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Marie Antoinette di Sofia Coppola

24 maggio 2006 Recensioni 3 Commenti
Marie Antoinette

Sony, 17 Novembre 2006 – Coraggioso

Maria Antonietta è l’adolescente figlia dell’Imperatore d’Austria che viene obbligata a sposare il Delfino di Francia per salvaguardare i rapporti tra le due nazioni. Ma alla corte di Versailles Maria Antonietta si trova male, finendo per circondarsi di lussi invece che di persone davvero care…


Kirsten Dunst in una scena di Marie AntoinetteCosa succede a Charlotte una volta che Bob Harris se n’è andato, una volta che è tornata con un marito che la trascura e nessuno la cui compagnia davvero le interessi? Sofia Coppola se l’immagina nella Versailles immediatamente precedente la Rivoluzione, nascosta sotto i panni di un’adolescente austriaca obbligata ad abbandonare tutti i suoi affetti e diventare Regina di Francia. Tra feste costosissime, scarpe e dolci in quantità, indiscrezioni maligne e scappatelle amorose – ma anche musica moderna e ironia su quanto ci hanno raccontato i libri di Storia – questa Maria Antonietta è davvero un altro tassello nel percorso autoriale della Coppola, che solo incidentalmente coincide con un personaggio realmente esistito. Capire questo, e accettarlo, è condizione necessaria per vedere il film sotto la giusta angolazione e poterlo apprezzare davvero.

Kirsten Dunst in una scena di Marie AntoinettePresentato in concorso al Festival di Cannes 2006 dopo essere stato accolto con scetticismo dalla stampa transalpina – che ha fatto notare, tra le altre cose, come non vi reciti neanche un attore francese e ha ricordato come Alain Delon abbia rifiutato il ruolo di Luigi XV perché a suo dire gli statunitensi non possono girare un film sulla Rivoluzione Francese – Marie Antoinette è certamente un film particolare, ma non è per nulla un film balordo. Per quanto la confezione possa infatti lasciare perplesso più d’uno, si tratta in realtà di una pellicola molto ben studiata, che sfrutta ogni elemento filmico per raccontare compiutamente quello che più interessa alla regista. La scelta di un commento musicale moderno serve proprio a sottolineare come Maria Antonietta non sia per nulla diversa dalle ragazzine d’oggi, dalle Vergini Suicide che erano state protagoniste del suo primo film: sole nel loro piccolo mondo, con nessuno che ha voglia di capirle e con le barriere che altri hanno issato attorno a loro che sembrano sempre troppo strette.

Jason Schartzman e Kirsten Dunst in Marie AntoinetteAlla buona riuscita di Marie Antoinette non è estranea un’ottima Kirsten Dunst, il cui nome non dovrebbe sorprendere se compreso nella cinquina delle nomination ai prossimi Oscar. La giovane attrice del New Jersey, forse nella prova migliore della carriera, sembra trovarsi a suo agio tra i pizzi e i merletti di Corte e passa con disinvoltura attraverso le diverse fasi psicologiche che il suo personaggio affronta nel corso del film. Con un’attrice meno convinta e convincente il progetto sarebbe certamente naufragato, nonostante il puzzle filmico che la regista ha messo insieme sia molto meno semplice di quello che può sembrare a prima vista. Di certo, infatti, non è casuale che Maria Antonietta si svegli sempre con la stessa musica che ascoltava ogni mattina il Joe Gideon di All That Jazz: è dura, ma è il momento di andare in scena.


La locandina francese di Marie AntoinetteTitolo: Marie Antoinette (Id.)
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Fotografia: Lance Acord
Interpreti: Kirsten Dunst, Jason Schwartzman, Rip Torn, Judy Davis, Asia Argento, Marianne Faithfull, Aurore Clément, Guillaume Gallienne, Clementine Poidatz, Molly Shannon, Steve Coogan, Shirley Henderson, Rose Byrne, Danny Huston
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 2h. 03′

 


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Albe ho visto il primo lavoro della Coppola Il Giardino Delle Vergini Suicide, una tua opinione al riguardo?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    A me era piaciuto parecchio.

  3. Marco ha detto:

    Si infatti anch’io lo trovato bello, molto ben girato e ben interpretato.
    Non so quanto il padre abbia aiutato la figlia ma se lo ha fatto direi che è più che legittimo.

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