Stai leggendo:

Non aprite quella porta - L'inizio di Jonathan Liebesman

5 dicembre 2007 Recensioni 6 Commenti
Non aprite quella porta

Eagle Pictures, 7 Dicembre 2006 – Inconsistente

E’ il 1969. Il diciottenne Dean Hill viene chiamato a combattere in Vietnam, e suo fratello Eric decide di tornare al fronte per un secondo turno di servizio volontario. Insieme alle fidanzate, i due fratelli partono per il centro di reclutamento, ma hanno un incidente d’auto in un paesino del Texas…


Andrew Bryniarski in Non aprite quella porta - L'inizioPoche idee ma confuse, in questo prequel del remake (!) del film di Tobe Hooper di cui davvero non si sentiva la necessità. Scritto da Sheldon Turner (L’altra sporca ultima meta) e David Schow (Il corvo) e diretto da quel Jonathan Liebesman che già aveva saputo irritare gli spettatori di Al calare delle tenebre, Non aprite quella porta – L’inizio si propone di raccontarci le origini della famiglia Hewitt, facendo così chiarezza sulle ragioni dietro le loro efferate imprese e sull’infanzia di Leatherface. In realtà, ad una prima mezz’ora in cui viene presentata la situazione in maniera rozza e in fondo poco interessante, fanno seguito 70 minuti di inseguimenti e squartamenti che più noiosi non potrebbero.

R. Lee Ermey in una scena di Non aprite quella porta - L'inizioEstate del 1969. I fratelli Eric e Dean Hill si preparano ad andare a combattere in Vietnam. Ma se per Dean la cartolina precetto è un incubo, per Eric sarà il secondo viaggio al fronte, questa volta da volontario. I due si mettono in auto insieme con le fidanzate per raggiungere il centro di arruolamento, ma sono vittime di un incidente nel mezzo di uno sperduto paesino del Texas. Senza neanche capire bene cosa sta succedendo, tre dei quattro giovani finiscono nelle mani della famiglia Hewitt, con Leatherface che si prepara a macellarne la carne. L’unica speranza è che Chrissie riesca a trovare aiuto prima che il gigante ritardato accenda la motosega…

Jordana Brewster in Non aprite quella porta - L'inizioMal diretto da Liebesman e ripreso con un fastidioso filtro color ocra dall’esordiente Lukas Ettlin, Non aprite quella porta – L’inizio si rivela niente più che una lunga e ripetitiva serie di scene truculente senza un minimo di suspense e senza neanche un minimo di inventiva. Com’è ormai diventato normale nel cinema horror, poi, i personaggi sono mal disegnati e l’intreccio vero e proprio è totalmente inesistente. Certo il sangue scorre a fiumi, ma questo non è sufficiente a interessare né tantomeno ad esaltare anche lo spettatore ben disposto, visti i modi in cui il prodotto è confezionato. Non se ne sentiva la necessità, di questa pellicola, e non se ne conserverà il ricordo.


La locandina di Non aprite quella porta - L'inizioTitolo: Non aprite quella porta – L’inizio (The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning)
Regia: Jonathan Liebesman
Sceneggiatura: Sheldon Turner, David J. Schow
Fotografia: Lukas Ettlin
Interpreti: Jordana Brewster, Taylor Handley, Diora Baird, Matt Bomer, R. Lee Ermey, Andrew Bryniarski, Lee Tergesen, Terrence Evans, Marietta Marich, Kathy Lamkin, Cyia Batten
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 40′


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio ha detto:

    Due cose, secondo me, da salvare di questo film: i titoli di testa (certo che Seven ha fatto scuola…) e l’interpretazione R. Lee Ermey .

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Ermey è quasi sempre straordinario, anche se in pratica fa sempre le stesse cose.

  3. Francesco Manca ha detto:

    Io non salverei nemmeno quelle, pensa…
    Forse solo il sederino di Jordana Brewster che vediamo anche nello screenshot accanto alla rece.

  4. Fabrizio ha detto:

    No beh, il bagliore di calma follia che trasmettono gli occhi (e il volto) di Ermey sono perfetti. E’ il classico caso di “non ci vedrei un altro al posto suo in quel ruolo”, tanto la parte gli calza addosso.

  5. Anonimo ha detto:

    Ke pauraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  6. Marco ha detto:

    Sconsiglio caldamente l’ultimo capitolo, quello in 3D (tra l’altro giustificato solo in tre minuscole scene): dopo un inizio quantomeno diverso con la ripresa delle scene del capostipite e l’allacciamento ex-novo dei fatti immediatamente successivi, segue un blanda riproposta dei vari clichè triti e ritriti di tutti i capitoli, con buchi di script, zero tensione, zero pathos e attori più spaesati ed irritanti che mai.
    Il “guizzo” del film è il fatto che Leatherface sia soltanto una vittima della società e quindi alla fine lo spettaore tiferà per lui piuttosto che per gli umani “mostri”…bah quante volte l’abbiamo sentita sta solfa? Il tutto malamente gestito.
    Non so quanto sia stato il budget ma i soli 39 milioni worldwide spero frenino i produttori (che tra l’altro avevano pensato ad una nuova trilogia brrr….).
    Per i ragazzuoli, guardatelo solo per la Daddario e la Raymonde.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.