presidente del Sudafrica, e capisce che la cosa più importante è dare a bianchi e neri qualcosa in cui si possano entrambi riconoscere. La nazionale di rugby può essere quel qualcosa…
Avete presente il detto “l’attesa supera l’evento” oppure quei casi in cui avete tutti ingredienti freschissimi ma il piatto che cucinate è sì buono ma non vi viene come avreste voluto? Ecco, Invictus rientra perfettamente nella categoria “belli, però…”. E’ in ottima compagnia, intendiamoci, e non è certo un brutto film, ma alla fine della visione non si può non provare la sensazione che qualcosa non sia andato per il vero giusto. Sulla carta è tutto perfetto: la storia, appassionante, coniuga due elementi di assoluto interesse come la figura titanica di Nelson Mandela, leader carismatico di una nazione lacerata dall’apartheid, e il rugby, sport che oggi sta iniziando ad avere anche nel nostro Paese un importante riscontro di pubblico e che è perfetto come oggetto di sceneggiature cinematografiche.
Politica, morale, etica, sport, Morgan Freeman (sublime) che riceve l’investitura ufficiale proprio da Mandela stesso, Matt Damon che passa senza soluzione di continuità dall’obesa e bolsa spia da quattro soldi (e qualche milione…) di The Informant al palestrato Francois Pieenar, figliolo prediletto dell’Africa bianca che non gioca a soccer ma alla palla ovale. In cabina di regia l’ottantenne Clint che oramai gira due all’anno, come se sapesse già, buzzatianamente, quanto tempo gli resta. Alla fine però quest’epica storia di riscatto e unificazione si perde in troppi rivoli, è un’azione disordinata, una mischia confusa nella quale la troppa carne al fuoco messa a cucinare dal regista finisce col rendere quasi indigesto il barbecue così ben organizzato.
Formalmente è impeccabile, anche se il Pathos, le emozioni vere, faticano spesso a fare capolino: è come se la regia di Clint fosse inspiegabilmente trattenuta, cosa strana per uno che, specie nell’ultimo Gran Torino, non si è preoccupato di mettere in mostra le sue otto decadi. Un film poco personale, quindi, che però ha il grande pregio di raccontare finalmente le vicissitudini di Nelson Mandela e far capire allo spettatore che lo sport, quando vuole (ovvero molto raramente) può effettivamente essere un elemento riconciliante e di coesione nazionale.
Toltisi il cappello davanti alle ottime performance degli attori, si resta col dubbio che due film separati, uno interamente dedicato al leader politico e Premio Nobel per la pace, l’altro al rugby, forse avrebbero funzionato meglio di questo che, appesantito da qualche soluzione “televisiva” di troppo, con l’eccezione dell’ultima mezz’ora, fatica ad andare in meta nel cuore del pubblico. Un compito ben scritto quindi, ma forse da un regista preparato come Eastwood sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più.
Titolo: Invictus (Id.)
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Anthony Peckham
Fotografia: Tom Stern
Interpreti: Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern, Julian Lewis Jones, Adjoa Andoh, Marguerite Wheatley, Leleti Khumalo, Patrick Lyster, Penny Downie, Sibongile Nojila, Bonnie Henna, Shakes Myeko
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 2h. 13′
Se pero’ consideriamo il percorso di Eastwood sul tema della redenzione, questo Invictus ci sta benissimo. Certo, concordo sull’idea che non e’ imperdibile come altri ma non e’ il diario di una gita fuori porta.
Eastwood si perde ogni tanto nella trama. Non raggiunge sicuramente i picchi di Mystic River o Million Dollar Baby, ma è un film pacato e senza eccessive esagerazioni, proprio come Eastwood ci ha abituato. Non male, e poi le interpretazioni reggono il film più di quanto non si possa immaginare.
Il film non è male, ma gli manca qualcosa. Secondo me le sequenze di gioco non sono girate benissimo, ma la costruzione dei due personaggi protagonisti è ottima.
Io reputo un bellissimo film, ottimo e in tutto e in particolare nella regia, che non ha nessun “buco” e fluisce benissimo nonostante la durata non breve.
Reperto tecnico ineccepibile. Mi ha fatto letteralemnte appassionare alla vicenda di Mandela.
Script bellissimo, avrebbe dovuro avere la nomination, che diavolo!
Prestazione ottima di tutti (nessuno avrebbe potuto interpretare bene Mandela come Freeman, è uguale!)
Effetti CGI molto buoni. Bellissimi i luoghi di Johannesburg molto ben ripresi.
Reputo invece le riprese del rugby molto ben fatte e montate splendidamente (da notare la scena dove si sentono solo i respiri affannati dei giocatori e i vari rallenty).
Musica eccezionale.
Un altro capolavoro di Eastwood.
“trattenuto” è adattissimo a spiegare la sensazione di statica compostezza che regna nel film; non so quanto la causa risieda nel soggetto. comunque il risultato è discreto.
Spero che comunque un giallo per C. Eastwood non corrisponda a un giallo per i Vanzina o per Parenti.
Dubito che i Vanzina e Neri Parenti riuscirebbero mai a prendere un giallo…
Beh, era per indicare due di bassa lega universalmente riconosciuti. 😀
Scusa la domanda un po’ brutale. Ma che voto daresti a questo film?
Qualcosa tra il 6,5 e il 7.
Sarei curioso di sapere invece cosa ne pensi dei tutti gli altri film di Clint da “Debito di sangue” a, appunto, “Invictus”. Grazie per l’eventuale risposta.
è uno di quei film ”storia vera-ruffiani” che guardi una volta, semplice e da prima serata,dove tutto gira in attesa dello scontro finale… ma che non metti in collezione,ma per niente,anzi si spera che non sia l’inizio di un nuovo Eastwood
Clint Eastwood ha ottant’anni, faccio fatica a pensare possa nascere un nuovo Eastwood a quell’età…
Per rispondere a Guido:
Debito di sangue 6
Mystic River 6,5
Million Dollar Baby 9
Flags of Our Fathers 6
Letters from Iwo Jima 6+
Changeling 7+
Gran Torino 7,5
Clint Eastwood : ho fatto caso che è molto completo , i film da lui diretti o interpretati i quali ho guardato in tv o al cinema mi trasmettono sempre un 1% in più di qualsiasi altra proposta , ti porto un esempio :da piccolo oservavo la boxe , ti premetto che io sono un lottatore l’ho sono stato per diversi anni ed ad un buon livello , ti dicevo guardavo la boxe e mi domandavo:mà guarda questi stronzi come si menano abbassano la testa e se le danno per tutto il tempo ,poi alla fine li vedevo lividi con il volto tumefatto ,poi ho visto combattere Ray Shgar Leonard di certo ho scritto il nome non bene e Marvin Agler detto il meraviglioso ,davvero tutto un altro discorso nessuno mai ho visto boxsare come loro i tranta anni che osservo la boxe,quegli incontri mianno fatto rivalutare la boxe uno stile difficile da vedere nel pugilato ,e così i film di Clint non volermne Clint sè ho portato un paragone con i tuoi film il quale non condividi , mà il tuo stile è davvero indiscutibile e difficile da copiare . Umberto i
Umberto, come ci sono bravi e cattivi registi così ci sono bravi e cattivi pugili. Ho visto pochi giorni fa su Eurosport un incontro dei pesi massimi che è tra i più orrendi che abbia mai visto, e c’era da chiedersi perché i due non abbiano scelto un altro mestiere… Invece ci sono stati pugili davvero elenganti e belli da vedere: Leonard e Hagler erano due, poi per fare dei nomi di recente c’è stato Joe Calzaghe e ancora in attività ci sono Manny Paquiao e Floyd Mayweather. Certo, poi magari i picchiatori alla Mike Tyson fanno più notizia, però guardando altri si capisce veramente perché la boxe è detta “la nobile arte”. Tutto sommato non è sbagliatissimo dire che il Clint Eastwood maturo è un pugile elegante in confronto a tanti picchiatori del grande schermo…
Uhm… Alberto non puoi dare 6 a “Debito di sangue” e 6,5 a “Mystic River”… Fra i due film deve ballare almeno un punto e mezzo, secondo me. “Debito di sangue” non è granchè… MR è molto meglio.
“Debito di sangue” è un filmetto, ma tutto sommato non diprezzabile. “Mystic River” non m’ha colpito quasi per niente.
Beh, però magari un 5,5 per Debito di sangue in rapporto a Mystic River non avrebbe guastato. 😉
Quanto al pugilato, la boxe anni 60-70-80 era un altro mondo, molto più affascinante. Hagler è il mio pugile preferito, ma come non ricordare, sempre fra i medi, Roberto Duran. O il mansuetissimo Monzon, autentico fenomeno. In epoca moderna ho ammirato Roy Jones. Ma fra i pesi massimi non gira nulla di decente da una vita. Una categoria penosa, ormai. Ma da anni ed anni. Poi una mia considerazione personale: se il manager di Tyson non fosse morto, probabilmente il buon Mike sarebbe ora ricordato come il più grande peso massimo di sempre dopo Alì (ma solo perchè il mito di quest’ultimo è un qualcosa di troppo grande).
“Debito di sangue” per me è da 6,5 mentre “Mystic River” è da 8,”Million Dollar Baby” da 9 e “Gran Torino” da 8+
Secondo me Alberto sei stato un po riduttivo nei giudizi,però dai è questione di gusti 🙂
Sono d’accordo su Tyson ma lui era comunque un picchiatore, non uno che boxava di fioretto, per cui la bellezza stilistica della sua boxe è su un piano diverso da quella degli altri. Stessa cosa per Duran e tanti altri pesi più o meno leggeri che facevano del numero di colpi e della potenza la loro forza. Gente come Ray “Boom Boom” Mancini o Jeff Fenech erano stilisticamente meno perfetti di un Patrizio Oliva, ma non per questo meno forti o spettacolari.
E’ vero che ormai nei massimi non c’è niente di interessante. Non è un caso che negli ultimi anni i pugili più interessanti siano usciti nei mediomassimi e nei massimi leggeri: il già citato Calzaghe, Bernard Hopkins, David Haye che adesso è passato nei massimi… L’ultimo peso massimo davvero bravo è stato Vitali Klitschko, che a parte i problemi fisici ormai è vicino ai quarant’anni. Il problema, poi, è anche che l’unico altro nome importante dei massimi è quello di suo fratello Wladimir, e i due non vogliono combattere uno contro l’altro…
Sì, infatti, in fondo anche i picchiatori di talento sono belli da vedere. Ad esempio Tyson mi piaceva perchè i suoi colpi avevano una meccanica straordinaria in cui la potenza del pugno scaturiva da tutto il corpo, che era una leva compatta impressionante e velocissima. Sì perchè poi c’è il picchiatore che abbassa la testa e mena pugni senza troppo costrutto, una cosa che funziona solo se al contempo sei un buon incassatore, altrimenti non vai lontano. Diciamo che i massimi sono storicamente una categoria particolare proprio per una questione di peso a struttura fisica, specie da quando i pugili hanno cominciato ad essere sempre più mastodontici e pesanti. Le categorie più belle da vedere sono sempre state quelle più leggere, secondo me. Su tutte quella dei pesi medi.
Comunque non sapevo che Calzaghe si fosse ritirato…
Un anno e mezzo fa, ormai. Dopo l’incontro con Roy Jones.
che bravo quel bravo ragazzo ( per modo di dire ) di Clint, migliora sempre di più di film in film.
invictus l’ho visto oggi a pordenone e mi è piaciuto molto bravo freeman nato per interpretare mandela la scena della cella era molto commovente.
bravo anche damon ma non eccezionale, visto che non mi è mai piaciuto come attore.