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"Monuments Men" di George Clooney

12 febbraio 2014 Recensioni 4 Commenti
Monuments Men

20th Century Fox, 13 Febbraio 2014 – Storico

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Adolf Hitler non attua solo la sua opera distruttrice nelle varie nazioni europee coinvolte nel conflitto: nei suoi piani rientra anche la costruzione di un museo personale con le opere d’arte sottratte ai nemici. Saranno gli Stati Uniti ad aiutare, non solo militarmente, gli Alleati europei…


John Goodman, Matt Damon, George Clooney, Bob Balaban e Bill Murray in Monuments MenIl nuovo film interpretato – ma anche diretto, cosceneggiato e coprodotto – da George Clooney porta alla luce una pagina storica poco nota, nonostante i protagonisti siano stati eroici nello scriverla. Com’era avvenuto nel caso di Argo di Ben Affleck, anche stavolta ci si trova di fronte a una realtà che supera la fantasia per le difficoltà e le modalità con le quali la vicenda si è svolta. Ne è nato un film che tratta la guerra da un’angolazione insolita, senza mettere necessariamente al centro la sua violenza e i suoi orrori che comunque non trascura.

Cate Blanchett in Monuments MenNon si risparmiano le morti, ancora più assurde, avvenute durante le imboscate e nemmeno la pena, non solo fisica, degli ospedali da campo. Non si omette il dolore per la perdita di un compagno di missione ormai diventato un amico, ma neppure l’umana nostalgia della propria casa e della propria famiglia. Tuttavia, ciò viene narrato mantenendo il giusto equilibrio, che non scade nel sentimentalismo scontato, e senza compromettere la valenza storica del soggetto. Anzi, il film assume un proprio spessore specie riflettendo la vera tematica attorno alla quale ruota: l’arte. I protagonisti provengono da questo mondo e il loro scopo non è quello di combattere, ma recuperare le opere. Ed è in questa maniera che, esteticamente, il film è stato reso.

Matt Damon e George Clooney in Monuments MenLe tonalità cromatiche; la fotografia degli interni e degli esterni; i prevalenti contrasti di chiaro-scuro sottolineati specie dall’uso di torce e lampade; un paesaggio montuoso e, per questo poetico, scelto come sfondo al dialogo dei protagonisti durante una sosta in auto. Tutto ciò è in linea con un certo stile artistico, peraltro rintracciabile nelle opere che compaiono nel film stesso e anche negli ambienti che le accolgono, come la cattedrale di Nostra Signora a Bruges.

Matt Damon e George Clooney con Hugh Bonnebille, John Goodman e Bob Balaban sullo sfondo in Monuments MenÈ in questo contesto che si consuma una delle sequenze migliori, perché in essa se ne evidenzia meglio l’anima. La commozione dell’amante dell’arte di fronte alla Madonna col Bambino di Michelangelo contrapposta alla freddezza dei nazisti; le modalità differenti di ingresso nella cattedrale del primo contrapposte a quelle bieche dei secondi; lo spirito di sacrificio che nasce dall’amore per l’arte contrapposto al dovere senz’anima. Ciò dimostra, tra l’altro, che l’accuratezza estetica delle immagini non è fine a se stessa e nemmeno superficiale, dato che esse riescono a emozionare in diverse occasioni.

Jean Dujardin in Monuments MenLa forza estetica si trova anche nella capacità di connotare con pochi elementi le nazioni nelle quali via via i protagonisti si trovano. Infatti sono sempre le immagini a restituire con realismo e arte al contempo l’atmosfera britannica con i suoi tipici cottage, oppure ancora quella delle vie parigine. Perfino le varie miniere, nelle quali verrà rinvenuta la gran parte dei diversi milioni delle opere rubate, rendono un’atmosfera in linea con l’estetica di tutto il film. C’è un limite forse nella stereotipizzazione dei nazisti, eppure nel finale questa certezza verrà messa in dubbio dalla velata reazione di uno di loro arrivato tardi, rispetto ai Monuments Men, presso una di queste miniere.

Le diapositive finali si ricollegano a quelle iniziali, insieme ad altre immagini in bianco e nero altrettanto attinte dai documenti reali. Vengono così mostrati alcuni dei veri Monuments Men e alcuni dei veri ritrovamenti delle opere, sottolineando maggiormente l’importanza storica, oltre che artistica, del loro straordinario operato.


La locandina di Monuments MenTitolo: Monuments Men (The Monuments Men)
Regia: George Clooney
Sceneggiatura: Grant Heslov, George Clooney
Fotografia: Phedon Papamichael
Interpreti: George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville, Dimitri Leonidas, Justus von Dohnányi, Holger Handtke, Michael Hofland, Zahary Baharov, Michael Brandner, Sam Hazeldine
Nazionalità: USA – Germania, 2014
Durata: 1h. 58′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Andy Roid ha detto:

    Alla fine non sono dei nazisti ad arrivare alla miniera, ma i sovietici (tratteggiati ancora più banalmente dei nazisti e con un’ottica tutta usa-centrica). Comunque non concordo con la recensione: il film mi è sembrato superificiale e banale, con questi 7 uomini che girano per l’europa in guerra con nonchalance e dove la distanza dalla baviera a bruges sembra essere possibilie coprire in poche ore.

  2. Tiziana Cappellini ha detto:

    Confermo la correzione e rettifico il mio errore: verso il finale del film, la miniera viene raggiunta dai russi.
    Il che non riabilita quindi la resa stereotipata dei nazisti.

    Invece per quanto riguarda l’inverosimiglianza della vicenda e del suo svolgersi, questo appartiene alla filosofia dello “strano ma vero” dato che si tratta di una storia reale che supera la fantasia. Ma pur sempre reale è la sua origine.

  3. skumkyman ha detto:

    Film storico, sicuramente, ma freddo secondo me; una mancanza di coinvolgimento che dovrei imputare tutta alla regia?
    La sceneggiatura è molto curata, con delle gag tipiche della coppia Damon-Clooney, le riflessioni sono sempre sensate anche se a volte le ho trovate ridondanti, purtroppo alla fine ho avuto la sensazione che il gioco funzionasse solo se erano Clooney o Blanchett a giocare. Il resto del cast l’ho visto poco incisivo, per una chiara inesperienza registica: come si fa a cambiare inquadratura proprio su Bill Murray che fa una faccina sul manzo secco tra i denti? o come faccio a non storcere il naso su un finale con le fanfare ?
    Complimenti a Clooney per aver scelto questo argomento e aver fatto riflettere anche gli americani sui propri errori come sul bombardamento di Montecassino, ma ha dimenticato di citare il fatto che la città di Isernia era stata già distrutta una settimana prima per un tragico scambio di località , spero però che possa crescere nel modo di dirigere e valorizzare gli attori.

  4. Marco ha detto:

    Non giudco il soggetto, che ho comunque trovato interessante ed originale, ma la sceneggiatura, che pecca di momenti lenti, morti, scene surreali che annoiano invece che sorprendere.
    La storia all’inizio riesce ad apparire interessante ma via via che scorre diventa troppo poco avvincente per i miei gusti. Un’occasione sprecata insomma.
    Salvo solo alcuni dialoghi e scene (fra cui l’agguato a Dujardin e Goodman).
    Bella la musica.
    Regia che ho apprezzato maggiormente nel precedente “Le Idi Di Marzo”, qui troppo monocorde e svogliata.

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