"Lavorare con lentezza" di Guido Chiesa
Fandango, 1 Ottobre 2004 – Nostalgico
Due squattrinati ventenni di Bologna vengono ingaggiati da un piccolo ricettatore per scavare un tunnel fino ad una banca del centro. Scavando ascoltano Radio Alice, e decidono di presentarsi nella sede dell’emittente, dove scoprono un mondo a loro totalmente nuovo, fatto di ragazze, ideai politici, dischi, canne e fumetti…
Lavorare con lentezza, film di Guido Chiesa in concorso alla 61ª edizione del Festival di Venezia, è un caos di citazioni, un’accozzaglia di riferimenti e un groviglio di allusioni. Dispiace sempre non poter apprezzare completamente un film italiano, specie se lo sforzo produttivo è di quelli importanti e se la storia è ben elaborata.
La sceneggiatura, scritta dal regista insieme con i cinque membri del collettivo Wu Ming, è un romanzo popolare. La linea narrativa cita l’esperienza di Cesare Battisti, il fumetto di Pazienza, il rock trasmesso dalle radio libere, ma tocca anche i disordini del marzo bolognese ricordando i metodi discutibili con cui le forze dell’ordine cercavano di risolvere la grana Radio Alice. Convincenti tutte le scene con Max Mazzotta, già impegnato nel settantasettino Paz! di Renato De Maria e qui goffo carabiniere calabrese. Quelle recitate insieme con Valerio Mastandrea, bravo e credibile, non sono solo semplici gag tra i due carabinieri delle barzellette, dietro c’è molto di più. Le forze dell’ordine ascoltavano tutto il giorno Radio Alice per trovare riscontro alle regolari accuse di attività sovversive, ma a furia di sintonizzarsi su quelle frequenze finivano per appassionarsi alla programmazione. Alla fine anche loro condividevano quei messaggi.
Non si capisce come Radio Alice abbia influito – l’ha fatto? – sull’esito delle contestazioni studentesche. Tuttavia, quell’esperienza rimane irripetibile perché fu una piccola grande rivoluzione culturale: un gruppo di ragazzi riesce a mettere insieme una radio senza nessun mezzo a disposizione. Questa è creatività. Ma proprio in nome di Radio Alice, questo film avrebbe dovuto rischiare un po’ di più. Com’era il collettivo di Radio Alice? Siamo sicuri che i ragazzi avevano la spensierata comicità di Massimo Coppola e l’inespressiva immobilità di Claudia Pandolfi? Il film sulla radio libera più creativa e genialoide degli anni Settanta manca clamorosamente perché non riesce ad essere credibile. I giovani rappresentati sono penosamente normali, forse un po’ fricchettoni, ma per niente creativi. Anche visivamente, sono molto stereotipati. Basta vestirsi come a carnevale per contestare?
Sono stati scritti libri e girati documentari su quel gruppo geniale. Tra questi: Alice è il diavolo. Storia di una radio sovversiva di cui è coautore Franco “Bifo” Berardi, presente anche in Lavorare con lentezza, e l’ottimo documentario Alice è in Paradiso dello stesso Guido Chiesa. Regista apprezzabile come documentarista, leggermente meno come regista di fiction.
Titolo: Lavorare con lentezza (Radio Alice 100.6 Mhz)
Regia: Guido Chiesa
Sceneggiatura: Wu Ming, Guido Chiesa
Fotografia: Gherardo Gossi
Interpreti: Tommaso Ramenghi, Marco Luisi, Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea, Max Mazzotta, Valerio Binasco, Jacopo Bonvicini, Massimo Coppola, Afterhours, Allison Forest, Antonio Petrocelli, Franco “Bifo” Berardi
Nazionalità: Italia, 2004
Durata: 1h. 51′
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