Soundtrack: Green Book di Kris Bowers
Beatrice Bassi, in collaborazione con Colonne Sonore – * * * * *
La colonna sonora dell’acclamatissimo film di Peter Farrely mette insieme composizioni originali, cult degli anni 60, brani diegetici e arie di musica classica. Il tutto, coordinato dal pianista afroamericano Kris Bowers, qui al suo lavoro più impegnativo…
Chi è il protagonista di Green Book? Tony Lip o Don Shirley? Questa è la domanda che assale all’uscita dalla sala, la risposta giunge ripensando alla trama, ai giochi di parole, alle battute presenti nel film: la vera protagonista è la musica!
Fu senza dubbio la musica la protagonista della vita di Don Shirley, pianista e compositore afroamericano che collaborò con le più prestigiose istituzioni (Carnegie Hall, London Philharmonic Orchestra, Teatro alla Scala) e che all’inizio degli anni 60 sfidò i pregiudizi razziali per effettuare una tournée nel profondo sud statunitense. Non sarà però solo, gli farà da autista e da bodyguard Tony Vallelonga, detto Tony Lip, un italoamericano – interpretato da Viggo Mortensen – che per sbarcare il lunario accetterà di accompagnarlo nel lungo e rischioso viaggio. Come era successo pochi anni prima a Nat “King” Cole, infatti, il pianista dovrà scontrarsi con innumerevoli aggressioni, insulti, restrizioni e torti. Saranno proprio queste ingiustizie a far nascere tra i due protagonisti quell’amicizia fraterna che li legherà per tutta la vita.
Con Green Book si è di fronte a un film unico, quasi indefinibile perché non appartenente a un preciso genere cinematografico: potrebbe infatti essere definito al contempo, senza errore, un road movie, un film musicale, una commedia, un dramma, un film biografico. Quel che è certo è che il lavoro del regista Peter Farrelly è di altissima qualità e dunque non ci si meraviglia che sia stato premiato con innumerevoli riconoscimenti, tra i quali l’Oscar al miglior film, al migliore attore non protagonista per Mahershala Ali e alla migliore sceneggiatura originale di Nick Vallelonga (figlio del vero Tony Lip). Manca però un riconoscimento alla colonna sonora firmata da Kris Bowers, risultata non candidabile a causa del ricorso massiccio, da parte del compositore, a musiche non originali.
Classe 1989, compositore e pianista afroamericano laureato alla Juilliard School in Jazz Performance, Bowers trionfa nel 2011 al “Thelonious Monk International Jazz Piano Competition”. Compone le musiche di diversi documentari e serie televisive e collabora con artisti del calibro di Kanye West e Jay-Z, ma è in questa pellicola che esprime tutto il suo potenziale. Sicuramente il merito sarà anche della libertà concessagli dai produttori, come lui stesso dichiara: «Mi hanno permesso di scrivere qualcosa di adeguato. Spesso capita di dover scimmiottare la musica temporanea o compiacere il regista, fingere di essere qualcuno che non si possono permettere.» In tutta la pellicola, Bowers riesce a fondere in un raffinatissimo magma musicale composizioni originali (“Blue skies”, “Dear Dolores”, “Happy talk”, “Vacation without aggravation”), brani cult degli anni 60 come “Lucille” di Little Richard o “Won’t be long” di Aretha Franklin, brani diegetici (“That old black magic”, “Let’s roll”), brani di musica classica di Debussy e Liszt, senza dimenticare la registrazione originale del pezzo di Don Shirley “The lonesome road”.
Quel che sorprende, nelle scene delle esibizioni del pianista, è la scelta registica di non avvalersi del classico stratagemma di mostrare le mani e poi, in un secondo momento, il viso del supposto pianista, per creare l’illusione che sia proprio l’attore a suonare. Al contrario, qui le riprese sono ampie, a mostrare l’intera figura di Mahershala Ali che si cimenta in performance pianistiche di tutto rispetto. L’attore, infatti, per prepararsi a interpretare Don Shirley seguì per tre mesi delle intense lezioni di pianoforte proprio con Bowers, e quando le capacità di Ali non erano più sufficienti interveniva Bowers, prestando le mani alla telecamera.
Molto interessante è anche la decisione, da parte del compositore, di non intervenire sulle partiture a modificare gli arrangiamenti autografi di Don Shirley, decidendo quindi di rispettare la genialità del pianista. Per questo motivo, gli unici cambiamenti apportati alle tracce rispondono a esigenze cinematografiche, al fine di adattare i brani alle immagini. Una scelta ammirabile, in quanto non stravolge il background musicale di riferimento, mantenendo le atmosfere e le sonorità tipiche degli anni 60, a differenza di quanto accaduto, per esempio, nell’acclamatissimo Il grande Gatsby firmato Baz Luhrmann, che “modernizza” indiscriminatamente le melodie dei “roaring twenties”.
In conclusione, dunque, la colonna sonora di Green Book può facilmente essere dichiarata la protagonista del film anche se, se si presta attenzione, ci si rende conto che l’indiscussa star della pellicola sia in effetti un’altra: l’amicizia.
Titolo: Green Book (Id.)
Compositore: Kris Bowers
Etichetta: Milan Records, 2018
Numero dei brani: 31
Durata: 57′
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