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Will Hunting - Genio Ribelle di Gus Van Sant

12 giugno 2000 Recensioni 2 Commenti
Will Hunting - Genio ribelle

Cecchi Gori, 6 Marzo 1998 – Profondo

Will Hunting è uno dei tanti giovani scapestrati della Boston proletaria degli anni ’90. Un insegnante di Harvard scopre che il ragazzo è un genio della matematica e ottiene da un Giudice il permesso di farsi carico di lui, a patto che Will vada dallo psicologo per placare i suoi bollenti spiriti…


Matt Damon e Robin Williams in Will Hunting - Genio ribelleI due “golden boy” di Hollywood Matt Damon e Ben Affleck, sceneggiatori e protagonisti del film, hanno sviluppato in una maniera convincente una storia molto toccante e profonda. Ciò che colpisce è l’angoscia e la ribellione di Will, che si trova tra due fuochi: da un lato c’è il professore che vuole a tutti i costi che sfrutti nel modo migliore le sue capacità, dall’altra c’è il buono e comprensivo psicologo che cerca di aiutare il giovane a sconfiggere i fantasmi del suo passato, i ricordi di un’infanzia trascorsa in chissà quale orfanatrofio e i ricordi di tutte quelle risse che hanno avuto come conclusione una “bella serata” rinchiuso in cella. Il film esplora in profondità lo stato d’animo di Will, e noi come spettatori siamo testimoni dell’acquisizione della maturità da parte del giovane, che alla fine imparerà ad essere padrone del proprio destino. Attenzione ai dialoghi molto veri e poco eleganti, con un uso sfrenato di parolacce ed espressione tipiche dei “ragazzacci”.

Minnie Driver e Matt Damon in Will Hunting - Genio ribelleLa regia di Gus Van Sant è perfetta, scorrevole; abbandona momentaneamente la sua ribellione a livello tecnico per approdare ad una regia più classica. E’ una storia perfetta per questo regista che ha sempre proposto dei film nei quali l’elemento portante era il difficile rapporto tra i giovani e la società . Will Hunting può essere considerato come il film in cui Van Sant riesce a rendere in maniera così reale e allo stesso tempo poetica il ritratto della vita malinconica e piena di inquietudine dei giovani. Tutto ciò viene rafforzato dalla fotografia di Jean-Yves Escoffier (sua anche quella de Il corvo 2), che con l’uso del giallo molto chiaro e dell’arancione molto tenue sottolinea tale inquietudine e allo stesso tempo conferisce plasticità e freddezza al film. Molto bella e delicata la colonna sonora di Danny Elfman (Sleepy Hollow, Men in Black), che rende il film ancora più toccante. Buono e quasi impercettibile il montaggio a cura di Pietro Scalia (JFK, Io ballo da sola).

Ben Affleck e Matt Damon in Will Hunting - Genio ribelleIl cast è accettabile. Damon se la cava benino anche se risulta poco credibile nelle scene più drammatiche. Affleck vale più come sceneggiatore che come attore, dato che ha sempre la stessa espressione durante tutto il film. Minnie Driver, invece, fa parte di quel gruppo di attrici che dove le metti stanno male: in questo film stona completamente, perché non è riuscita a calarsi pienamente in un ruolo che doveva essere dolce e che alla fine risulta apatico. Chi invece è fenomenale è Robin Williams (non a caso vincitore dell’Oscar), che riesce a rendere il personaggio dello psicologo più bello e credibile che mai: ogni sua parola ed espressione del volto risultano molto commoventi.

Senza alcun dubbio Good Will Hunting è un buon film consigliato agli amanti di storie molto realistiche che fanno riflettere.


La locandina statunitense di Will Hunting - Genio ribelleTitolo: Will Hunting – Genio Ribelle (Good Will Hunting)
Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Matt Damon, Ben Affleck
Fotografia: Jean Yves Escoffier
Interpreti: Matt Damon, Ben Affleck, Robin Williams, Minnie Driver, Stellan Skarsgård, Cole Hauser, Casey Affleck, John Mighton, Rachel Majorowski, Colleen McCauley, Rob Lyons, Shannon Egleson, Jennifer Deathe, Scott William Winters
Nazionalità: USA, 1997
Durata: 2h. 06′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Buona recensione con cui condivido ogni parola.
    Albe te che ne pensi del fim?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Non mi aveva entusiasmato, soprattutto per l’impressione di spontaneità nulla che molte sequenze mi avevano dato. Quasi certamente avrei dato semaforo giallo.

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