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"Noah" di Darren Aronofsky

11 aprile 2014 Recensioni 11 Commenti
Noah

Universal, 10 Aprile 2014 – Svogliato

Discendente diretto di Set e nipote di Matusalemme, Noè è l’unico uomo che vive rispettando il creato. Per questo è a lui che il Creatore appare in sogno, esortandolo a costruire un’arca che salvi tutti gli animali dal diluvio che spazzerà la Terra e cancellerà completamente la razza umana…


Jennifer Connelly e Russell Crowe in NoahCapita raramente che in un film ogni singolo elemento brilli al massimo delle sue possibilità. Capita forse ancor più raramente che invece ogni singolo elemento non riesca a brillare neanche a un centesimo delle sue potenzialità. Uno di questi sfortunati casi è Noah, che avrebbe sulla carta i nomi per stupire in ogni reparto ma che invece fallisce nettamente su tutta la linea. Tanto da dare l’impressione di essere stato girato con la mano sinistra e gli occhi bendati da parte di tutti.

Emma Watson in NoahNon che il progetto in sé non facesse nascere già delle perplessità, sia perché il kolossal biblico è ampiamente fuori moda sia perché il rischio di ritrovarsi con un Poseidon a sfondo religioso era palpabile. Quello che poteva ispirare fiducia erano appunto i nomi coinvolti in questo Noah, a partire dall’incostante ma visionario Aronofsky, che ci ha lavorato per più di un decennio. Invece, come detto, tutto è andato storto.

Logan Lerman e Russell Crowe ai piedi dell'arca in NoahLa sceneggiatura deve necessariamente riempire i tanti buchi della storia biblica, ma il modo in cui lo fa è spesso sconclusionato e non si lega affatto con la simbologia religiosa che fa capolino nei momenti in cui lo spettatore se la aspetta. La prima parte ha un look quasi da film postatomico, ma tutto sembra freddo e privo di ispirazione, e visivamente non c’è nessun elemento che riesce davvero a colpire. Gli attori appaiono tutti senza carisma e alcuni pure senza capacità recitative, e in 140 minuti la regia mette insieme appena due belle invenzioni (la raffigurazione dei giganti e il racconto della Genesi). Il risultato è il primo grande disastro cinematografico del 2014.


La locandina di NoahTitolo: Noah (Id.)
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Darren Aronofsky, Ari Handel
Fotografia: Matthew Libatique
Interpreti: Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth, Dakota Goyo, Anthony Hopkins, Leo McHugh Carroll, Marton Csokas, Finn Wittrock, Madison Davenport, Gavin Casalegno, Nolan Gross, Skylar Burke
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 2h. 18′


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Attualmente ci sono 11 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    Film da 130 milioni di dollari ($) di budget e cast stellare… un regista che di certo ha mostrato/dimostrato di avere i numeri per produzioni di peso ed invece l’ennesima occasione sprecata, che farà il classico botto al botteghino per le settimane iniziali dove la curiosità, i trailer e la pubblicità hanno la meglio per poi finire nel tritacarne della critica (ma soprattutto del pubblico).
    Sarà forse che magari che per ogni film abbiamo un benchmark e quindi ogni cosa viene ridimensionata in funzione / consapevolezza di, ma davvero non si riesce piu’, con budget di rilievo, a fare film kolossal?

    Mah…

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Mah,non lo so quanto realmente possa incassare… Perlo meno in Italia… È un film particolare anche come soggetto, non solo come realizzazione (al di là della riuscita), non credo possa attirare più di tanto il pubblico di un Transformers, ad esempio… Tra l’altro ho iniziato oggi a leggere la versione a fumetti e sembra mille volte più interessante (e costosa…).

  3. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao Alberto,
    ma se alla fine i film li fanno i produttori… che senso ha questo film in un contesto come quello attuale? Mi chiarisco… pubblico quindi “d’elite”, potenzialmente di nicchia, tematiche che per la loro natura abbracciano specifiche religioni (e quindi popoli / nazioni)?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Va be’, ma i produttori fanno i film sperando sempre che questi incassino… Poi ogni tanto sbagliano i calcoli. Questo ha incassato 43 milioni nel primo week-end, che era più o meno quello che ci si aspettava, ma sembra chiaro che in USA non arriverà a 100. Poi comunque non credo che il film interessi solo il pubblico religioso, ma di certo non l’ha interessato quanto probabilmente gli autori speravano.

  5. Marco ha detto:

    E’ appurato: io ed Albe in fatto di blockbuster siamo proprio agli antipodi 🙂
    L’ho trovato un buon disaster-movie, con i suoi pregi e difetti, che si rifà al capitolo biblico. Non penso che il regista abbia voluto fare una trasposizione fedele (anche perchè nel Libro dura 5 pagine).
    Difetti che, volendo, si possono riscontrare solo nella caratterizzazione di qualche personaggio e di qualche trovata originale (che non andrà giù a parecchi) ma ci si deve stare se vuoi intraprenderne la visione. Sinceramente per me non hanno creato chissà quale abominio ma, conscio di quello che mi accingevo a vedere, sono stato al gioco.
    Comunque state parlando con uno che i film di Emmerich li apprezza 🙂 E qui ho visto più Emmerich che Aronofsky.
    Reparto tecnico ineccepibile (alcune riprese in fatto di fotografia mi hanno molto positivamente colpito).
    Bel comparto musicale. Ottime scenografia.

    Se posso Albe ti chiedo di leggere la recensione di Mymovies: http://www.mymovies.it/film/2014/noah/
    con la quale mi trovo d’accordo.
    Ciao!

  6. Alberto Cassani ha detto:

    La recensione di Niola l’ho trovata pessima, come peraltro spesso mi capita con quello che scrive lui. Non per il giudizio finale sul film quanto per la magniloquenza con cui sono espressi i concetti, gli spoiler inutili e la conclusione alla “non v’è piaciuto perché non c’avete capito un cazzo”.

    Detto questo, posso essere d’accordo con te che se consideriamo “Noah” un disaster-movie postatomico, nel genere si difende in maniera sufficiente ma senza dire nulla di nuovo. Però a me pare chiaro che le intenzioni fossero altre, ma portate avanti con poca decisione e forse poca convinzione.

  7. Anonimo ha detto:

    Io aspetterei a gridare al “disastro cinematografico del 2014” senza aver visto quel mix orridamente malriuscito di Game of Thrones, Il Signore degli Anelli e Il Gladiatore che è 300 L’Alba di un Impero.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Vero, ma direi che le aspettative dei due film erano molto diverse. Che “302” fosse una vaccata lo si poteva intuire facilmente, questo invece era nato con tutt’altro pedigree.

  9. Riccardo ha detto:

    Chiedo pardon per non aver firmato il mio commento precedente, ma ormai il sito non lascia più permanenti le impostazioni di Nickname e E-mail 🙁

    Francamente io, pur essendo un ammiratore di Aronofsky, avevo i miei dubbi sulla qualità di questo Noah fin dai primi trailer. Infine si è rivelato quello che temevo: un film mediocre. ma pur riconoscendo una matrice filosofico/religiosa abbastanza confusionaria e qualche invenzione che, soprattutto qui in Europa, potrebbe non venir accettata; non riesco a considerarlo un film totalmente disastroso. La recitazione è ottima (Crowe, Winstone e la Watson su tutti; e la Connelly sembrava quasi capitata lì per sbaglio), alcune scene sono terribilmente belle (quella degli uomini che mangiano gli animali con Crowe che vede sè stesso in versione malvagia , e tutta la sequenza dell’ ascesa di Noè nel fanatismo più malato ed estremista ), la colonna sonora è ottima e alcune idee davvero affascinanti (i giganti in realtà angeli caduti). La sensazione è di troppa carne sul fuoco, ma il film non mi è dispiaciuto e la resa del diluvio è molto angosciante.

    Una nota la merita la presenza di Anthony Hopkins: se avessero ingaggiato al suo posto Andy Serkis in versione motion capture, la scena in cui cerca le bacche con atteggiamenti gollumeschi sarebbe stata meno ridicola.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Anch’io avevo molte perplessità sul progetto, ma in generale penso proprio che il livello di attesa qualitativa fosse ben diverso rispetto al seguito di 300. Poi comunque ho avuto l’impressione esattamente contraria alla tua, rispetto alle scene che citi: secondo me la prima parte è nettamente migliore della seconda anche proprio per il cambiamento nel protagonista. I giganti invece sono l’intuizione migliore del film.

  11. Marco ha detto:

    Rivisto e ricondivido il pensiero espresso nel mio commento precedente.
    Senza troppe “seghe mentali” riguardo le intenzioni del regista sul progetto (che secondo me erano quelle di convertire la vicenda di Noè in un film catastrofico e non solo, guardando i tormenti interiori del protagonista nella seconda parte, e in questo penso ci sia riuscito benissimo) trovo sia godibilissimo.

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