"Sin City" di Frank Miller & Robert Rodriguez
Buena Vista, 1 Giugno 2005 – Sperimentale
Sin City, la città del peccato. Mille storie si incrociano nelle sue strade, e sono tutte storie nere. Dal poliziotto che dà la caccia ad un assassino pedofilo all’uomo che passa una notte d’amore con un angelo biondo, alla ragazza che non riesce a scaricare il fidanzato manesco… Tutte storie nere, tutte storie rosso sangue…
Uno dei progetti cinematografici sulla carta più interessanti degli ultimi anni, Sin City è in realtà un film riuscito solo a metà proprio a causa delle caratteristiche su cui si basa. Descritto da Rodriguez come una “traduzione” più che un “adattamento” filmico dei fumetti di Frank Miller, è la dimostrazione che cinema e fumetto sono due media ben più distanti tra loro di quanto possa sembrare, e in particolare che il cinema non è solo stile ma (ancora) anche e soprattutto narrazione.
Fotografato in un bianco e nero metallico che non potrebbe essere più affascinante, con splendidi giochi di luci e ombre e macchie di colore che fanno risaltare soprattutto il rosso della passione e del sangue, questo dell’accoppiata Rodriguez-Miller è un film che fa brillare gli occhi a tutti i fan del fumetto, da tanto i personaggi e le scenografie interamente create al computer sembrano essere uscite dalle tavole di Miller.
L’idea di attenersi scrupolosamente alle vignette nella costruzione visiva delle scene porta però la regia ad essere spesso statica, togliendo energia alle azioni e perdendo quella che è sempre stata la caratteristica principale del cinema di Rodriguez: la frenesia. Il fatto poi che nei suoi fumetti Frank Miller utilizzi le didascalie in quantità industriale ha fatto sì che ci siano quattro voci fuori campo che commentano il film per tutta la sua durata, e questo alla lunga risulta fastidioso perché rallenta notevolmente il ritmo della narrazione.
Visivamente parlando, comunque, non s’è mai visto sul grande schermo uno spettacolo simile. Preso scena per scena lascia davvero a bocca aperta, e non solo per l’effettiva somiglianza con le pagine disegnate. La Sin City di Rodriguez è qualcosa che al cinema non abbiamo mai visto, è qualcosa di bizzarro ma non incredibile, ma è purtroppo anche qualcosa che sarebbe meglio prendere a piccole dosi. Perché se al di là del bel prologo la scena migliore risulta essere il dialogo in auto tra Clive Owen e Benicio Del Toro girato dallo “special guest director” Quentin Tarantino, è chiaro che qualcosa in quest’idea filmica di Robert Rodriguez non va.
Titolo: Sin City (Id.)
Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez (special guest director: Quentin Tarantino)
Sceneggiatura: Frank Miller
Fotografia: Robert Rodriguez
Interpreti: Jessica Alba, Devon Aoki, Rosario Dawson, Benicio Del Toro, Carla Gugino, Jaime King, Brittany Murphy, Clive Owen, Mickey Rourke, Nick Stahl, Bruce Willis, Elijah Wood
Nazionalità: USA, 2005
Durata: 2h. 04′
è particolare nel suo genere, ma bello come film. Mescola il poliziesco, all’horror.
Inoltre è diverso da altri film d’avventura che ho visto. E io che mi aspettavo un film sulla mafia tratto da un fumetto. Comunque è narrato con il riconoscibile cinismo e sadicismo di Miller e questo rende il film interessante.
Inoltre è un film molto cupo e sperimentale, possiamo dire che è riuscito anche bene.
Non credo che Sin City sia un horror, va bene che c’è una presenza surreale ( il bastardo giallo ) però mi sembra un film che affronta bene il noir.
Rodriguez ha diretto un buon hard-boiled che va seguito però con attenzione.
La prima volta che l’ho visto mi sembrava un po noioso per via delle storie che si intrecciano ma poi l’ho apprezzato di più.
Rodriguez è un bravissimo regista,Alberto Cassani che ne pensa?
Certo che Rodriguez è un bravo regista ma modestamente preferisco questo che C’ERA UNA VOLTA IN MESSICO. Ho capito che voleva omaggiare Sergio Leone, ma non credo che ci sia riuscito alla perfezione.
Rodriguez sarebbe un bravissimo regista se si impegnasse a fare i film bene invece che a farli divertendosi. Cosa in cui non c’è’ niente di male, ma farli solo per divertirsi – come fa troppo spesso – non va bene. Ma dev’essere per questo che è così amico di Tarantino.
Credi che abbia realizzato Sin City per divertimento? A me non pare poi così male.
No, lascia stare quelli che poi sono i risultati: anche Spy Kids non era male. Il punto è che sia lui che Tarantino vedono il cinema come un parco giochi, e molto spesso fanno determinate cose solo perché li diverte invece che perché sono la scelta migliore per il film. Prendi C’era un volta in Messico: è pieno di sequenze fighe che a conti fatti non servono a niente, fatte così come sono. Solo che a Rodriguez piacevano così come sono e allora le ha fatte così.
Quindi è come dicevi su Mel che non muove la camera da presa come serve ma come gli piace.
Hanno lo stesso difetto, ma lo esercitano in maniera diversa. Gibson ha un’idea estetica del film molto più sviluppata di quella di Rodriguez, ma nessuno dei due riesce ad avere bene in mente il film nella sua interezza. La differenza è che Gibson gira le scene come più gli piacciono, pensando che quello sia il modo migliore ma non riuscendo a capire su quale strada sta portando il film; Rodriguez gira le scene come gli piace e se ne frega del film nella sua interezza.
Su questo ti do assolutamente ragione,che pensa solo a divertirsi,ma è anche vero che riesce a divertire…
Sì, sì: di solito ci riesce.
Poverina,proprio ieri uno dei volti di questo film,Brittany Murphy,se n’è andata…
Arresto cardiaco a 32 anni. Ultimamente sono diventate tante, le morti giovanissime a Hollywood che non è difficile legare all’uso di droga.
Altro che pulp fiction, questo sì che è un nuovo orizzonte per il film d’azione.
Non trovo tutta questa bravura in Rodriguez. Voglio dire, è un film d’azione, ma tutta l’azione che c’è è girata malissimo. Tutto appare finto e posticcio, la telecamera sembra posizionata male e, per quanto già anche Miller nel fumetto abbia spinto la storia oltre un limite di realtà, lo spettatore che guarda il film si ritrova a vedere sequenze dove la fisica viene abbandonata per la spettacolarità, il divertimento per il lavoro, ecc. Questo non è un noir, nè un thriller. E’ un giocattolone ad uso e consumo del regista.
A Riccardo: non mi trovi d’accordo…sarà vero che Sin City è un bel film,ma Pulp Fiction è superiore secondo me.
Non è un brutto film certamente, ma pulp fiction e sin city sono di due generi completamente diversi anche se sono collegati riguardo il cinema d’azione.
Ok, il film è suggestivo e bellissimo però due cose non riesco a digerire:
1- In alcuni punti il CGI è davvero pessimo e si nota più volte che il film è girato in digitale.
2- La trama dell’episodio con Clive Owen non sono riuscito ad afferrarla, qualcuno che ha visto il film me la potrebbe spiegare?
A dir la verità credo che in molte parti abbiano lavorato sulla fotografia per dare un look particolarmente “fumettoso” al film, proprio per far capire che le immagini erano disegnate (anche se al computer invece che su carta). Però non sono sicuro di star pensando alle stesse sequenze cui pensi tu.
La storia di Clive Owen è tratta dalla miniserie “Un’abbuffata di morte”, e a grandi linee la trama è questa (spoiler da qui alle fine):
Una barista subisce le pressioni del suo ex fidanzato (Benicio Del Toro), un tipo manesco e ubriacone. Quando lui le mette le mani addosso, il suo attuale fidanzato (Clive Owen, appunto) lo pesta. Del Toro scappa con la sua banda e Owen lo insegue nella città vecchia, dove Del Toro fa scoppiare una rissa con una banda di prostitute e le puttane vincono. Si scopre che Del Toro è un poliziotto, così Owen decide di far sparire il cadavere per evitare che la polizia se la prenda con le prostitute. Durante il viaggio Owen ha un’allucinazione e ne nasce un surreale dialogo con il cadavere di Del Toro (scena girata da Quentin Tarantino). Entrano in scena dei mercenari mafiosi, che vogliono la testa di Del Toro, e buttano Owen nel pozzo di catrame dove lui avrebbe dovuto buttare Del Toro. Le prostitute però lo salvano e si sbarazzano dei mafiosi, il cui capo ha però preso in ostaggio la capa delle prostitute (Rosario Dawson). Owen nasconde in bocca a Del Toro una bomba, e organizza uno scambio con il mafioso, al cui termine fa esplodere la bomba uccidendo il mafioso, mentre le altre prostitute fanno fuori i suoi sgherri.
Infatti. ma comunque in Sin City 2, Miller ha affermato che ci sarà un’antefatto di Un’abbuffata di morte che avrà sempre come protagonista Clie Owen.
Comunque secondo me, Un’abbuffata di morte è l’episodio più tarantiniano del film ( e si sente la mano di Tarantino ), ed è nettamente inferiore a Quel bastardo giallo mentre l’episodio con Rourke per me è il migliore.
“Quel bastardo giallo” secondo me è il migliore,una spanna sopra tutti!
Per me è Il duro addio il migliore.
Rourke è straordinario, non parliamo di Elijah Wood che in tutto il film non apre neanche bocca, ma sono gli sguardi a parlare.
Però non schieriamoci come nelle termopili per decidere quale episodio sia il migliore.
resta il fatto che il film è bellissimo e aspettiamo con ansia il sequel
Delle scene con il CGI parlo di quella, ad esempio in cui Mickey Rourke, piazza le trappole davanti alla casa di Kevin, lì si vede e anche bene, che la casa è finta.
Si,è vero,ma credo che la cosa sia voluta…
Concordo in toto con edoardo e alberto.
Alberto: io di rodriguez sarei intenzionato a visionare dal tramonto all’alba. se lo hai visto come t’è sembrato?
Direi che “rodrigueziano” è l’unico modo in cui lo si può definire.
Questo mi aiuta poco perché rodriguez cambia spesso marcia e genere ma mai lo stile.
Appunto. In questo caso, per metà film fa una cosa e per l’altra metà fa il suo opposto, ma sempre col suo stile cialtrone.
Ma comunque non è da buttare?
Se ti piace Rodriguez no.
Scusa, ho scritto una stupidaggine, ero sovrappensiero. Se ti piace Rodriguez sì che il film fa per te.
Bhè, Rodriguez non mi fa impazzire ma amo l’horror quindi…
Hai dimenticato nella lista degli attori anche Rutger Hauer
Lo spazio è quello che è… Per mettere Hauer dovrei togliere qualcun altro.
Rivisto.
Sfiora l’eccellenza in alcuni punti ed è assolutamente sconclusionato in altri.
Attori altalenanti (tranne Mickey Rourke perfetto per questi ruoli e Willis che recita come avrebbe fatto Bogart 70 anni fa), trama a volte grottesca fino all’inverosimile ma malgrado i difetti (tanti) rivederlo è sempre un immenso piacere per me.
Secondo me è il film più bello di Rodriguez, magari proprio perché è quello meno “suo”. Senza i virtuosismi di macchina spesso gratuiti che lo contraddistinguono e le esagerazioni trash-demenzial-pulp di molti suoi lavori, è venuto fuori un film più che dignitoso, che a mio personale parere sarebbe stato ancora meglio decurtando un po’ l’episodio con le prostitute che ho trovato un po’ prolisso e con minore verve, alla faccia di Tarantino.
Un merito del regista è stato di utilizzare i nuovi “effetti” visivi in modo sapiente ed a sostegno di qualcosa, il che non è poco: come da recensione, “visivamente parlando” il film è di un raro fascino ed i palesi rimandi al “noir” (in verità presenti un po’ in tutta l’opera di Miller) nobilitano il tutto.
Sicuramente a Rodriguez va dato almeno un 50% del merito di ciò, in quanto si è ben visto nell’orrido “the Spirit” come Miller abbia diretto una colossale ciofeca nonostante gli stessi stilemi utilizzati per “Sin City”.
Personalmente ritengo questo film molto interessante e sicuramente da “verde” pieno; credo anzi che un appassionato di cinema non dovrebbe astenersi dal guardarlo, in quanto rimane la prima e più significativa opera con peculiarità visive di tale sorta.
A mio personale avviso, mi ripeto, l’ultimo guizzo artistico di un regista che oramai non fa che scimmiottare se stesso: dopo Sin City difatti, “Grindhouse-Planet terror” e “Machete” sono in my opinion due tra i film più idioti che abbia visto negli ultimi dieci anni, a cui va aggiunta una delle peggiori sceneggiature recenti che io ricordi (sembra scritta da un mentecatto) ovvero quella relativa a “PredatorS”.
Visivamente molto bello, bella musica, bravi attori (chi più chi meno), film carino e visionandolo la prima volta fa un bell’effetto ma, almeno per me, già stancante alla seconda visione.
Inoltre concordo con l’ultimo paragrafetto di Plissken del commento precedente. Anche se “Machete” idiota è idiota però qualche scena goliardica la produce.
Concordo, qualche scena presa a sé stante risulta divertente e non si può negare che qualche trovata ad effetto sia riuscita bene. Anche il semi-tormentone “Machete non manda messaggi” (più o meno mi pare) conferma come in qualche frangente vi sia qualcosa di “cool”.
Però questa è una caratteristica ravvisabile un po’ in tutti i film di Rodriguez, ed a mio avviso ciò non basta per far sì che i suoi (ultimi) film, presi nella loro interezza, si possano definire riusciti.
Insomma mi sembra che Rodriguez faccia un po’ come certi registi nostrani che impostano talune commedie mediante il turpiloquio, un po’ di sesso e qualche scorreggia: magari farà anche ridere qualcuno ma la grana per i miei gusti è davvero troppo grossa, e non sono certo cresciuto a fianco di Lord Sinclair… 🙂