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"La 25a ora" di Spike Lee

4 marzo 2003 Recensioni 5 Commenti

Buena Vista, 18 Aprile 2003 – Straziante WOW

Incastrato per possesso e spaccio di droga, Monty si prepara a scontare sette anni di prigione. Al suo fianco ci sono i suoi due più cari amici, oltre a suo padre e alla fidanzata. Ma Monty non è preoccupato solo per ciò che lo aspetta, ma anche perché crede che qualcuno abbia soffiato, ma chi?


Barry Pepper, Edward Norton e Philip Seymour Hoffman in La 25a oraVedere un film che inizia (prologo a parte) con i riflettori che si accendono a illuminare il luogo in cui sorgeva il World Trade Center è una cosa che può mettere inquietudine. Soprattutto sapendo che il regista è uno dei più politici degli Stati Uniti. E’ una cosa inquietante perché ci porta a pensare – a temere – un film fortemente politico, di propaganda filostatunitense anche se non politically correct. Invece quei riflettori si accendono su uno dei film più belli e strazianti degli ultimi anni. Probabilmente il migliore di Spike Lee, che torna alla regia 8 anni dopo il suo precedente Clockers e si riprende il posto che gli spetta nell’olimpo dei grandi registi, scacciando quel suo omonimo che nel frattempo aveva girato dei filmetti per nulla degni di nota. Lo fa adattando in maniera ispirata ma fedele il bel romanzo di David Benioff, lasciando allo stesso autore il compito di scrivere la sceneggiatura ma impedendogli di innamorarsi troppo delle proprie parole a discapito della funzionalità cinematografica della storia, riuscendo comunque a riprodurre in pieno il vivido mondo che lo stile alla Stephen King di Benioff aveva creato.

Rosario Dawson in La 25a oraAl di là della bella sceneggiatura, sono essenzialmente tre le cose che rendono eccellente La 25a ora. La fotografia di Rodrigo Prieto (8 Mile, Frida), che giostra su colori freddi ma sa colpire l’occhio ogni volta che serve, donando ad ogni ambiente una tridimensionalità rara nel cinema moderno ed evitando facili soluzioni visive durante i flashback. La musica, ripetitiva ma ossessiva al punto giusto, dell’ispirato Terence Blanchard, fedelissimo di Spike Lee, che qui sceglie sonorità a metà strada tra l’Irlanda del protagonista e quel Medio Oriente che tanto caratterizza la città.
Edward Norton in La 25a oraL’interpretazione magistrale di Edward Norton nel ruolo di un bravo ragazzo, quasi “il figlio che ogni madre vorrebbe avere” la cui unica colpa è spacciare droga per vivere. Norton non è (e probabilmente non sarà mai più) bravo come in American History X ma fa venire la pelle d’oca con quel suo monologo allo specchio sulla (contro la) città di New York (che tanto ricorda la voce off del De Niro di Taxi Driver).

Edward Norton, Philip Seymour Hoffman e il regista Spike Lee sul set di La 25a oraSupremo burattinaio è proprio Spike Lee, abilissimo nel dosare i diversi ingredienti di questo film corale, utilizzando benissimo anche i flashback, in modo da non permettere che la tensione cali e realizzando sequenze semplicemente fantastiche (l’ultimo saluto di Monty a New York, da lacrime agli occhi). Lee riesce comunque a mantenere l’attenzione dello spettatore di La 25a ora sui personaggi principali piuttosto che sulla tecnica, e riesce a costruire il film senza mai farci valutare negativamente quello che è sostanzialmente un criminale, cosa che avrebbe potuto rovinare l’impatto emotivo della pellicola.

Brian Cox e Edward Norton in La 25a oraFacendo della città di New York post 11 Settembre un ambiente vivo, perfetta cornice delle azioni dei suoi personaggi, Lee si dimostra l’unico vero cantore cinematografico della Grande Mela, realizzando un film impressionante sotto l’aspetto emozionale. Un film eccezionale, mai banale e neanche lontanamente retorico. Un gran film, come se ne vedono molto di rado.


La locandina di La 25a oraTitolo: La 25a ora (The 25th Hour)
Regia: Spike Lee
Sceneggiatura: David Benioff
Fotografia: Rodrigo Prieto
Interpreti: Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Barry Pepper, Rosario Dawson, Anna Paquin, Brian Cox, Tony Siragusa, Levani, Misha Kuznetsov, Isiah Whitlock, Michael Genet, Patrice O’Neal, Al Palagonia, Aaron Stanford, March H. Simon
Nazionalità: USA, 2002
Durata: 2h. 14′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. bello davvero
    ed emozionante
    il finale è molto intenso
    secondo me assieme a fa la cosa giusta è il miglior film di spike lee

  2. […] Romana Chiesa rompe il cazzo a Blob per aver riproposto un monologo universalmente considerato un capolavoro della cinematografia […]

  3. Fabrizio ha detto:

    Ho rivisto di recente questo film e mi sono chiesto: siamo sicuri che il personaggio della studentessa e le situazioni che la vedono protagonista insieme con F. S. Hoffman servissero e siano sensate rispetto al resto della pellicola (che resta comunque ottima)?

    Che ne pensi, Alberto?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    La studentessa è di gran lunga il personaggio peggiore del film, ma immagino che Lee ritenesse di dover avere un personaggio moralmente ineccepibile che si incammina sulla strada della perdizione per far da contrasto ai personaggi di Norton e Pepper, che non sono esattamente due stinchi di santo.

  5. Marco ha detto:

    Albe, o chiunque altro, pareri su “Blackkklansman” se l’avete visto?

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