"Thor - The Dark World" di Alan Taylor
Walt Disney, 20 Novembre 2013 – Abbondante
Dopo l’avventura newyorchese con gli Avengers, Thor figlio di Odino torna sulla Terra alla ricerca della dottoressa Jane Foster, che però a causa di una convergenza tra i mondi attraversa un invisibile confine gravitazionale e si imbatte in uno strano materiale fluido che si impossessa di lei…
Kenneth Branagh lascia il posto ad Alan Taylor alla regia. Se il regista inglese era ottimo per narrare la prima storia, dai tratti quasi scespiriani, il regista di Palookaville ben si adatta alla sceneggiatura di questo secondo film dedicato al dio di Asgard che abbraccia i toni della commedia. In particolare il cattivo Loki ha una parte, per quanto subdola, molto divertente: piena di battute ironiche sulla sua situazione e quella degli altri personaggi.
Concepito, nato e sviluppato come film d’azione, The Dark World non tradisce le aspettative e tiene incollati allo schermo dal primo all’ultimo minuto, riducendo le scene di dialogo al minimo necessario e accelerando appena si presenta l’occasione, ma senza mai eccedere. Sulla scia degli ultimi prodotti Marvel si presenta con una veste visiva particolarmente curata sia nei dettagli sia nell’aspetto generale, e non sono nemmeno rare le scene in cui la regia va alla ricerca dell’effetto, ma senza mai strafare e ricordando sempre di inserire le scene in un contesto credibile.
Oltre al notevole impatto visivo e alle scene d’azione particolarmente ben costruite, The Dark World offre poco allo spettatore più esigente: i personaggi sono tagliati con l’accetta e la loro complessità psicologica è pari a zero, la storia d’amore tra Thor e Jane non fa certo scintille e i momenti in cui i buoni e i cattivi non fanno a botte si contano sulle dita di una mano. Ma The Dark World è stato pensato per intrattenere, non per far riflettere, nemmeno per un secondo: è fatto per contenere quante più scene di rutilante azione possibili. E a intrattenere ci riesce benissimo: utilizzando tutti gli strumenti del mestiere a livelli di eccellenza Taylor riesce a sfornare un film con un ritmo aggressivo ma non forsennato, con effetti speciali usati diffusamente ma senza mai essere invadenti, e con un’ironia sempre presente ma senza mai essere smaccata o fuori luogo.
Titolo: Thor – The Dark World (Id.)
Regia: Alan Taylor
Sceneggiatura: Christopher Yost, Christopher Markus, Stephen McFeely
Fotografia: Kramer Morgenthau
Interpreti: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddleston, Anthony Hopkins, Christopher Eccleston, Jaimie Alexander, Zachary Levi, Ray Stevenson, Tadanobu Asano, Idris Elba, Rene Russo, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Kat Dennings
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 1h. 52′
Ho trovato questo secondo capitolo di Thor molto più avvincente del primo episodio ma eccessivamente ironico, Ok che le battute e le gag sono tipiche di casa Marvel e fanno ridere e intrattengono ma dopo una scena emozionante e perfettamente diretta come il funerale di Frigga, vedere nella scena immediatamente successiva Stellan Skarsgard che gira nudo per la stanza è eccessivamnte fuori luogo e più va avanti la pellicola e più la morte della moglie di Odino sembra andare nel dimenticatoio.
Thor The Dark World è molto più fantasy grazie alla regia di Alan Taylor esperto nel genere ma la commedia di questo film anche se l’ho trovata divertente e azzeccata in molti momenti, in molti altri l’ho trovata eccessiva e snervante. Il troppo storpia e proprio a causa di questo l’interessante struttura narrativa non trova completamente ampio respiro a causa delle interruzioni ironiche in momenti del tutto sbagliati.
Tom Hiddleston ruba la scena al protagonista con la sue divertenti performance nel ruolo del dio dell’inganno Loki. Quello che mi fa rabbia è che le potenzialità anche drammatiche e profonde che la sceneggiatura di questo film poteva offrire si intuiscono così come si intuisce l’occasione persa di fare di questo secondo Thor il miglior film Marvel !
Giusta recensione che mi trova d’accordo in più punti.
Come per quasi tutti i film Marvel la parola d’ordine è intrattenimento. E questo non fa eccezione.
Uguale a tutti gli altri usciti negli ultimi 6-7 anni, se i bambini si divertono il gioco è fatto.
Uno cresciuto con i primi film di “Blade” e “X-Men” non può far altro che constatare la deriva “commedia-ironia-botte da orbi” che la Casa ha intrapreso, a scapito di una qualsiasi deriva seria ed umana, ravvisabile anche nella nostra realtà.
Personalmente si è lasciato guardare a cervello spento. Fra due giorni me ne sarò dimenticato.