"Dragon Trainer" di Dean DeBlois & Chris Sanders

Universal, 26 Marzo 2010 – Convincente
Hiccup è un giovane vichingo che vorrebbe cacciare i draghi, sempre senza successo. Una notte riesce a colpire una Furia Buia, il drago più temuto. Incapace di dargli il colpo di grazia, Hiccup lo aiuta a rimettersi e tra i due nasce un’amicizia che il ragazzo pensa bene di tenere segreta…
Tratto con molte libertà dal romanzo di Cressida Cowell Come addestrare un drago (Mondadori), Dragon Trainer potrebbe rappresentare un cambio netto nella direzione presa dalla Dreamworks per quanto riguarda il modo di concepire le produzioni animate. Non tanto per l’utilizzo del 3D, che in questo periodo sembra praticamente obbligatorio per un certo tipo di pellicole, quanto per l’attenzione posta sulla sceneggiatura rispetto all’importanza del cast vocale.
Spesso la Dreamworks ha realizzato cartoni animati incentrati su soggetti particolari (basti pensare al Principe d’Egitto o a Spirit – Cavallo Selvaggio), ma ha sempre cercato di mettere insieme il cast più roboante possibile nella convizione che i nomi degli attori sarebbero stati sufficienti a portare la gente al cinema. Di rado è stato così, con il flop del Sinbad interpretato da Brad Pitt e Catherine Zeta Jones a dimostrare in pieno l’inconsisitenza della premessa. Il successo di Kung Fu Panda, invece, ha fatto capire che quando si parla di cartoni animati la gente vuole soprattutto sentirsi raccontare una storia – divertente, emozionante, magari romantica – e che i nomi degli attori sono subordinati ai personaggi, e non viceversa. Dragon Trainer, appunto, potrebbe essere il primo consapevole passo della casa di Jeffrey Katzenberg sulla strada che la Pixar percorre da sempre.
A dir la verità la trama è abbastanza telefonata, e negli Stati Uniti è stata criticata da molti, ma è molto ben raccontata e ha la giusta durata. L’amiciza tra Hiccup (singhiozzo, in inglese) e Sdentato, drago dalle movenze feline, è narrata senza esagerare con lo zucchero, ma in maniera divertente e interessante, alternata benissimo all’addestramento del ragazzo come uccisore di draghi. Alcuni momenti sono costruiti benissimo e riescono ad essere davvero emozionanti, così come divertente è la caratterizzazione dei draghi. I personaggi di contorno, invece, sono abbastanza monodimensionali, ma è un difetto da poco. Bisogna poi ricordare che l’utilizzo della morte e delle ferite gravi è stato a lungo un taboo per i cartoni animati occidentali indirizzati anche ai più piccoli (dal Re Leone a Nemo non c’è stato praticamente nulla in mezzo, e ben poco c’è stato in seguito), e va dato atto agli sceneggiatori di aver affrontato l’argomento con coraggio e delicatezza.
La realizzazione grafica è di buon impatto, ma la regia di DeBlois e Sanders (Lilo & Stitch) si affida eccessivamente alla spettacolarità degli effetti tridimensionali, rendendo così alcune sequenze d’azione un po’ troppo pretestuose. Al contrario, le musiche di John Powell sono molto belle, e visto quanto sono presenti lungo tutta la pellicola il loro valore era essenziale per la buona riuscita del film. Rivedibili, invece, il doppiaggio italiano del protagonista, l’adattamento dei dialoghi in un paio di momenti e la pessima idea di “tradurre” il titolo originale con un’altra frase in inglese. Ma il pubblico italiano ha comunque risposto bene, come bene aveva risposto quello statunitense, proprio perché non sono i nomi o le etichette che portano la gente al cinema a vedere cartoni animati. Questo è un cartoon di buon livello, che giustamente è piaciuto al pubblico e che probabilmente piacerebbe anche ad Hayao Miyazaki.
Titolo: Dragon Trainer (How To Train Tour Dragon)
Regia: Dean DeBlois & Chris Sanders
Sceneggiatura: William Davies, Dean DeBlois, Chris Sanders
Fotografia: —
Doppiatori: Flavio Aquilone, Maria Letizia Scifoni, Roberto Draghetti, Carlo Valli, Gabriele Patriarca, Alessio Nissolino, Letizia Ciampa, Mattia Ward
Nazionalità: USA, 2010
Durata: 1h. 38′
Giusto Albe, bellissimo film, a parer mio il migliore per quanto riguarda i contenuti della DreamWorks Animation.
Ottima grafica, ottima caratterizzazione dei personaggi e stupenda musica. Sfido a non sorridere quando Sdentato strabuzza gli occhi…
Speriamo in un nuovo inizio, come dici te, dello studio ma dubito che raggiungerà i livelli impensabili della Pixar.
Questo film si aggiunge alla mia collezione di film DreamWorks Animation dopo Il Pincipe d’Egitto, Z La Formica, Shrek 2 e Mostri Vs. Alieni. A te Albe i film migliori dello studio?
Direi “Kung-Fu Panda”, i primi due “Shrek”, questo, “Z” e “Il Principe d’Egitto” abbastanza staccato.
No dai non esageriamo. Il principe d’egitto è un capolavoro, con una colonna sonora che fa resuscitare i morti.
Secondo me risente di un disegno ancora acerbo e di una struttura del racconto troppo legata al cartone classico. Poi per altre cose è ottimo, ma non è ancora adulto come avrebbe voluto essere.
sul disegno posso darti anche ragione (pur essendoci delle scene davvero notevoli come quella delle piaghe o quella del mar rosso), per quanto riguarda la struttura del racconto non me lo ricordo abbastanza per poter comprendere cosa intendi.
Non centra niente con la dreamworks ma hai mai visto “La collina dei conigli”? Da qualche parte ho letto che è stato censurato in molti paesi perché molto violento.
Bellissimo. Davvero molto molto bello. Io ho visto la versione italiana che era uscita anche in dvd, non so se sia censurata o meno ma avevo letto di vari problemi in giro per il mondo. Però devo dire che non mi è parso così violento da meritare tagli (a meno che ovviamente non fossero già stati fatti). I problemi ci sono stati sicuramente perché trattandosi di un cartone – per di più con protagonisti animali parlanti – all’epoca l’idea era che fosse diretto ai bambini, invece no. Una qualunque puntata di Gundam è sicuramente più violenta.
Riguardo “Il Principe d’Egitto”, di cui comunque all’epoca avevo scritto una recensione positiva, per fare un esempio eclatante al giorno d’oggi una sequenza di musical come quella in cui la madre di Mosè fugge e lascia il cesto nel fiume sarebbe molto difficile da accettare in un cartone adulto, mentre all’epoca era considerata di rigore.
Ci sono alcune sequenze di animazione davvero ottime, come ad esempio la corsa con le bighe, ma io parlavo proprio del tratto del disegno, che è poi diventato tipico della Dreamworks ma che allora non era ancora totalmente definito. Sicuramente in quel momento era un film coraggioso e importante, e realizzato ottimamente, ma la prova del tempo non l’ha superata bene.
hai ragione. infatti tutti i personaggi umani de Il principe d’egitto, spirit e sinbad (come dici nella recensione di quest’ultimo) si somigliano tutti.
Che poi non c’è niente di male, in questo. Anche le donne di Miyazaki son tutte uguali…
Ma queste poi sono sottigliezze. basta che il film funzioni e si perdona tutto.
Riguardo la collina dei conigli grazie mille per il tuo commento: l’ho scoperto quasi per caso, avevo letto lodi entusiastiche in alcuni forum (generalmente mi fido poco dei commenti nei forum) e ho voluto chiedere un’opinione ad un esperto del settore 😉