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Venere nera di Abdellatif Kechiche

8 settembre 2010 Recensioni 0 Commenti
Venere nera

Lucky Red, 17 Giugno 2011 – Duro

Saartjie è arrivata dal Sudafrica diventando un fenomeno da baraccone nelle strade di Londra. E’ una “venere ottentotta”, appartiene cioè a un’etnia africana le cui donne hanno una particolarità genetica negli organi genitali e una fisionomia che la scienza trova simile a quella delle scimmie…


Yahima Torrès in Venere neraDopo le ottime accoglienze che i più importanti Festival cinematografici del mondo hanno riservato ai suoi tre film precedenti, l’ultimo dei quali insignito del Premio Speciale della Giuria a Venezia 2007, il franco-tunisino Abdellatif Kechiche presenta in Laguna un film crudo e disturbante seppur controllato e per nulla voyeuristico. Venere nera racconta la vera storia di un’appartenente all’etnia Khoi il cui corpo, all’inizio dell’Ottocento, fu oggetto dell’attenzione degli uomini europei prima e dopo la morte: se in vita fu infatti esposta agli occhi degli spettatori paganti per poi divenire prostituta, dopo la morte il suo cadavere fu venduto all’Accademia Reale della Medicina di Parigi. Solo nel 2002 i suoi resti sono stati restituiti al Sudafrica e hanno ottenuto degna sepoltura, ed è proprio con  le immagini del vero funerale che si chiudono i durissimi 160 minuti di proiezione.

Olivier Gourmet e Yahima Torrès in Venere neraApplaudito e fischiato in egual misura alle proiezioni per la stampa, questo di Kechiche è un film facile da odiare perché (giustamente) non cerca di addolcire la pillola agli spettatori pur non facendo mai pornografia del dolore. La vicenda di Saartjie è infatti ripresa con eleganza ma non per questo in maniera soft, perché è proprio la storia a turbare, non le immagini. La storia di un donna che proclama la propria libertà pur essendo poco più di una schiava, che si dichiara un’attrice pur facendo solo parte di un freak show, che si sforza di conservare la propria dignità anche davanti agli scienziati dell’Accademia Reale di Medicina di Parigi. Una donna che, però, non riesce ad evitare il suo più completo svilimento prima davanti all’alta società parigina e poi per le strade della capitale francese.

Yahima Torrès in una scena di Venere neraL’esordiente Yahima Torrès offre anima e corpo a un personaggio complesso, un personaggio forte e scritto benissimo, che non stupirebbe se la portasse al Premio Mastroianni a Venezia 2010. Le fotografie che Kechiche fa di Londra e Parigi possono forse sembrare artefatte ma sono comunque funzionali ed efficaci, e la sua regia appare calda come sempre nonostante il tema sia decisamente meno piacevole da raccontare e da sentirsi raccontare rispetto alle sue opere precedenti. Forse Venere nera non è una pellicola capace di portare al cinema le masse, soprattutto in Italia, ma non è neanche un film che merita le accuse e i fischi che ha ricevuto al Lido. Anzi, è un film che merita di essere visto.


La locandina di Venere neraTitolo: Venere nera (Venus noire)
Regia: Abdellatif Kechiche
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche
Fotografia: Lubomir Bakchev, Sofian el Fani
Interpreti: Yahima Torrès, Andre Jacobs, Olivier Gourmet, Elina Löwensohn, François Marthouret, Michel Gionti, Jean-Christophe Bouvet, Jonathan Pienaar, Rémi Martin, Jean-Jacques Moreau, Cyril Favre, Dominique Ratonnat
Nazionalità: Francia – Belgio – Italia, 2010
Durata: 2h. 30′


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