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"Mia madre" di Nanni Moretti

17 aprile 2015 Recensioni 3 Commenti
Mia madre

01 Distribution, 16 Aprile 2015 – Autentico

La signora Ada è in ospedale per una malattia al cuore e i suoi figli vivono con la paura di perdere la loro madre. Entrambi cercano di prendere le distanze dalla realtà: Margherita attraverso la finzione del suo cinema, Giovanni mediante un periodo di aspettativa dal lavoro…


Nanni Moretti in Mia madreIn Mia madre Nanni Moretti fa convergere i tre ambiti tematici che più caratterizzano la sua cinematografia: il discorso metalinguistico, il contenuto politico e la questione del lutto. Il film nel film è un cliché del suo percorso professionale: sfiorato fin dall’esordio con l’accezione teatrale di Io sono un autarchico, torna prepotentemente in Sogni d’oro e Aprile. In questo caso è Margherita Buy a caricarsi addosso tutti i tormenti e i “capricci” tipici di Moretti, cercando di dirigere una storia ma mettendo in discussione la sua stessa limpidezza mentale. Il consiglio interpretativo, che non capisce neanche lei ma che suggerisce a tutti i suoi attori, di tenere contemporaneamente in scena personaggio e attore è l’emblema di una personalità confusa, problematica e doppia.

Margherita Buy in una scena di Mia madreLa sfera politica in Mia madre è svolta in maniera inedita rispetto Il caimano: né ironia né riferimenti diretti rispetto all’impegno o disimpegno sociale del regista; stavolta sceglie l’accezione più nobile del termine politico – dal greco “proprio del cittadino” – e si occupa di ciò che coinvolge appunto il cittadino: vita, morte, ospedali e lavoro. L’unico male della società civile che Moretti non può fare a meno di rappresentare, attraverso la finzione nella finzione, è la problematica del lavoro e degli scontri tra operai e polizia, sintetizzando tutto perfettamente nella perentoria domanda di Margherita al direttore della fotografia: «Ma tu stai con i manifestanti o i poliziotti?». E alla fine il lutto, che torna inequivocabilmente dopo La stanza del figlio, affrontato con misurata sofferenza e la giusta inquietudine.

Giulia Lazzarini e Margherita Buy in Mia madreLe frequenti carrellate ci conducono tra le sfere dell’inconscio di Margherita, oscillando tra presente, passato e dimensione onirica; spesso si perde quasi l’orientamento e si confondono incubi, sogni, finzione e realtà. Un carrello infinito segue l’incedere della regista fuori dal cinema Capranichetta, dove tra il pubblico in fila incontra la genesi della sua solitudine. I primi piani più toccanti riguardano invece la signora Ada (Giulia Lazzarini): nel letto d’ospedale o sulla poltrona di casa esibisce sempre uno sguardo sereno, un atteggiamento rassicurante che conforta figli e nipote. Rappresenta la saldezza del nucleo familiare e la lingua latina è lo strumento della sua tenacia.

John Turturro in Mia madreMoretti ci guida nel dolore privato di questa famiglia ed entra nei loro pensieri e nella loro sfera sensoriale con grande tatto e delicatezza. La macchina da presa è lenta, a tratti quasi impercepibile; scruta senza turbare, osserva senza spiare. Non scade mai nella retorica, rende il massimo attraverso il minimo essenziale ma soprattutto equilibra perfettamente il doppio registro comico-drammatico: dall’evento tragico familiare si sviluppa una linea narrativa leggera e divertente, tutta concentrata intorno alla figura dell’attore principale, la guest star del film finto e del film vero, John Turturro. Egli è l’interprete mediocre ma nessuno sa o osa dirlo: non si può contestare la prima scelta di Kubrick, a meno che il tuo nome non sia Margherita. Moretti sceglie di dare ampio spazio all’istrionico attore e alla regista “nervosetta”: loro dominano la scena, lui si pone in un angolo in attesa, congela la sua posizione lavorativa, è il fratello rassegnato che attende qualcosa, forse la prevista morte o forse un qualcosa che neanche lui sa.


La locandina di Mia madreTitolo: Mia madre
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Santella
Fotografia: Arnaldo Catinari
Interpreti: Margherita Buy, Nanni Moretti, John Turturro, Giulia Lazzarini, Beatrice Mancini, Stefano Abbati, Enrico Ianniello, Anna Bellato, Tony Laudadio, Lorenzo Gioielli, Pietro Ragusa, Tatiana Lepore, Monica Samassa
Nazionalità: Italia, 2015
Durata: 1h. 46′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    Grazie Annalisa per questa recensione. Non amo i film italiani e nonostante questo non sia affatto il mio genere preferito, guardo sempre ogni film prodotto da Nanni Moretti perche’ lo considero tra i registi piu’ geniali in vita… ha sempre qualcosa da raccontare e trova nelle parole offerte dal cinema, il giusto modo di esprimerlo.
    Senza sbilanciarmi penso sia il Woody Allen dei vecchi tempi, geniale e fuori dagli schemi… ma cosi’ dannatamente vero.

  2. annalisa ha detto:

    Fabrizio sono sicura che ti piacerà! è davvero un film asciutto e ricco allo stesso tempo! condivido il senso di realtà che come dici tu lo accomuna a Woody allen, però sicuramente Moretti è molto più equilibrato di lui!

  3. Andrea ha detto:

    Non posso che essere d’accordo con questa recensione: film bellissimo, molto equilibrato, un regista maturo che riesce a raccontare una storia con partecipazione, senza cercare il coinvolgimento forzato, ma obbligando lo spettatore ad abbandonarsi al vortice di emozioni e sensazioni dentro al quale la telecamera viaggia.
    Per me, uno dei più bei film italiani degli ultimi tempi, conferma ancora una volta che Moretti non parla più solo al suo pubblico, ma riesce ad essere un grande autore.

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