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Le idi di marzo di George Clooney

14 dicembre 2011 Recensioni 5 Commenti
Le idi di marzo

01 Distribution, 16 Dicembre 2011 – Freddo

Il governatore Morris è in corsa alle primarie democratiche per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Progressista e brillante, sembra davvero l’uomo onesto in grado di cambiare il futuro della politica. Un giovane responsabile della sua campagna elettorale, però, dovrà ricredersi…


Philip Seymour Hoffman e George Clooney in Le idi di marzoIl clima di confusione che si respira all’inizio di Venezia 2011 si riflette anche nel suo film d’apertura, tentativo di coniugare toni taglienti con un’immagine che mantiene un fondo di glamour e brillantezza forse non dei più appropriati. Quarta regia di George Clooney, Le idi di marzo vuole raccontare il dietro le quinte di una campagna elettorale fondamentale per la successiva candidatura alla presidenza degli Stati Uniti e contemporaneamente il crollo morale di un idealista inizialmente fuori da certi giochi sottobanco. Se il primo aspetto ha uno svolgimento indovinato e caustico quanto serve, il secondo lascia a desiderare per la mancanza di profondità data ad alcuni passaggi e le forzature con cui il giovane protagonista infrange quelli che dovrebbero essere i suoi limiti.

Evan Rachel Wood e Ryan Gosling in le idi di marzoIl titolo Le idi di marzo si spiega facendo riferimento al celebre giorno in cui Giulio Cesare venne (fisicamente e non) pugnalato alle spalle proprio da coloro che gli erano più vicini. Il film mostra come, ancora oggi dopo più duemila anni, chi si trova in una posizione di vicinanza a un potente sia anche nella posizione migliore per spingerlo in un attimo giù da un dirupo. Tolto il messaggio di fondo, il resto è una serie di inganni e ricatti tutt’altro che nuovi, ma serviti con alcuni dialoghi interessanti e un cinismo non eccessivo. L’ambiente della politica, però, così contraddittorio e spesso impopolare, non è il terreno migliore per mostrare dei percorsi morali così complessi come quelli che si vorrebbero far ricadere sul personaggio di Ryan Gosling, principale e infedele punto di vista cui è affidata la narrazione. Ecco quindi che le sequenze più strettamente legate a lui come uomo e alla figura di Evan Rachel Wood sono le meno riuscite, talvolta a causa di banali svolte della trama ma più spesso perché la sceneggiatura fa il passo più lungo della gamba, pensando di sorprendere lo spettatore con qualcosa di già visto altrove, nella realtà o in storie anche meno ambiziose.

Ryan Gosling in una scena di Le idi di marzoDal punto di vista tecnico non ci si può lamentare di Le idi di marzo: la fotografia e il montaggio seguono senza strafare le necessità del racconto, e le belle musiche di Alexandre Desplat riescono quasi ad arrivare laddove la storia non riuscirebbe, anche se la regia vi ricorre fin troppo. Il cast è formato da attori di nome e di qualità, ma Ryan Gosling ha troppo peso sulle spalle, il Clooney attore non ha molto di nuovo da offrire ed entrambi finiscono così messi all’angolo dai comprimari Philip Seymour Hoffman e Paul Giamatti, entrambi in perfetta forma. Va dato atto che il Clooney regista conserva comunque il pregio di una mano semplice ma abbastanza efficace nel gestire gli attori e i racconti di cui decide di occuparsi, anche se qui la storia non gli è di aiuto e questo non è decisamente il suo film migliore.


La locandina di Le idi di marzoTitolo: Le idi di marzo (The Ides of March)
Regia: George Clooney
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon
Fotografia: Phedon Papamichael
Interpreti: Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Max Minghella, Jeffrey Wright, Danny Mooney, Lauren Mae Shafer, Wendy Aaron, Mark Stacey White
Nazionalità: USA, 2011
Durata: 1h. 42′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. weach ha detto:

    E’ film che poco aggiunge al genere proposto, trito e ritrito.ben fatto , sicuramente,della giusta taglia; è come un buon vestito che però non appassiona e dopo un poco va finire per sempre nel guarda roba.
    Non merita troppa considerazione ; film medio; non mediocre , ma forse.

  2. Marco ha detto:

    Concordo sulla recensione con gli elogi ma non con le critiche. Io lo trovato interessantissimo e la trama segue bene tutti i risvolti e non ho visto forzature eccessive (in fondo si vuoe raccontare quello che potrebbe succedere e in che modo succede dietro le varie campagne).
    Non so, mi è piaciuto rispetto ad altri film a sfondo politico che ho visto in passato.
    Buone le prestazioni di tutti, menzione a Gosling e ad Hoffman.
    Bella la musica del mestierante Desplat.
    Opinione Albe?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Desplat è uno dei musicisti più quotati di Hollywood, direi che definirlo “mestierante” non gli rende esattamente giustizia. Comunque ci sono alcuni passaggi del film che non mi hanno convinto, soprattutto riguardo il personaggio della Wood, e la improvvisa presa di coscienza di Gosling è quanto di più improbabile si poteva pensare con quel personaggio.

  4. Marco ha detto:

    Lungi da me sottovalutare il maestro Desplat 🙂
    Albe mi dici le tue partiture preferite dei vari musicisti? Te li elenco così ti è più facile:

    John Williams
    Jerry Goldsmith
    James Horner
    Howard Shore
    Danny Elfman
    Ennio Morricone
    Klaus Badelt
    Henry Mancini
    James Newton Howard
    Giacchino Sr. e Jr.
    Hans Zimmer
    Christopher Young
    Joseph LoDuca
    Alexandre Desplat

    Grazie in anticipo se vorrai rispondermi!

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Eh, questa va ben oltre i limiti della mia conoscenza specifica e della mia memoria. Non sono in grado di scindere così tanto una partitura dal film per cui è stata composta e non sono in grado di ricordare tutta la musica di film che ho visto anni fa. Tanto per dire, Badelt ha scritto la musica di “The Time Machine”, e c’è una traccia (“Godspeed”) bellissima, ma com’è tutto il resto della musica non me lo ricordo mica…

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