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"Under the Skin" di Jonathan Glazer

28 agosto 2014 Recensioni 7 Commenti
Under the Skin

Bim, 28 Agosto 2014 – Discrasico

Un’aliena si nasconde sotto la pelle di una giovane essere umana per adescarne altri la cui energia vitale serve da sostentamento a lei e ai suoi simili. Stimolata dall’incontro con un uomo dal viso deforme, decide di conoscere meglio la razza che stava cacciando…


Scarlett Johansson in una scena di Under the SkinTerzo lungometraggio dell’ex videoclipparo Jonathan Glazer dopo Sexy Beast e Birth, Under the Skin è uno dei film meno convenzionali del concorso di Venezia 2013 dal punto di vista della costruzione filmica. Purtroppo però Glazer non sembra avere le capacità di sfruttare adeguatamente lo stile concettuale che aveva scelto, così molti snodi risultano incomprensibili e vari momenti di riflessione si rivelano in realtà dei passaggi a vuoto. Non a caso, un miscuglio di applausi e fischi ha accolto la fine della proiezione riservata alla stampa lidense.

Scarlett Johansson in una scena di Under the SkinTratto da Sotto la pelle, romanzo d’esordio di Michel Faber, Under the skin investe lo spettatore con suoni cacofonici e lunghi silenzi, gettando la sua protagonista in mezzo ai paesaggi urbani della Scozia e ai passanti ignari che sotto quella parrucca corvina non hanno riconosciuto Scarlett Johansson. Ma il film è tutto qui – e non sarebbe nemmeno poco se funzionasse come previsto – perché l’introspezione dell’aliena di Faber è andata persa nella transizione dalle pagine letterarie al grande schermo e il suo viaggio di esplorazione dell’animo umano è tutt’altro che sorprendente.

Una scena di Under the SkinScarlett Johansson è quasi una bambola in mano al regista britannico, e non si fa problemi a mostrare alla macchina da presa ciò che già abbiamo visto grazie al suo cellulare, ma non è esattamente l’attrice giusta per questo tipo di progetto. Se la vicenda del suo personaggio interessa è senz’altro anche merito suo, ma se la pellicola non convince è certamente anche colpa sua. I suoi fan ameranno odiare questo film.


La locandina di Under the SkinTitolo: Under the Skin
Regia: Jonathan Glazer
Sceneggiatura: Walter Campbell, Jonathan Glazer
Fotografia: Daniel Landin
Interpreti: Scarlett Johansson, Paul Brannigan, Joe Szula, Krystof Hádek, Scott Dymond, Jessica Mance, Michael Moreland, Lee Fanning, Jeremy McWilliams, Lynsey Taylor Mackay,
Dougie McConnell, May Mewes, Ben Mills, Marius Bincu

Nazionalità: Regno Unito, 2013
Durata: 1h. 47′


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Attualmente ci sono 7 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Il regista di Io sono Sean + uscita nella sale dopo un anno + unica scena interessante “spoilerata” da Cinefile = biglietto risparmiato

  2. P. ha detto:

    Il cartellino giallo credo sia giustificabile solo perchè il film è “troppo sperimentale”. Il risultato in se, devo dir la verità, è impressioante. Una colonna sonora che, se non la più bella, è sicuramente la più innovativa degli ultimi anni ed entra veramente sotto la pelle.
    Come dice la recensione, la ricerca nell’animo umano è tutt’altro che soprendente. Sono d’accordo su ciò a livello di sceneggiatura, ma visivamente non si può dire che non sia efficace.
    Per quanto mi riguarda è un film altamente imperfetto, eppure ti rimane dentro. Forse da cartellino verde se consideriamo quanto riesce a rimanerti dentro un film “troppo sperimentale”
    Per Alberto: cosa non ti ha convinto in particolare di Scarlett Johansson?
    Per Sebastiano: Glazer è sì il regista di Birth, ma anche di Sexy Beast.

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente il bollino giallo deriva dalle particolarità del film, non dalla sua qualità. Come spero la scelta dell’aggettivo faccia intuire. D’altra parte un bollino verde equivarrebbe a dire che bisogna vedere il film in ogni caso, e molti spettatori tornerebbero qui a chiedere indietro i soldi del biglietto… Un giallo, a prescindere dalle ragioni, equivale a dire “si può vedere se…”, e Under the Skin mi sembra il caso perfetto.

    Molte scene che vedono Scarlett in mezzo alla gente sono improvvisate (di qui la parrucca corvina: per evitare che la si potesse riconoscere subito), ma mi sembra troppo visibile la fatica che fa per rimanere nel personaggio pur sostanzialmente inventando la scena (nota che questa cosa dell’improvvisazione l’abbiamo scoperta dopo la visione veneziana, però mi sono reso conto che c’era qualcosa che non andava). Quando invece si trova a recitare scene scritte è di una passività esasperante. Vero che questo dipende dall’essere un’aliena che indossa una pelle umana, ma una cosa è essere inerte e un’altra è lavorare di sottigliezza. Tra lei e il Jeff Bridges di Starman c’è un abisso.

  4. P. ha detto:

    A me è sembrato che fosse il personaggio troppo passivo di suo, lei per quello che doveva fare è andata bene.
    Se fra le scene improvvisate ci sono quelle in cui chiede indicazioni a tizi che rispondo in uno scozzese incomprensibile, non mi è sembrata male. Anzi, mi sembra che abbia funzionato meglio lì con quel suo spaesamento/ difficoltà, che nelle scene da copione 😀

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Se avevo capito bene, le uniche scene scritte sono quelle con lei da sola e quelle con lei e i vari uomini. Tutte le altre sono improvvisate. Con gli scozzesi magari lei ha funzionato meglio perché davvero non riusciva a capire cosa stavano dicendo…

  6. Marco ha detto:

    Flm abbastanza inusuale, per pochi sicuramente, con vari difetti di lentezza e scene che girano un pò a vuoto ma che con la buona regia di Glazer si riesce a soprassedere.
    Eccezionale la musica. Bella la fotografia.
    Scarlett un pò monocorde però non mi è dispiaciuta.
    Manca l’appeal allo spettatore.

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente è il contrario del film pensato per il grande pubblico. Però la presenza di Scarlet può aver ingannato un po’ di gente, anche se già dal trailer era chiaro che si trattasse di un film sperimentale.

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