Stai leggendo:

Soundtrack: Macchine mortali di Tom Holkenborg

19 maggio 2020 Soundtrack 0 Commenti
Macchine Mortali

Francesco Carbonaro, in collaborazione con Colonne Sonore* * * ½

Per il film “Macchine mortali”, prodotto da Peter Jackson a partire da un romanzo di Philip Reeve, il compositore Tom Holkenborg – in arte Junkie XL – realizza una colonna sonora perfettamente adeguata alle pretese artistiche della pellicola per cui è stata creata…


Che Tom Holkenborg sia uno dei compositori in maggiore ascesa lo dicono i numeri delle sue composizioni negli ultimi anni. Dopo la collaborazione con Hans Zimmer in Batman vs Superman e la sua prima grande opera in solitaria, Mad Max – Fury Road, il compositore olandese, in arte Junkie XL, ha creato un filone a sé stante che trova le sue origini nel modo di fare musica del compositore tedesco, sorta di mentore, succitato. La strada che ha intrapreso Holkenborg è, musicalmente parlando, di chiara matrice zimmeriana ma, al contempo, è stato capace di distinguersi per alcuni personali stilemi facilmente individuabili.

Proprio al già riportato Mad Max la partitura di Macchine mortali è profondamente tributaria, anche se non mancano spazi per qualcosa di nuovo. Il primo brano “London Suite in C Major”, ad esempio, riesce a miscelare in maniera interessante due elementi: un andamento in stile marcia, di chiara ispirazione anglosassone, con alcuni squarci lirici, a un substrato strumentale caratterizzato da un massiccio uso di percussioni. Un’anima classica e una moderna, potremmo dire. Tale suggestione prosegue nel brano “No-One You Know” dove in aggiunta troviamo l’incursione di un vocalismo lirico.
Di altro tenore è “The chase” e “Welcome to London” dove la componente più irruente del compositore prende il sopravvento creando un tessuto musicale frastagliato, intrecciato sull’ossessionante uso di percussioni sul quale si staglia anche il tema già presentato nel primo brano. Una riapertura alla componente più classicamente lirica si ha in “Miss Valentine” dove assistiamo anche all’introduzione di un’orchestrazione più lugubre e macchinosa che pervade anche il successivo “This is for my mother”.

La peculiarità del compositore è la capacità di unire quest’ultima componente, che potremmo definire moderna, ad andamenti più classici e, in questa pellicola, che potrebbe essere definita una sorta di western fantascientifico, Holkenborg riesce a commisurare bene queste due anime. Così come la sceneggiatura del premio oscar Peter Jackson interpreta il libro di Philip Reeve a metà strada tra un genere classico e uno moderno, il compositore mette insieme anche in musica questi due elementi. Non è un caso che in “The outlands” sembra di respirare un’atmosfera più classicamente intesa così come in “A resurrected man” dove l’uso insinuante e pervasivo degli archi cozza con i fiati. Questa rarefazione delle tipiche percussioni holkenborghiane prosegue nei brani a seguire, “In a sea of clouds” e ” The weapon of the ancients”. In “Shan guo” invece un andamento cantilenante (ma in crescendo) sembra riprendere quota nella partitura di Holkenborg il quale si è fatto artefice di una mistione che potrebbe avere dell’assurdo se non avessimo conto dell’ambiente di riferimento. In “I am the meteor” l’uso della lirica quasi sacrale potrebbe sembrare fuori luogo se non sapessimo che proprio queste pagine sono dedicate alla St. Paul Cathedral che nel film è il luogo dove è custodita l’arma dal nome MEDUSA.

La score di Holkenborg, dunque, è perfettamente aderente al progetto filmico per il quale è stata concepita. Tale componente classica si intreccia con quelle più movimentate e “rumorose”. Un simbolo di tale connubio è “No going back” probabilmente uno dei brani più rappresentativi dell’intera partitura per l’equilibro che il compositore è riuscito a dare alle due componenti. Eroismo ed epica si mescolano a lirica e movimenti distesi per la creazione di un sostrato musicale moderno ma al tempo stesso intriso di quel classicismo qui rinverdito da Holkenborg in un modo non pretestuoso né inutile. La componente orientale, appartenente al personaggio di Miss Fang, trova il suo spazio in “Windflower” mentre la natura del compositore sembra affermarsi ed emergere con maggiore chiarezza nel pezzo “The 13th floor elevator”, dove l’epicità e le tipicità stilistiche del suo autore trovano pieno svolgimento. In “Alive and together”, invece, troviamo la giusta pausa distensiva dopo i tanti capovolgimenti musicali che hanno caratterizzato la OST di Macchine mortali. In essa Tom Holkenborg ha compiuto un buon lavoro, perfettamente in linea con quelle che erano le pretese artistiche della pellicola, creando un connubio tra anima moderna e classica per la realizzazione di un western sci-fi.


La copertina del CDTitolo: Macchine mortali (Mortal Engines)

Compositore: Tom Holkenborg

Etichetta: Back Lot Music, 2018

Numero dei brani: 20

Durata: 70′ 06”


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.