"Sin City - Una donna per cui uccidere" di Robert Rodriguez & Frank Miller
KeyFilms, 2 Ottobre 2014 – Scontato
Al Kadiès Bar di Sin City si incrociano le strade di sei personaggi assetati di vendetta: un perfido senatore cerca soddisfazione su un giovane giocatore d’azzardo; Nancy la spogliarellista chiede a Marv di vendicare la morte del suo uomo; Dwight ritrova Ava, la femme fatale per cui aveva perso la testa e il cuore…
Nove anni. L’attesa per tornare a Sin City è sembrata spasmodica perché , come una lama dritta al cuore, nel 2005 Rodriguez e Miller crearono un’opera unica, innovativa per fotografia, intrigante per coinvolgimento e sorprendente nello storytelling. Con Sin City 2 il fine è il medesimo: tre storie, i personaggi noti del primo episodio e una fotografia che riprende gli stilemi dell’originale aggiungendo il 3D in modo sapiente e dosato. I risultati sono però ben diversi.
Una donna per cui uccidere, la storia pilota che troviamo anche nel titolo, mostra chiaramente come la pochezza narrativa e la totale assenza di un “fine” portino la regia a indugiare sul “personale” di Eva Green, nuova femme fatale in grado di stregare anche la Legge (il detective fino a quel momento impeccabile sul lavoro come in famiglia), che potrebbe sì avere una missione didascalica (l’avidità come sorgente di ogni male) ma che viene ridotta a mero burattinaio di un gruppo in stile Mercenari, tenuti in piedi sola dalla loro fama holliwoodiana. Non a caso, alla fine i commenti e le critiche sul film hanno come oggetto quasi solo le sue grazie… Le altre 2 storie condividono la stessa linearità/inutilità, con il vantaggio almeno di essere meno prolisse.
Sulla performance del cast sarebbe il caso di sorvolare: Eva Green, la protagonista su cui fa perno la pellicola (30 minuti più breve della prima), ha dalla sua il fascino e la seduzione, con i risultati ben visibili nel film; Mickey Rourke è stereotipato fino al midollo, e vive attraverso i riflessi di un bicchiere in cui cerca un appiglio che lo porti fino alla fine del film; Bruce Willis è un riflesso del one man show dei tempi che furono, con il pragmatismo di chi sembra essere capitato lì per caso; Jessica Alba e Joseph Gordon-Levitt sono protagonisti delle due storie con perno/obiettivo il senatore Roark (Powers Boothe), che si potrebbero definire la bella, il “simpatico” e il cattivo.
Giunti ai titoli di coda, si resta perplessi su cosa si sia davvero visto, perché la novità e il fascino dello stile comic ha già dato due lustri fa, Rodriguez è da diverse pellicole in cronica mancanza di creatività, i dialoghi e le storie sono assurde per veridicità quanto insipide per finalità e, a suggellare il tutto, il finale lascia purtroppo presagire a un terzo appuntamento. Sicuramente un film da evitare, ma anche un invito a rispolverare il primo Sin City.
Titolo: Sin City – Una donna per cui uccidere (Sin City – A Dame to Kill For)
Regia: Robert Rodriguez, Frank Miller
Sceneggiatura: Frank Miller
Fotografia: Robert Rodriguez
Interpreti: Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Eva Green, Powers Boothe, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Stacy Keach, Jaime King, Christopher Lloyd, Jamie Chung, Jeremy Piven
Nazionalità: USA – Cipro, 2014
Durata: 1h. 42′
Visto al Cinema con un 3D totalmente inutile!
Il film mi ha lasciato perplesso anche perché in una decade potevano spremere meglio le meningi Miller & co, invece mi sono trovato davanti un film in contraddizione con la linea narrativa del precedente senza guizzi di novità.
Poi, come dice il recensore, alcuni personaggi sono proprio inutili come l’Hartigan di Bruce Willis o i camei di Lady Gaga e Christopher Lloyd.
Penso che sarà difficile che possa uscire un terzo capitolo visto che il film ha “floppato” al botteghino statunitense con appena 40 milioni di fronte ad un budget di 60 !
Ps Ma perché la povera Eva Green fa sempre lo stesso personaggio ? In The Dreamers ,Dark Shadows,300-RISE OF AN EMPIRE e Sin City 2 sembra che interpreti sempre lo stesso ruolo……
Antonio, anche nelle “Crociate” di Ridley Scott fa lo stesso ruolo. Forse l’unica volta in cui hanno provato a farle fare qualcosa di un po’ diverso è stato in “Casino Royale”, ma neanche poi tanto. Peraltro, devi aver guardato i risultati del botteghino sbagliati, perché il film ha incassato 38 milioni di dollari in tutto il mondo, non negli Stati Uniti. Gli incassi in patria sono più o meno 13 milioni.
Si Alberto ho sbagliato a scrivere mi sono confuso con gli incassi internazionali …..ora che Box Office Mojo e’ stato chiuso si fara’ ancora più confusione hihihihihi
Salve Antonio,
grazie per il commento… in effetti a quanto pare questa volta il passaparola sulla “bonta'” del film e’ di gran lunga superiore alla campagna pubblicitaria con cui cercano di “venderlo”.
Per dare retta a questa e mille altre recensioni stavo per rinunciare ad andarlo a vedere, ma avrei fatto un errore: buon sequel, non bello come il primo ma comunque validissimo. Dio benedica Eva Green!
Salve Eddie, francamente non capisco il “per dare retta”… la recensione, come purtroppo le altre che confermi dello stesso motif, rispecchia il film, poi naturalmente che possa o meno piacere, ed e’ sacrosanto che sia cosi’, e’ nella sfera del personale ma e’ chiaro che vedendo in questa ottica ogni recensione, sarebbero, da non scrivere.
Fabrizio, guarda, per me il problema è che il film non merita le stroncature che ha ricevuto, ed ho avuto il piacere di scoprire che non sono l’unico a pensarla così. Sono andato a vederlo con un amico, entrambi pronti ad una quasi sicura delusione dopo averne sentito parlare così male, e già arrivati alla fine del primo tempo ci siamo detti “okay, quindi cosa avrebbe di brutto?”.
Che sia inferiore al prototipo è innegabile, ma qui si parla di pochezza di contenuti e mancanza di un “fine”, cose che personalmente io non ho notato: le storie sono belle e ben scritte, non le ho trovate affatto dozzinali. E’ vero che di base hanno gli stereotipi più ricorrenti nel genere noir (lo spaccone che sfida l’uomo sbagliato a poker, la femme fatale, la vendetta), ma non annoiano mai e possono contare sulle ottime interpretazioni degli attori (Gordon-Levitt è cresciuto moltissimo come attore, tra l’altro).
“…i dialoghi e le storie sono assurde per veridicità quanto insipide per finalità”
Perché, le storie del primo non erano assurde ed inverosimili? Non sarà fatto apposta?
D’altronde, anche le storie del primo non è che fossero granché brillanti o originali, la forza la facevano i personaggi, gli attori che li interpretavano, le scene memorabili e l’aspetto visivo. In questo caso è lo stesso: okay, sicuramente in misura minore, ma definirlo un film “da evitare” è fargli una cattiva pubblicità che davvero non merita. Questa come altre recensioni negative mi danno l’impressione di doverne parlare male per forza.
Il “per dare retta” si riferisce proprio a questo: la critica dovrebbe servire a dare dritte allo spettatore su ciò che è più o meno meritevole di una visione. Io tendo a leggere le recensioni dopo aver visto il film, per non farmi influenzare e farmi un’opinione mia al 100 %, ma la voce che questo film fosse una schifezza è arrivato presto anche da me, e alla fine ho letto un po’ di recensioni per farmi un’idea, arrivando in sala quasi controvoglia. Certo, sicuramente non è il primo né sarà l’ultimo film che viene demolito così ingiustamente, ma in questo caso mi è parso strano, considerando la moltitudine di cinefumetti molto peggio di questo ma con recensioni ben più clementi…
Ciao Eddie,
grazie per il commento, articolato e strutturato. Nella recensione le critiche sono mosse proprio in virtu della sua iterazione, neanche un more of the same, ma esattamente un aggiornamento al calendario corrente. Chiunque non abbia visto il primo film ne sarebbe catturato ma andando a cercare nel film quello che non sia gia’ stato detto nel primo si resterebbe smarriti.
Stroncare un film non e’ certamente piacevole, ma anche spendere soldi al cinema o dedicare due ore ad un film quando in sala vi sarebbero alternative piu’ meritevoli.
Visionato in serata volta al diletto, mi sento di appoggiare l’opinione del Degni in quanto Miller & Rodriguez hanno messo in cantiere una sagra della banalità bella e buona.
Il “solito” commento fuori campo stavolta m’è parso di natura fin troppo invasiva, soprattutto in alcune parti risultanti assai prolisse, mentre talune scene di combattimento inerenti in primis la giapponesina appaiono risibili perfino in un contesto “fumettistico” come questo… il “tornado” stacca teste all’apice su tutto.
La sceneggiatura porta i segni negativi del Miller odierno, che a mio parere ha perso la retta via da un bel pezzo e non riesce a rendersi conto che non è sufficiente rivestire con una patina chandleriana una marea di cliché e/o st*onzate per giungere ad un buon livello qualitativo. Concordo con il Degni anche sul povero Willis, spaesato come non mai, mentre in verità non ho trovato malaccio gli altri considerata la mediocrità della sceneggiatura, piuttosto dozzinale e pacchiana.
Di positivo sicuramente la fotografia, clonata appunto dal primo, e la Green che nonostante la faccia un po’ così… ma che dico, chi gliela guarda la faccia…
Per chi non lo conoscesse, riscoprite “The Faculty”, fanta film di Rodriguez del 1998.
Divertente, ben girato e farà la gioia dei fan dei vecchi film di fantascienza date le innumerevoli citazioni.
Nel cast tutta la gioventù degli attori che oggi ben conosciamo.
Trucchi della ditta KNB.
Meno interessante ed intrigante del prototipo (che aveva dalla sua freschezza, novità, storytelling meglio scritte e più belle) però non da bocciare assolutamente.
1 ora e quaranta di buon thriller-noir. Comunque si fa dimenticare quasi subito.