"Cyber Attack" di Steve Barron
Film Tv – Insipido
In un mondo sempre connesso alla Rete, un’intelligenza artificiale acquista consapevolezza del proprio essere e, per proteggersi ed espandersi, prende di mira l’unico ostacolo sul suo cammino: il genere umano. A fronteggiarlo c’è una task force militare ma anche una giornalista e un nerd…
Il cinema è ricco di disaster movie, un genere che tra cavallette assassine, vulcani resuscitati dopo ere di silenzio e improbabili invasioni aliene (la Terra è davvero sfortunata…) ha cercato di far breccia nelle paure assolute dell’uomo, quelle che difficilmente si risolvono dopo una buona dormita. Prendendo spunto dal concetto di “always-on” – dall’essere sempre, comunque e dovunque – interconnessi alla Rete, il regista irlandese Steve Barron attualizza il futuro post-apocalittico affrescato da quel capolavoro di Terminator, dove le macchine prendono il potere e si ribellano ai loro stessi creatori. Per il regista del primo Tartarughe Ninja il nuovo cataclisma è un virus informatico, o meglio un’entità che prende coscienza del proprio essere, e assurge a demiurgo della Rete.
Mentre l’entità informatica si diverte – un po’ per curiosità un po’ per passatempo – a spegnere i sistemi di raffreddamento dei reattori nucleari, a pilotare auto con una precisione che la Google Car in confronto è un abominio e a far scorazzare treni con scorie radioattive sulle ferrovie americane, i militari sono pronti a gettare la spugna con la più classica delle soluzioni («detoniamo la terra, tanto poi rinasce…») e gli hacker cercano un “antivirus” in grado di inibire le sue reti sinaptiche. Il tutto tra bar e bunker, con contorno di esplosioni e assurdi viaggi nel cyberspazio.
Cercare di trovare aspetti positivi in questo Cyber Attack è impresa ardua. Forse neanche il suo stesso protagonista oserebbe tanto, perché l’opera di Barron – partendo da un’idea già di per sé trita e ritrita – non fa altro che montare e smontare clip in stile spot pubblicitario, dando allo spettatore la pesante sensazione che tutto accada perché ci sia la clip successiva, non in quanto continuum di un unico “nastro”. La recitazione, poi, è di una piattezza assoluta, palesata non solo dalla mimica inesistente ma anche da un doppiaggio che non marca i momenti salienti (?) risultando monotono da inizio a fine battuta. L’accompagnamento audio, invece, evita di contribuire a questo stillicidio cinematografico non presentandosi proprio…
Film televisivo in due parti, Cyber Attack non è mai stato trasmesso nella sua forma originale ma solo in una versione rimontata e tagliata di un’ora dallo stesso Steve Barron, evidentemente poco interessato a difendere la propria reputazione di regista di videoclip di successo. La versione integrale è stata distribuita in home-video, ma in ogni caso si tratta di uno spreco inutile di tempo e corrente. Consigliato solo ed esclusivamente se ci si vuole risollevare da un periodo particolarmente infelice, perché incarna in modo assoluto la massima «non c’è limite al peggio…»
Titolo: Cyber Attack (Delete)
Regia: Steve Barron
Sceneggiatura: Joseph Mallozzi, Paul Mullie
Fotografia: Joel Ransom
Interpreti: Keir Gilchrist, Erin Karpluk, Ryan Robbins, Gil Bellows, Seth Green, Matt Frewer, Janet Kidder, Andrew Airlie, Blu Mankuma, Theresa Russell, Michael Northey, Michael Rogers, Kett Turton, Agam Darshi, Peter New, Don Thompson, Emily Holmes
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 55′
Mi meraviglia che essendo partiti da un’idea tanto ORIGINALE si sia arrivati alla schifezza descritta in recensione…
Vabbè, buono a sapersi, tempo risparmiato da dedicare a qualcosa di meglio.
Bravo Degni per il “capolavoro” a Terminator.
Io e mio marito l’abbiamo appena visto e ci siamo divertititi molto. Ogni due secondi c’era qualcosa di assurdo di cui ridere … Uno dei film più brutti che abbia mai visto. La recensione è perfetta. E’ comunque un ottimo film per farsi due risate tra amici.
A me invece questo film è piaciuto perché ricalca l’idea principale di “Terminator” ma la sviluppa al contrario del pluridecorato “fratello maggiore” dove volano solo cazzotti e bombe. E’ un film che si può paragonare a “Signs”: non viene fatta vedere l’invasione aliena, ma possiamo godere di un buon prodotto.
“Cyber attack” ci viene presentato come un film con poche pretese che però poteva essere fatto meglio, vado quindi a elencare i punti carenti.
1) L’idea di una supercoscienza che si evolve grazie a internet è semplicemente geniale e supera in intelligenza anche l’idea dello stesso “Terminator” in cui semplicemente Skynet è creato dall’uomo. Qui invece abbiamo un’intelligenza che si sviluppa attraverso le connessioni della rete che assomigliano a un sistema neuronale. Ottimo direi, peccato che i soli a conoscenza della cosa fossero degli hacker che vengono tristemente ammazzati uno di fila all’altro perché la stessa “intelligenza” aveva dato ordine all’NSA di ucciderli… via web? Scusate, ma per ordini simili non ci deve essere una scala gerarchica fisica? Questa è la prima vaccata.
2) Le scene dei disastri come quella della nave o del gas sprigionato dal treno non rendono, si vede che sono state fatte in uno studio o in spazi ristretti e male. Il gas in particolare prima esce bianco e improvvisamente verde, segno che i fumogeni non hanno funzionato da subito correttamente. Sarebbe bastato aspettare a filmare.
3) I personaggi sono interessanti, ma gestiti male, il ragazzino hacker simile a Favij (LOL) risulta senza carattere, la ragazza, peraltro molto carina, è più uomo che donna e a tratti dà fastidio, l’agente dell’FBI non si capisce se è un poliziotto o un agente speciale e appare impacciato e poco convincente (inoltre corre come un puffo).
4) Questo probabilmente è il problema maggiore: vengono usate talmente tante scene “di ripiego” come la gente che spacca tutto o inquadrature sfocate per dare il senso di cataclisma imminente che quelle importanti vengono sottovalutate, così l’agente dell’FBI si salva dal “fumogeno assassino” apparendo dal nulla alla fine e la scena finale non viene spiegata (l'”intelligenza” ridà la vita al protagonista? Cosa succede?).
5) La “connessione neuronale” fra il protagonista e l'”intelligenza” è ridicola nel senso che non viene spiegato tecnologicamente che cavolo sarebbe quella mascherina.
Mi è piaciuta la fine come concetto: il nemico non viene sconfitto, ma diventa “buono” grazie a ciò che non pensava fosse possibile per l’uomo (provare buoni sentimenti) e a un “eletto” che di “eletto” ha poco (“Ci sarebbe arrivata comunque, io ho solo velocizzato il processo”).
In definitiva l’ho trovato un prodotto sufficiente anche se troppo lungo e prolisso (nato come serie a due puntate per la TV canadese). Io credo che dovrebbero rivedere il tema e mettere su qualcosa di simile togliendo tutte le buffonate suddette, comunque mi sono divertito e inquietato al tempo stesso: bello.
Un grazie corale per i commenti… siete unici!
Davide ho letto ogni nuovo punto, cerco di rispondere per quanto ricordi (dovrei rivederlo ma disintossicarsi da un’opera del genere richiede un bel po’ di tempo…):
1) Gli ordini vengono impartiti non a voce bensi’ tramite terminali quindi pur essendoci una scala gerarchica e’ proprio il modo in cui tali ordini sono comunicati ad essere “manipolato” dall’essere supremo
2) Sono in multi i punti opinabili per gli effetti speciali… purtroppo non e’ chiaro come nelle proiezioni post montaggio non ci si renda mai conto di questi difetti (o si arriva al termine senza piu’ tempo o soldi per rifinire)
3) Con quello youtuber pronunciato mi astengo 🙂
4) Mistero da chiedere all’entita’…
Il finale e’ non scontato, il problema e’ come ci si arriva…
Ah ah, hai ragione, il film in sé è ri-inguardabile: sfido chiunque a rivederlo senza attacchi di dissenteria! 😀
Diciamo che si salvano l’idea che sta alla base e il finale (anche se molto incasinato), nel complesso è godibile nel senso che uno può prenderlo come comico (tipo Alessandra) o come buona idea sfruttata non benissimo (tipo il sottoscritto).
In due parole: OCCASIONE PERSA, poteva diventare un cult con pochi soldi come “Pitch Black”, non ci sono riusciti.
Come dicevo stanotte, l’idea principale sarebbe da rivedere e da riutilizzare, magari con un plot migliore, dei personaggi costruiti in maniera decente e una regia più ricercata.
LOL, non ti piace Favij? Sfido qualsiasi youtuber a non aver pensato a lui quando ha visto quel personaggio, mentre l’agente dell’FBI è uguale spiccicato a Breckin Meyer, il che faceva sembrare il film ancora più comico. Riguardo proprio i personaggi, quello che aveva più carisma (l’hacker che viene ucciso nel bar) viene ammazzato subito e una gnappa clamorosa come Jaylee Hamidi viene utilizzata per soli 5 secondi contati, ma si può?!
La storia degli ordini rimane comunque un mistero, perché se tu sei di un’agenzia governativa e ti viene dato l’ordine di ammazzare qualcuno non credo che valga una mail, dico bene? Ci dovrà essere un incontro fisico.
Il finale è una delle parti migliori, ma è talmente incasinato e sfocato da rasentare l’incubo: a un certo punto il protagonista urla qualcosa come “Smettila di fargli male!!!”… ma cosa a chi? L'”intelligenza” alla “neo intelligenza appena creata”? Boh.
Rimangono anche delle questioni in sospeso: la giornalista ritrova l’amore? Dov’è finita la madre del protagonista? Lucifero cosa fa, si gratta?
Un film dove Favij salva il mondo… da suicidio! 😀