"Dorian Gray" di Oliver Parker
Eagle Pictures, 27 Novembre 2009 – Soddisfacente
Ventenne e bellissimo, Dorian Gray giunge a Londra e termina di posare per un ritratto realizzato dall’amico Basil Hallward. Conosciuto Lord Henry Wotton, Dorian vedrà schiudersi orizzonti affascinanti ma pericolosi, fino a un misterioso patto col ritratto stesso…
Oliver Parker ha trasposto sul grande schermo il capolavoro di Oscar Wilde scegliendo di esplicitare quanto vi è implicitamente narrato, rendendo così tangibile, in maniera estetizzante, la perdizione nella quale Dorian precipita. Le accurate scenografie di contesti sia sontuosi sia fatiscenti, gli scorci opposti della Londra vittoriana, i costumi adeguatamente utilizzati in entrambi gli ambiti, le rispettive atmosfere intrise di estetismo o rivestite da toni cupi sono infatti elementi che impreziosiscono un film di sicuro valore dal punto di vista formale.
Per quanto riguarda il contenuto, il film non tradisce le aspettative che un estimatore del romanzo può avere, anche se in alcuni momenti può quantomeno lasciare perplessi. Il fascino del romanzo risiede nel personaggio di Dorian il cui carisma, insieme al dualismo che lo tormenta, viene evocato in modo splendido da Wilde. Per un personaggio di simile spessore – affascinante anche per un attore che lo interpreta – sembrerebbe impossibile trovare l’interprete adeguato: Ben Barnes risulta adeguato più nella sua fisicità di giovane dandy che non nell’interpretazione.
Attraverso di lui Dorian, comunque, emerge: prende corpo nei modi eleganti e risulta convincente sia nell’iniziale sprovvedutezza sia nella tarda corruzione. Tuttavia, nella scelta fatta di rendere esplicite le ipotizzate dissoluzioni di Dorian, la sceneggiatura penalizza l’interprete trascurando il tormento psicologico che nel romanzo rende il personaggio più profondo e rende umana la sua anima nera. Così la scena del confronto, di fronte al ritratto, tra Dorian e Basil non è drammatica come dovrebbe essere e il loro rapporto viene poco prima snaturato in maniera forzata.
Si resta perplessi di fronte ad altre libertà prese nel finale, in cui è il rapporto con Lord Henry ad essere snaturato in modo romanzesco anche con l’invenzione di un personaggio estraneo al libro. Le crisi di coscienza di cui Dorian soffre nel romanzo e i suoi propositi di cambiare vita, nel film prendono corpo solo attraverso il rapido tentativo di una confessione in chiesa. L’attualizzazione caratterizza invece i due fratelli Vane: se la rottura con Sybil avviene per una discussione sul tradimento anziché sul concetto vittoriano di Arte, la morte del fratello Jim avviene non in una battuta di caccia ma nei sotterranei della metropolitana.
Pur con molte libertà il film, anche grazie alla ben riuscita trasposizione degli aforismi e a Colin Firth che anima Lord Henry, risulta abbastanza soddisfacente nel suo complesso, aiutato in questo da un grado di spettacolarizzazione non del tutto superfluo.
Titolo: Dorian Gray (Id.)
Regia: Oliver Parker
Sceneggiatura: Toby Finlay
Fotografia: Roger Pratt
Interpreti: Ben Barnes, Colin Firth, Rebecca Hall, Emilia Fox, Rachel Hurd-Wood, Ben Chaplin, Douglas Henshall, Caroline Goodall, Fiona Shaw, Maryam d’Abo, Jo Woodcock, Michael Culkin, Pip Torrens, Johnny Harris, David Sterne, Max Irons
Nazionalità: Regno Unito, 2009
Durata: 1h. 52′
Mah…all’inizio faceva ben sperare, poi però si perde con scene di sesso ( mai mostrato però ) e la bella vita che fa Dorian, la ricostruzione però è buona ( a parte le carrellate sulla città che fanno ben notare la “natura” delle costruzioni ) anche i costumi non sono da meno.
Le interpretazioni salvo solo Colin Firth, tutte le altre mi sono sembrate troppo “costruite”, Ben Barnes lo avrei lasciato alle Cronache Di Narnia!!!
Comunque il finale l’ho trovato troppo affrettato, premetto però che il libro non l’ho letto e quindi non potrei dire di più.
Come consono alle produzioni indipendenti gli effetti CGI sono pessimi, meno male che sono stati usati per il finale ( rovinandolo un pò però! ).
La regia a volte è valida, a volte ( forse per la maggiore ) piatta.
Comunque è sempre da apprezzare l’iniziativa.
Buon successo in Italia soprattutto per il soggetto del film che ha sempre suscitato scalpore ed interesse.
Dorian Gray è un libro che fece molto scandalo all’epoca in cui è uscito a tal punto che lo avevano condannato al rogo.
Io non ho trovato il film brutto, certo Barnes non è adatto per il ruolo a parte il fisico, però è un film godibile per gli amanti del genere.
Il genere gotico non è che sia il mio preferito, ma vedendo come sono usciti sweeney todd e doryan gray posso dire apertamente e ne sono convinto che è un genere che farà molta strada, anche perché mi sembra che sia un genere che sta rinascendo dopo gli scadenti film horror anni 80.
Questa è un’autentica orgia di tensione e sesso che restituisce tutto il fascino dell’età vittoriana.
film pattume
I film horror anni ’80 non sono scadenti come dici te Riccardo ma sono figli del loro tempo, li vi era la voglia dei produttori e registi di fare film con la passione e la fantasia, per altro trasmettono una sensazione appunto da ’80’s che vedendoli adesso fa rimpiangere i bei tempi che furono. Ovvio che se vedi ora film di Gordon, Yuzna, Holland, Cronenberg, Raimi, Carpenter, Craven, Argento ti sembrano patetici e fatti male ma ciò è un modo di pensare sbagliato.
Gli anni ’80 hanno messo le radici dei film horror che si sono successivamente aggiornati negli anni ’90.
Sicuramente l’iniziativa di avere realizzato questo film è da apprezzare.
Circa la chiave interpretativa invece l’apprezzamento può essere un po’ più soggettivo.
Sarebbe stato preferibile un maggiore approfondimento della psiche di Dorian, mentre si è scelto di oggettivare ciò che nel romanzo è alluso più o meno velatamente.
C’è da considerare però che ai giorni nostri era scontato aspettarsi questa scelta interpretativa, mentre un’altra sarebbe stata, ma non necessariamente, forse anacronistica.
In effetti, anche questo Dorian è figlio dei nostri tempi.
Marco, non è questione di patetico o non patetico, ma ti voglio rispondere che salvo rare eccezioni ( come la cosa di Carpenter o i film di Raimi ) gli horror anni 80 non mi sono mai piaciuti.
Comunque fanno tanta pubblicità sui moderni film horror che fondono splatter con slasher e fantascienza per far vedere agli spettatori ettolitri di sangue finto o budella e interiora di gomma, e invece fanno delle autentiche schifezze ( vedi hostel o venerdì 13 ) e allora vedendo questi ti vien da dire che gli horror anni 80 erano capolavori.
L’horror è un genere in via di decesso e solo rari capolavori riescono a tener su il genere come the ring o sweeney todd.
Ormai l’horror ha posto la sua pietra tombale e come dice la recensione di BABYLON AD. ci vorrà uno come Romero per far risuscitare il genere visto che ha avuto a che fare con i morti viventi.
E comunque ammettilo che non tutti gli horror anni 80 sono capolavori:
The rocky horror picture show ad esempio è considerato uno dei maggiori capolavori del genere, ma in realtà è incomprensibile e fa anche schifo.
Si poteva fare meglio visto che è tratto da un musical che riscosse molto successo.
Abè poi dipende dai gusti, a me piacciono sia i due “Hostel” che “The Ring” che i film horror ’80 (inclusi quelli di Bava e Argento), proprio perchè io apprezzo le tecniche artigianali che si utilizzavano all’epoca.
Ovvio che te essendo 14enne non potrai apprezzare tantissimo le tecniche dell’epoca (soprattutto in campo horror), pensa che posseggo horror ’80 dove vi sono interpreti illustri ma che sono titoli sconosciuti ai più…
Fammi qualche nome…
Ah, ovviamente fra i migliori film horror anni 80 c’è Shining che pongo al primo posto.
Bhè si Shining è bellissimo però io non lo reputo “solo” un horror ma un genere che io chiamo debitamente “Kubrickiano” dato che i film di Stanley per me non hanno un genere preciso se non il suo personale.
Bhè ti potrei nominare Society di Yuzna, La Bambola Assassina di Holland, Re-Animator di Gordon, Dèmoni di Bava, La Casa I E II di Raimi, Alligator di Teague, il primo Venerdì 13, i Nightmare I,III e IV, Un Lupo Mannaro Amercano A Londra di Landis ma comunque sono tantissimi e un numero preciso di titoli e quasi impossibile farlo. Essendo io grande patito primo di film di genere e secondo di questi registi (che hanno prodotto altri bellissimi film anche negli anni ’90) trovo questi titoli figli del loro tempo come ti ho già detto che non andrebbero mai paragonati con quelli prodotti adesso, non dico che quelli contemporanei non siano belli ma sono di tutt’altra natura.
Secondo te perchè da un 5 anni a questa parte stanno sfornando continui remake di films horror 80’s? Per il semplice motivo di poter far conoscere alle nuove generazioni le vecchie icone horror degli anni 70-80, ovvio che c’è anche un motivo economico e magari anche per scarsità di idee nuove ma io voglio credere che ci sia del “buono” in tutto questo.
Poi, detto sinceramente, essendo nato nel ’90 ma essendo un grande fan degli anni ’80 non mi resta altro che per poter vivere quei tempi o ascoltare musica o guardare film di quell’epoca, bellissima a parer mio.
La casa 1, un lupo mannaro americano a londra e i nightmare sono bellissimi ma gli altri che mi hai citato non sono mai riuscito ad apprezzarli del tutto.
A proposito tu quanti anni hai?
Io 14 e tu?
Hai detto che sei nato anche tu negli anni 90.
Si ho 20 anni. Se hai Facebook possiamo parlare li di cinema se vuoi. Aggiungimi pure faccio di cognome Giuliano e comunque sono negli amici di Alberto Cassani.
Eh, marco, andrei su facebook se avessi un’email, ma non la ho.
Fino a quel giorno ci tocca parlare di cinema qui su cinefile.
Per curiosità se non sono indiscreto, tu di dove sei?
Io sono vicino a venezia.
Se vuoi vedere una parodia dei film horror come la cosa o la mummia, vai su google videos, scrivi LEGO HORROR e guardi il secondo video poi mi fai sapere.
Sono vicino a Monza.
Marco, riguardo il tuo precedente commento hai scritto che magari non apprezzavo le tecniche anni 80, questa volta ti sbagli.
Io penso che ogni film di qualunque epoca sia bisogna guardarlo, e apprezzarlo per com’è e com’è stato realizzato.
è con questa mia specie di politica che sono riuscito ad apprezzare via col vento ( un film molto vecchio ) e a considerarlo uno dei migliori ( se non il migliore ) dei capolavori sfornati dall’inizio della storia del cinema.
scusate la brutalità: ma come caspita si fa a definire soddisfacente un film che sembra girato da uno storpio ubriaco e con un pessimo senso sia della composizione dell’immagine che dell’umorismo?
Se questo film è costato più di 5 euro in fase di produzione mi auguro che il regista veda incendiato, in pubblico ovviamente, ogni contratto e precontratto che posso aver mai firmato.
Vogliamo parlare della zummata sulla bocca del quadro che rutta?
vogliamo parlare della soggettiva del quadro che ci vede giallo (tipo la pubblicità dell’aids ma come se avesse la malaria)?
vogliamo dire che la scenografia è così tanto di cartone che se è fatta in digitale.. complimenti ai grafici perchè farla sembrare così tanto di cartone era dura.. ?
per non parlare poi delle chicche:
tipo la scena dei bassi fondi con un tizio che taglia un “angello”(squallidi pure i tentativi di metafora) con una mannaia, con un moto così statico e ripetitivo da far invidia alle stauette del presepe (ma quelle col filo trasparente che muove le braccia che si vede dalla stanza di fianco) !?
o tipo la scena del combattimento a spadate tra dorian e il quadro con esplosione finale della soffitta piena di gas in stile Die Hard 1800 !?
no, dai! siamo seri..
se sto coso è soddisfacente la ferilli, la cucinotta, la arcuri, gabriel garko… e insomma tutti sti cosi qui.. sono gli eredi di giannini e gassman (padre, ovviamente)
il nostro premier è alto
e la crisi è solo psicologica..
siamo seri.
In realtà la cosa migliore è quella di ponderare un po’ il tutto.
I difetti ci sono e riguardano maggiormente la trama, ma anche il modo in cui è stato concepito (purtroppo, senza essere approfondito meglio) il personaggio di Dorian.
Tuttavia, il film restituisce molta atmosfera vittoriana nonostante gli ulteriori limiti che riguardano la costruzione della scenografia, anzi: malgrado questo, le atmosfere sono comunque evocate.
Se poi vogliamo restare nell’ambito di scene e costumi, era doverosa la giusta ricostruzione di questi ultimi (specie perché di un dandy si parla), ricostruzione che è riuscita.
Invece, se alcuni scenari danno l’idea di essere di cartone, alcuni esterni bilanciano questa artificiosità se si pensa ad esempio al parco della casa di Dorian in cui si svolge più di una scena all’inizio e verso la fine del film. Ma anche degli interni ci riescono: da un lato la casa di Dorian, per quanto ricostruita, rende molto bene l’idea del suo mondo e dell’epoca, mentre gli altri palazzi bilanciano positivamente nei loro arredi e nelle loro stanze questa sensazione di artificio. E in entrambi i casi, le scenografie sono comunque curate.
Per questo, considerando pregi e difetti, non mi sento di bocciare il film ma di valutarlo invece nel suo complesso (senza soffermarmi a valutare solo dei particolari o solo alcuni punti), quindi in generale. Ragioni che me lo fanno giudicare comunque soddisfacente, anche se abbastanza.