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"Hunger Games - La ragazza di fuoco" di Francis Lawrence

28 ottobre 2014 Recensioni 2 Commenti
Hunger Games

Universal, 27 Novembre 2013 – Transitivo

Dopo aver vinto la 74a edizione degli Hunger Games, Katniss e Peeta tornano a casa. Negli altri distretti si è però ormai acceso il fuoco della ribellione e i nostri sono obbligati a un “tour” con il fine di sedarli. Il viaggio mostrerà loro come i tempi siano maturi per la rivolta, e da glorificati si troveranno nuovamente nell’arena…


Willow Shields e Jennifer Lawrence in Hunger Games - La ragazza di fuocoUn anno di distanza e un taglio netto, cesario, a quella che fu la squadra vincente capeggiata dal regista Gary Ross, separano i due lungometraggi ispirati ai romanzi di Suzanne Collins, con un risultato che – almeno al box-office – ha premiato entrambe. In La Ragazza di Fuoco la regia è affidata a Francis Lawrence, noto per opere di discreto successo come Io sono Leggenda e Come l’acqua per gli elefanti, generi ben diversi che hanno attestato la capacità del regista nato a Vienna di adattarsi a sceneggiature con tematiche impegnative. Questa sua maturità si evince anche in La Ragazza di Fuoco, che non potendo più fare leva sul fattore “sorpresa” del primo episodio si focalizza maggiormente sui tumulti, su ciò che accade tra la folla, su quei gemiti di rivolta che il Presidente Snow vorrebbe sedare a suon di parate come se il latino “panem et circenses” fosse la risposta universale a ogni malessere.

Josh Hutcherson e Jennifer Lawrence in Hunger Games - La ragazza di fuocoNella prima parte Katniss e Peeta ci offrono questo spaccato sul resto del mondo perché le condizioni dei singoli distretti, per quanto confinati in compartimenti stagni, sono la realtà comune di una società con una rigida ripartizione tra ricchi (pochi) e poveri (molti), tra guelfi e ghibellini, con riferimenti che si ritrovano anche in un’altra pellicola recente, The Purge. La demarcazione è netta, ma si palesa più per i modi brutali in cui i vari “eroi” vengono messi a tacere con scene talvolta di gratuita brutalità che non, ad esempio, come risultato di un’analisi condotta dallo stesso spettatore attraverso la psiche e le sofferenze del malcapitato di turno. L’effetto non rende come dovrebbe, e difatti nonostante il cast di all-star a cui si è aggiunto Philip Seymour Hoffman si assiste a un’ora e mezza di proiezione avvincente e senza cali di ritmo ma tutto, rigorosamente, “come da copione”.

Liam Hemsworth e Jennifer Lawrence in Hunger Games - La ragazza di fuocoLa seconda parte del film è un flashback del primo capitolo in cui però in virtù di questa visione “corale” del riscatto, la vittoria si ricerca con l’alleanza e non con il tradimento, cercando di imporre in qualsiasi contesto un momento sentimentale, un “fattore famiglia” e “di sacrificio”, scelta che dopo il terzo siparietto infastidisce e non poco. Il finale, invece, riporta alla memoria la trilogia dei fratelli Wachowski esattamente con le stesse spiacevoli sensazioni/imprecazioni di Matrix Reloaded.

Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman in Hunger Games - La ragazza di fuocoScenografia, costumi ed effetti speciali sono notevoli, alcuni panorami naturali lasciano senza fiato e anche l’accompagnamento sonoro mostra come il budget raddoppiato abbia permesso alla troupe di togliersi qualche sfizio in più senza, tuttavia, esagerare. Col risultato di aver prodotto sicuramente un buon film, che merita di essere consigliato.


La locandina di Hunger Games - La ragazza di fuocoTitolo: Hunger Games – La ragazza di fuoco (The Hunger Games: Catching Fire)
Regia: Francis Lawrence
Sceneggiatura: Simon Beaufoy, Michael deBruyn
Fotografia: Jo Willems
Interpreti: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Willow Shields
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 2h. 26′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    La regia di Lawrence è tradizionale ma funzionale alla vicenda, in questo caso del blockbuster di turno.
    Piaciuto come il prototipo (lì però apprezzai in particolare come divisero il film e la regia “nervosa” di Ross).
    In generale concordo con la recensione.

  2. Marco ha detto:

    Rivisto e ricondivido il mio precedente commento.

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