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"Hackers" di Iain Softley

17 giugno 2014 Recensioni 0 Commenti
Hackers

UIP, 1996 – Obsoleto

Un mago dei computer, a soli 11 anni manda in tilt Wall Street. Dopo sette anni di libertà vigilata e astinenza forzata dai PC, entra a far parte di un gruppo di hacker con cui scoprirà le cause di un disastro petrolifero. Ma proprio loro vengono accusati del disastro, così da dover provare a raccogliere le prove della propria innocenza…


Fisher Stevens, Johnny Lee Miller, Angelina Jolie e Matthew Lillard in HackersNel mondo informatico – in cui anche la Legge di Moore appare anacronistica – recensire un film datato 1995 in cui le scorribande degli hacker (cracker per l’esattezza) e phreacker erano all’ordine del giorno, in cui si accedeva alla Rete tramite modem 28k e il cyberspazio era raffigurato come una realtà tanto aliena quanto caleidoscopica, può rivelarsi un bagno di byte, soprattutto se all’epoca la stessa pellicola aveva scucito più di qualche sorriso. La regia di Iain Softley, volendo legittimare quel coro anarchico ma vivo e pulsante di cowboy della rete, finisce per confezionare un meltdown di circostanze che si barcamenano fra l’amore, come sentimento, tra i due protagonisti e quello come atto eversivo per limiti e barriere imposti da una realtà assoluta, quale la convinzione che l’essere “diversi” sia sinonimo di fuorilegge.

Lorraine Bracco in una scena di HackersRegia e montaggio sono vivaci, ma dove l’opera cola a picco è nei pilastri che dovrebbe sorreggerla: sceneggiatura, fotografia, doppiaggio e recitazione. La sceneggiatura e la fotografia ammiccano infatti più alla frivolezza dell’immaginazione che non alla cronistoria di come le tecnologie allora fossero implementate, forse perché avrebbe avuto poco presa sul pubblico o non avrebbe reso a dovere le azioni intraprese (dopotutto l’informatica è eterea…). Sappiamo però che gli attacchi non avvengo attraverso tunnel cibernetici alla Nathan Never e che le matrici matematiche faranno la loro apparizione al cinema qualche anno più tardi, per cui non si può che restare allibiti davanti a questo spettacolo al limite della farsa.

Johnny Lee Miller e Angelina Jolie in HackersIl colpo di grazia arriva poi dal doppiaggio, perché se alla Cinevariety avessero avuto a disposizione anche solo il Google Translator si sarebbero risparmiati un congruo numero di strafalcioni: il worm, il virus informatico, non è il verme come pure la backdoor, l’exploit adottato per “accedere al sistema”, non è la porta sul retro… Meglio quindi la versione in lingua inglese, se non altro per ascoltare la voce di un cast di prestigio: Angelina Jolie, forse l’unica a salvarsi dal punto di vista della recitazione; l’acerbo Jonny Lee Miller che maturerà nello Sherlock Holmes di Elementary; Laurence Mason (inconsistente) e Jesse Bradford, bravo ma non in grado di risollevare la piattezza generale.

A chiusura di codice, un film da non consigliare. Benché anche il solo vedere la maturazione di attori e attrici sia di per sé una ricchezza, il resto finisce per provocare quella sensazione di “facevo meglio a fare…” che raramente concilia il sonno. Da vedere al massimo solo se trasmesso in Tv, così da poter cambiare canale in qualsiasi istante.


La locandina di HackersTitolo: Hackers (Id.)
Regia: Iain Softley
Sceneggiatura: Rafael Moreu
Fotografia: Andrzej Sekula
Interpreti: Johnny Lee Miller, Angelina Jolie, Fisher Stevens, Jesse Bradford, Matthew Lillard, Laurence Mason, Renoly Santiago, Wendell Pierce, Alberta Watson, Lorraine Bracco
Nazionalità: USA, 1995
Durata: 1h. 47′


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