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Soundtrack: Godzilla II di Bear McCreary

27 luglio 2020 Soundtrack 0 Commenti
Godzilla II - King of the Monsters

Francesco Carbonaro, in collaborazione con Colonne Sonore* * * *

Per il nuovo capitolo del “Monsters Universe” creato dalla Warner Bros, il compositore statunitense Bear McCreary ha realizzato una partitura rude, all’apparenza persino rozza, ma solo a tratti fracassona. Perfettamente adatta al giocattolone per la quale è stata scritta…


Nella grande tradizione dei Monster Movies, la musica destinata a incorniciare le immagini è sempre stata caratterizzata da una certa muscolarità che solo raramente ha lasciato spazio a richiami lirici. Certamente un’eccezione costituisce la partitura scritta da James Newton Howard per il King Kong di Peter Jackson, nella quale il compositore aveva saputo infondere un sentimentalismo che, nei film di questo tipo, è difficile ritrovare. Analizzando le musiche del Monsters’ Universe creato dalla Warner Bros, l’impronta che è stata data è quella di una tipologia musicale basata molto sulle movimentate e muscolari musicalità che un lungometraggio del genere richiede. Basti pensare al Godzilla di Alexandre Desplat che, contrariamente al suo modo di scrivere musica, ha steso uno score dall’animo molto forte e decisamente vivace. Sulla stessa strada Henry Jackman si è avviato con Kong – Skull Island. Inutile farsi illusioni, ma l’obiettivo di questi film è quello di intrattenere, sono dei grandi giocattoloni dai quali non si può richiedere di più.

La Warner fino ad ora è riuscita a raggiungere il suo intento e, ascoltando la partitura di Godzilla II, risulta chiaro che anche Bear McCreary ha voluto non essere da meno dei suoi predecessori. Il compositore statunitense ha chiaramente preso spunto da tutti i film fracassoni per redigere la colonna sonora di questo ultimo capitolo. Tuttavia, nel suo modo di concepire l’intera trama musicale, McCreary ha saputo infondere un gusto e uno stile tutto personale. Fin dal primo brano (“Godzilla”), che vede la performance di Serj Tankian, viene esposto il possente tema principale. Nella seconda traccia “Godzilla Main Title” cori giapponesi tributano omaggio al paese in cui è nata la creatura e a questi si uniscono i fiati che espongono il tema in tutta la sua rudezza. Si, perché stiamo parlando di una musica rude, “tagliata con l’accetta”, sulla quale si innestano elementi etnici come le percussioni orientali in “The larva”, che fanno spazio a un crescendo di archi che sembra svanire nel nulla, per lasciare il posto a movimenti di fiati e ottoni rudi e cupi.

Ruvidità, dunque, è la cifra stilistica della OST, solo a tratti fracassona. Dobbiamo infatti sottolineare come il compositore sia stato bravo a saper intrecciare tutte le pagine dello score senza mai confondersi o creare un impasto informe. Pensiamo a “Outpost 32” dove il coro costituisce il perno attorno al quale ruota quell’atmosfera di crescente tensione di cui McCreary è un mago nelle sue composizioni per pellicole fantasy/horror/action. In “Rise of Ghidorah”, poi, troviamo un tripudio di archi e percussioni che rimangono ben distinti, difatti l’architettura musicale rimane sempre compatta e non si sfalda nel carattere puramente roboante e caciarone.

La peculiarità della musica di Godzilla II sembra dunque essere quella di una confusione ordinata, dove tanti elementi sono presenti ma ognuno di loro mantiene una propria identità. In “The queen of the monsters” abbiamo testimonianza di quanto detto e tutto il tessuto musicale sembra esplodere ma ricomporsi nelle voci femminili che ne caratterizzano l’essenza.
Echi orientali e momenti di stasi si addensano in “The hollow earth” che trovano l’apice nella sacralità del brano “Goodbye old friend” il quale, indubbiamente, costituisce uno dei pezzi dal più rilevante impatto emotivo. Questo momento di stasi viene interrotto da “Rebirth” che ripresenta il tema seguito dai soliti cori giapponesi e con il quale si torna alla ruvidità dei toni della prima parte della colonna sonora. Dal grande impatto orchestrale è “Battle in Boston”, dove si conferma quanto detto sulla perizia del compositore di saper gestire le varie componenti orchestrali creando un tessuto musicale brusco e ruvido ma mai dissonante o confuso. La parte conclusiva della partitura è chiaramente l’apice di un percorso che ha visto McCreary ripercorrere le orme dei suoi predecessori, usando tuttavia un’orchestrazione di notevole efficacia, mai disordinata ma sempre conforme e uniforme all’idea di base; suggello di tutto ciò è proprio il pezzo “King of the monsters”.

Bear McCreay in Godzilla II ha saputo infondere varie componenti (da quella etnica a quella più “muscolare”) e la possibilità di creare un impasto poco amalgamato era molto alta, eppure l’esito è assai convincente e riesce perfettamente nell’intento di intrattenere piacevolmente l’ascoltatore e soprattutto di saper incorniciare le sequenze per le quali è stata pensata.


La copertina del CDTitolo: Godzilla II (Godzilla – King Of The Monsters)

Compositore: Bear McCreary

Etichetta: Watertower Music, 2019

Numero dei brani: 13

Durata: 97′ 21”


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