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Soundtrack: "Nebraska" di Mark Orton

28 luglio 2014 Soundtrack 2 Commenti
Nebraska

Massimo Privitera, in collaborazione con Colonne Sonore* * * ½

Per il road-movie di Alexander Payne, il fondatore del Tin Hat Trio Mark Orton sciorina tutta la sua bravura come violinista, armonicista e chitarrista, e si circonda da ottimi musicisti per delineare un paesaggio sono distensivo, fasciante, delicato e ricco di sfumature timbriche e armoniche…


“Their Pie” con la sua chitarra acustica ondivaga, il violino gracchiante e ruvido presentano leggiadramente il Leitmotiv principale, di matrice folk, di questo bellissimo Nebraska (6 nomination all’Oscar), film on the road di Alexander Payne con uno straordinario Bruce Dern (candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista). Le musiche sono opera di Mark Orton, fondatore e membro del gruppo Tin Hat (ex Trio), che in solitaria o con la citata band ha composto le colonne sonore di diverse pellicole, tra cui quelle del compianto regista Carlo Mazzacurati La giusta distanza e La sedia della felicità.

Orton, sempre coadiuvato dai Tin Hat in alcuni pezzi, in questo score sciorina tutta la sua bravura come violinista, armonicista e chitarrista, contornato da ottimi musicisti alla tromba, clarinetto, armonica, pianoforte, violino, organo e fisarmonica, delineando un paesaggio sonoro distensivo, fasciante, delicato e ricco di quelle sfumature timbriche e armoniche che fanno trasparire, senza eccedere in melodismi abusati e scontati, tutti i caratteri dei personaggi di questa storia drammatica, con venature da commedia patetica.
La parte in cui il tema primario ritorna a farsi sentire nella sua più marcata vena comica, a dir poco grottesca, viene sviluppata dai Tin Hat nel secondo brano dell’album, “New West”, dal sapore tex-mex, con quella tromba virtuosa che gigioneggia allegra su accordi di chitarra perpetui e fisarmonica in controcanto. La storia del padre (Bruce Dern) che crede di aver vinto tanti soldi e parte imperterrito dalla sua città nel Montana per ritirarli in Nebraska, accompagnato forzatamente da un figlio scettico, che a poco a poco si riapproprierà del rapporto distaccato con il padre in una mirandola di situazioni tra il serio e il faceto, vede nelle musiche di Orton un giusto e fondamentale canto emozionale e paesaggistico in un bianco e nero accecante e consolatorio (forse). La nenia soave di “Herbert’s Story” mostra il lato bambinesco di un padre capriccioso, nel cui pezzo il Leitmotiv svela il suo lato tenero, invece tutto il folk sound esplode in “Gossip/Brownie’s Pie”, mentre in “To the Levee” una tromba mesta, accompagnata da un violino pizzicato e uno che espone il tema solitario, affranto, disgregato, sottolinea quanto sia assurdo e inutile (potrebbe darsi?) questo girovagare dei protagonisti del film.

“Magna carta”, nella versione di Bernie Bowen, è una ballata melanconica (che si ravviva nella variazione finale del CD), di una dolcezza infinita, pura musica degli Stati del Sud americani, idem “Bill” dei Tin Hat Trio per fisarmonica, chitarra acustica e violino. “Diminished Capacity”, eseguito da Rob Burger, è un nuovo tema (molto bello e intenso) dalle venature drammatico-atmosferiche, per piano, armonica, fisarmonica, violini e lievi percussioni, molto vicino a certe melodie sospese e avvolgenti di Thomas Newman. “The Old Compressor/Escape” mostra un Leitmotiv nuovo, per chitarra, violini pizzicati e non, armonica, fisarmonica, molto malandrino e divertito. “The Ambush” è una traccia guardinga giocata sugli strumenti suonati percussivamente, sostenuti da violini e armonica a esporre un tema misterioso, con quel pizzico di ironia sfacciata che non guasta.
“Seaone” e “Guitar Twenty Eight” sono due bonus track non presenti nel film: la prima è un pezzo lieve, quasi timido, per chitarra e tromba, molto malinconico, la seconda è un’infiammata ballata country-folk per chitarra e scacciapensieri. “Night of the Skeptic”, suonato dal Tin Hat Trio, è un tango tra il brioso e il desolato, molto affascinante. “Immigration” pesta pesantemente sulle corde della chitarra e sulle note basse del violino per descrivere una desolazione non solo ambientale ma soprattutto mentale. “The Old House” è una progressione pianistica lenta e sconsolata del tema principale. Chiude il CD il pezzo iniziale “Their Pie”, nella versione Hawthorne, più indolente e meditativa.


La copertina del CD di NebraskaTitolo: Nebraska (Id.)

Compositore: Mark Orton

Etichetta: Milan, 2013

Numero dei brani: 17

Durata: 44′ 30”


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. M.A.G.D ha detto:

    Alberto vorrei sapere se recensirete questo bellissimo film?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Quando passerà in tv senz’altro.

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