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"Youth - La giovinezza" di Paolo Sorrentino

21 maggio 2015 Recensioni 4 Commenti
Youth - La giovinezza

Medusa, 20 Maggio 2015 – Solenne WOW

Un regista alle prese con il suo film-testamento e un compositore in pensione, entrambi alla soglia degli ottant’anni, si concedono un periodo di totale vacanza in un hotel di lusso tra le montagne svizzere, osservando la vita tra ricordi che svaniscono e arte…


Michael Caine in Youth - La giovinezzaNon è sbagliato dire che Sorrentino proponga la propria visione della realtà non come arbitraria di ogni singolo film, ma come visione tout court, spesso perdendosi nelle derive solipsistiche di una propria personale adorazione, fino a peccare di arroganza. Nel corso degli anni, però, la strenua difesa dei propri principi lo ha portato all’elaborazione della scrittura solida e riconoscibile di un linguaggio che a questo punto possiamo definire “sorrentiniano”: i ralenti, i carrelli, la fotografia cristallina di Luca Bigazzi, i dialoghi cinici e le pause contemplative sono alcuni dei tratti che al settimo film del regista partenopeo ne sono diventati ormai traccia distintiva.

Rachel Weisz in Youth - La giovinezzaYouth non parla della giovinezza né della vecchiaia, così come Il divo non parlava di Andreotti e La grande bellezza non descriveva il decadimento della moralità sociale italiana. L’arte come mezzo per sopravvivere alla vita e la vita come viatico per l’arte sono le due prospettive principali da cui scaturisce una rinnovata discussione attorno al Leitmotiv dell’influenza delle emozioni sull’esistenza e sul fare artistico, prevalentemente nella loro portata distruttiva. Ancora una volta Sorrentino sceglie di confinare i personaggi in un luogo – un albergo – sradicato dalla sua natura, un posto di passaggio che diventa l’anello definitivo tra più agganci alla vita, come fu per Le conseguenze dell’amore. E popola questa placida meta vacanziera, ancora una volta svizzera, di figure stra-ordinarie. Oltre ai due protagonisti, un ex calciatore appesantito, un monaco tibetano, un attore in cerca di ispirazione, Miss Universo… Personaggi sulla soglia, in attesa di un cambiamento o in fuga dalle attese, a chiedersi cosa resti da riassumere in un’opera d’arte o in un racconto quando la lente con cui si guarda alla vita inverte la prospettiva.

Paul Dano, Harvey Keitel e Michael Caine in Youth - La giovinezzaSorrentino torna così a parlare con gli occhi di Titta Di Girolamo, e ancora una volta dimostra quanto sia impossibile difendersi dalle conseguenze dell’amore, per quanto remoto sia il luogo in cui si decida di scappare. Lo fa orchestrando musica e immagini, come è solito fare, ma questa volta cedendo al bisogno di amplificare la portata emotiva di una messa in scena prepotentemente placida con un piccolo colpo di scena finale. Lirico, solenne e vezzoso al punto giusto, Youth è un ritorno alla giovinezza artistica del suo autore, nella freschezza dei sentimenti e nella leggerezza cui si concede.


La locandina di Youth - La giovinezzaTitolo: Youth – La giovinezza
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Fotografia: Luca Bigazzi
Interpreti: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda, Mark Kozelek, Robert Seethaler, Alex Macqueen, Luna Mijovic, Tom Lipinski, Chloe Pirrie, Alex Beckett, Nate Dern, Mark Gessner, Paloma Faith
Nazionalità: Italia – Francia – Regno Unito – Russia – Svizzera, 2015
Durata: 1h. 58′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. skumkyman ha detto:

    Andrò a vederlo oggi pomeriggio, ma da quanto ho intuito nella recensione sono sicuro che riuscirà a stuzzicare filosoficamente i f.lli Cohen.
    La coreutica della natura, già fondamento della visione olistica della Torah ebraica, dovrebbe essere qui accentuata a livello visivo e narrativo in una ottica che prima mi sembrava propria solo di autori orientali come KimKiDuk… e se resterò deluso dalla visione ve lo scriverò!

  2. Alberto Cassani ha detto:

    La giuria di quest’anno è giovane e piuttosto legata al cinema commerciale, e non credo che i Cohen vogliano imporsi più di tanto: credo cercheranno (abbiano cercato, dato che ormai hanno deciso) una soluzione che stia bene a tutti. Comunque qui a Cannes il film agli stranieri non è piaciuto molto, però si dice che Michael Caine possa vincere il premio come miglior attore.

  3. skumkyman ha detto:

    Grazie dell’aggiornamento, inoltre dopo averlo visto condivido anche le perplessità che avevo letto anche su altri lidi. Ruffiano esteticamente, mancanza di una tensione benché minima, accademico ma anche a tratti spiazzante. Forse avrebbe dovuto lavorarci più a.lungo?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Non credo che lavorarci più a lungo l’avrebbe migliorato, ho l’impressione che il film sia esattamente come Sorrentino lo volesse. I difetti non sono di forma quanto di concezione. L’asciuttezza stilistica non è mai stata una caratteristica di Sorrentino. Poi personalmente lo ritengo il suo migliore, tant’è che ho aggiunto la stella alla recensione di Teresa, ma mi sembrano evidenti i motivi per cui il film possa non piacere, e anche molto.

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