"Shark 3D" di Kimble Rendall
Medusa, 5 Settembre 2012 – Pessimo
Un anno dopo la morte di un amico, ucciso da uno squalo, Josh è ancora divorato dal senso di colpa. Uno tsunami allaga però la cittadina dove Josh vive, e i pochi sopravvissuti si trovano ad avere a che fare con due enormi squali bianchi…
Sarebbe sufficiente raccontare nei dettagli la trama – o forse bastano le tre righe qui sopra – per dissuadere qualunque essere pensante dall’andare a vedere questo “film”, ma è giusto dire che a una storia che più scontata non si potrebbe si aggiunge una serie di incongruenze assurde, che anche un bambino di 6 anni individuerebbe senza difficoltà: automobili a tenuta stagna peggio di un sottomarino, poliziotti che si conficcano travi nelle gambe e continuano tranquillamente a fare tutto quello che facevano prima, pannelli dell’alta tensione che funzionano sott’acqua, gente armata di pistola che continua a litigare e a tentare di uccidersi e non spara invece agli squali, e su tutto la scena del direttore del supermercato che, mentre lo squalo lo spezza in due a morsi, riesce a rimanere comunque attaccato, con le sue proprie mani, a un lucernario di plastica… Tutto questo alternato a un’inutile parata di pezzi di cadaveri – anche poco credibili – e tristi ricorsi al 3D nel vano tentativo di spaventare lo spettatore.
La recitazione, se così si può definirla, è praticamente inesistente, la maggior parte dei telefilm statunitensi di basso livello raggiungono livelli molto più interessanti, la sceneggiatura è infarcita di battute che neanche Raffaele Morelli, i personaggi solo macchiette e anche di pessima qualità. L’eroe straziato da un dramma personale, l’eroina che lo ama ancora ma non vuole confessarlo nemmeno a se stessa, il belloccio idiota e l’oca giuliva con il cane insopportabile, il nerd che perde la vita per salvare qualcun altro, la figlia cattiva che diventa eroina per salvare il padre e tutti gli altri, il cattivo che in fondo in fondo è un buono disposto a morire per gli altri… insostenibile!
Titolo: Shark 3D (Bait)
Regia: Kimble Rendall
Sceneggiatura: John Kim, Russell Mulcahy
Fotografia: Ross Emery
Interpreti: Phoebe Tonkin, Julian McMahon, Xavier Samuel, Sharni Vinson, Cariba Heine, Alex Russell, Lincoln Lewis, Alice Parkinson, Dan Wyllie, Richard Brancatisano, Damien Garvey, Martin Sacks, Nicholas McCallum
Nazionalità: Australia, 2012
Durata: 1h. 31′
No bhe dai non siate così cattivi!!!
Personalmente per buona parte mi è piaciuto poi ok scade nel finale, diventando veramente insensato ed inverosimile, ma a parer mio non annoia e si lascia tranquillamente guardare.
Nelle scene del parcheggio vi è una buona tensione e del buon ritmo, come anche in tutta la parte (a parte il finale) nel supermarket.
Menziono la triste e tremenda morte del giapponese che si sacrifica per tutti, sottolineata da un’azzeccata musica.
Poi d’accordo con tutti i difetti di “logica” e “fisica” riportati in recensione però spezziamo delle lance dove si possono spezzare. Alla fine lavorando di fantasia, uno può anche soprassedere a certe “invenzioni”.
La regia è efficace al genere di film.
Gli effetti CGI sono da videogioco (apposta per il 3D penso).
Attori anonimi.
Comunque sicuramente 10 spanne sopra a “Shark Night 3D” dell’anno precedente.
“The Reef”, inedito in Italia, non l’ho visto.
Rimango affezionato al divertente e ben fatto (per l’epoca) “Deep Blue Sea” del 1999.