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"Rise of the Footsoldier" di Julian Gilbey

20 novembre 2012 Recensioni 4 Commenti
Rise of the Footsoldier

Inedito in Italia – Brutale

1975: per gli esagitati tifosi del West Ham la vita è solo calcio, cazzotti e chiavate. Carlton Leach ha 16 anni e già si sta facendo strada nei ranghi della ICF, a fianco del leggendario Bill Gardner. Nel 1983, però, Leach trova lavoro come buttafuori in un locale notturno…


Ricci Harnet in Rise of the FootsoldierTratto dall’autobiografia di Carlton Leach, che negli anni era diventato una delle figure di spicco della tifoseria violenta del West Ham, Rise of the Footsoldier ha il pregio di essere l’unico film a raccontare ciò che è stato degli hooligan in seguito alle misure di sicurezza istituite dal governo Thatcher dopo la strage dell’Heysel del 1985 e la tragedia di Hillsborough del 1989. Nel caso di Carlton Leach e di molti suoi “commilitoni” del West Ham, la carriera più ovvia fu quella di buttafuori nei tanti locali notturni di Londra. Ma visto che la maggior parte di quei locali appartenevano alla criminalità organizzata, molti – Leach compreso – finirono per fare anche il picchiatore o il guardaspalle nei trasporti di merci di contrabbando, armi e droga.

Una scena di Rise of the FootsoldierCome già Alan Clarke, anche i fratelli Julian e William Gilbey prendono spunto da quanto spiegato nel documentario Hooligan e fanno buon uso anche di quanto raccontato da Cas Pennant nei suoi libri per integrare la storia di Leach con le libertà artistiche necessarie per renderla cinematograficamente interessante. In questo viene loro utile anche la voce fuori campo del protagonista, utilizzata benissimo per dare ritmo alla narrazione, ma è soprattutto l’uso di diverse sequenze di repertorio che permette ai Gilbey di contestualizzare la vicenda all’interno dell’Inghilterra degli anni 80 e 90. Il regista di Henley-on-Thames dà però a tutta la pellicola uno stile da videoclip, imbottito di ralenti e di immagini patinate, che mal si adatta alla storia brutale che racconta. E sì che la rissa a Manchester dopo neanche dieci minuti di proiezione avrebbe potuto fare da perfetta base sulla quale costruire l’estetica di tutto il film, mentre invece incide solo sulle splendide sequenze di combattimento che lo costellano.

Una scena di Rise of the FootsoldierNella parte ambientata a metà degli anni 90 l’interesse principale dei personaggi e del regista diventa la droga, e forse non casualmente il film si fa confusionario e meno appassionante. Sfortunatamente, questa è anche la parte più lunga, che occupa da sola più di metà della pellicola. Nel finale, poi, vengono spesi oltre quindici minuti nelle diverse ricostruzioni del triplice omicidio con cui il film si apre, e a conti fatti sono decisamente troppi all’interno di una storia frenetica e multiforme come questa. Ciò non toglie, però, che il film riesca a colpire e impressionare, e per quanto sia contestabile l’idea di aver fatto quasi un eroe di chi era in realtà un criminale, non c’è dubbio che apra uno squarcio cinematografico inedito ed estremamente interessante nel mondo degli hooligan.


La locandina britannica di Rise of the FootsoldierTitolo: Rise of the Footsoldier
Regia: Julian Gilbey
Sceneggiatura: Julian Gilbey, William Gilbey
Fotografia: Ali Asad
Interpreti: Ricci Harnett, Craig Fairbrass, Roland Manookian, Terry Stone, Coralie Rose, Neil Maskell, Ian Virgo, Kierston Wareing, Patrick Regis, Lara Belmont, Emily Beecham, Billy Murray, Frank Harper, Jason Maza, Mark Killeen, Dave Legeno
Nazionalità: Regno Unito, 2007
Durata: 1h. 54′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    “Inedito in Italia”
    e ci mancherebbe…
    🙂

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Potrebbe dare cattive idee a certa gentaglia…

  3. […] storia è stata raccontata da lui stesso nell’autobiografia Muscle e da Julian Gilbey nel film Rise of the Footsoldier (2007). Share this:Mi piace:Mi piace Caricamento… Categorie: Articoli, West Ham | Tag: cass […]

  4. Pietro Corbet ha detto:

    È un film di cui proprio non si sentiva la mancanza. Violenza gratuita e attori pessimi.

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