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"Invisible" di David S. Goyer

31 luglio 2007 Recensioni 0 Commenti
Invisible

Walt Disney, 17 Agosto 2007 – Inconcludente

Nick è un ombroso studente che fugge a Londra, ma la giovane criminale con cui ha avuto un alterco lo punisce lasciandolo mezzo morto nel bosco. Sospeso tra vita e morte, in un limbo in cui nessuno lo può sentire o vedere, del tutto impotente, dovrà cercare di condurre la polizia dove è nascosto, per salvarlo…


Marcia Gay Harden e Justin Chatwin in InvisibleIl paranormale e la parapsicologia sono una delle chiavi cui Hollywood negli ultimi anni ha guardato con più interesse, specie quando l’andamento devastante nel mondo ha portato gli Studio a ripiegare verso l’irrazionale, allontanandosi dalla politica (loro lo fanno con gli spiriti, noi con i paparazzi: quando si dice avere una civiltà). Il filone non si è mai fermato, ed anzi ha avuto una certa impennata quando ha cominciato a contaminarsi col mondo dei fumetti ed affini, per cui non sorprende che David S. Goyer, sceneggiatore di strisce ed anche scrittore di Batman Begins (nonché autore del mediocre Blade: Trinity) se ne sia interessato. Con risultati altalenanti tra l’interessante ed il maldestro.

Scritto da Mick Davis e Christine Roum (non adatti al loro mestiere) da un romanzo di Mats Wahl già tradotto al cinema nel 2002, un thriller fantastico con forti venature esistenziali, che ondeggia tra Ghost, Il Sesto Senso e un numero di Dylan Dog e che riuscirebbe anche curioso e interessante, se non fosse rovinato da una sceneggiatura che ne vanifica ogni potenzialità.

Justin Chatwin in InvisibleAmbientato in una provincia statunitense dove la familiarità ed il calore dei grandi spazi lacustri ha fatto posto alla fredda geometria degli interni architettonici (la scenografia di Carlos Barbosa, forse, è la cosa migliore del film), il film è una riflessione stralunata e dai toni insolitamente malinconici sulla difficoltà di crescere e l’impossibilità di un’età adulta che non sia colpevolezza: Goyer, infatti, usa il limbo tra la vita e la morte come metafora di un’età in cui il mondo smette di sapere che ci sei e comincia a rimpiangerti, come se tutti – nella società degli obiettivi da raggiungere – fossimo falliti con l’avvenire alle spalle, come se essere grandi vuol dire essere già morti.
Margarita Levieva in InvisiblePeccato che a questa interessante descrizione del limbo e dei suoi significati terreni manchi aria e un po’ di respiro, che non riesca ad andare dove vorrebbe perché la scelta, ad un certo punto, di giocare sul terreno del thriller rende la pellicola inconcludente e poco efficace, soprattutto perché si spinge un po’ oltre nella sospensione dell’incredulità, confondendo i piani e pasticciando con la logica, fosse anche quella interna al film. E’ proprio su questo piano che il film fallisce, colpa dell’inettitudine della coppia di sceneggiatori, che, già incerti sulla costruzione (preparazione troppo lunga, finale bruttino e consolatorio) infarciscono il film di buchi ed incongruenze (perché Nick continua a parlare se sa che nessuno lo sente? Perché dorme se è lo spirito di un quasi-morto?) che raggiungono l’apice col deus ex-machina assolutamente infondato che risolve disonestamente i problemi dell’intreccio (perché Annie all’improvviso lo sente?).

Margarita Levieva e Justin Chatwin in InvisibleCome un episodio di Colombo senza Colombo (e quindi con poco senso), con un protagonista con la faccia da tenebroso ebete che non può far nulla se non assistere ed una co-protagonista agghindata come Diabolik, che si salva grazie ad una regia ed una suspense non male ed un ritmo strano ed interessante che lo solleva dai suoi difetti. Protagonisti assolutamente di routine, ma il viso e la presenza di Margarita Levieva – che a tratti ricorda Natalie Portman – sono promettenti.


La locandina di InvisibleTitolo: Invisible (The Invisible)
Regia: David S. Goyer
Sceneggiatura: Mick Davis, Christine Roum
Fotografia: Gabriel Beristain
Interpreti: Justin Chatwin, Margarita Levieva, Chris Marquette, Marcia Gay Harden, Alex O’Loughlin, Callum Keith Rennie, Michelle Harrison, Ryan Kennedy, Andrew Francis, P. Lynn Johnson, Serge Houde, Desiree Zurowski, Mark Houghton
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 1h. 37′


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