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Soundtrack: Smetto quando voglio - Masterclass di Michele Braga

6 febbraio 2017 Soundtrack 0 Commenti
Smetto quando voglio - Masterclass

Massimo Privitera, in collaborazione con Colonne Sonore* * * *

Sostituendo il compositore del primo film, Michele Braga compone una colonna sonora che si rifà alla grande tradizione della musica per film poliziotteschi firmata da Stelvio Cipriani e Franco Micalizzi, avendo anche un occhio di riguardo per il lavoro di David Holmes per la saga di Danny Ocean…


Masterclass, il sequel di Smetto quando voglio dello stesso eccellente regista Sydney Sibilia, con medesimo cast (il sempre più bravo e simpatico Edoardo Leo, capofila della banda di ricercatori e fabbricatori di droghe non ancora illegali) e nuovi comprimari e girato contemporaneamente al terzo film (Ad honorem), possiede una colonna sonora da sballo (come dicono i gggiovani e i narcotrafficanti…). Michele Braga, compositore reduce dai molti successi ottenuti dal suo score, scritto insieme al regista Gabriele Mainetti, per Lo chiamavano Jeeg Robot, prende il posto dell’autore delle musiche del primo film, il compositore Andrea Farri.

Braga (Come tu mi vuoi, Tutto l’amore del mondo, Good as You, Più buio di mezzanotte) scrive una OST che si rifà alla grande tradizione della musica per film polizieschi all’italiana firmata da Stelvio Cipriani e Franco Micalizzi, con un occhio di riguardo agli score di David Holmes per i vari Ocean, cui Smetto quando voglio fa palese riferimento. La partitura di Braga si basa sull’ausilio di musicisti virtuosi che è doveroso menzionare uno a uno, attraverso elementi sonori dati da batteria (Marco Rovinelli), basso (Maurizio Mariani e Fabrizio Guarino), chitarre (sempre Guarino), programmazioni, pianoforte, rhodes, sintetizzatori (Braga), tromba (Sergio Vitale), trombone anche basso (Palmiro Del Brocco), sax contralto (Mauro Verrone), sax tenore (Alessandro Tomei), sax baritono (Giuseppe Russo), il protagonistico flauto basso e traverso (Marco Orfei) con arrangiamento fiati di Vincenzo De Filippo. Uno score di impatto notevole con un sound anni 70 molto viscerale che si mischia a quello nuovo odierno ma senza esagerare: il tema portante che si ascolta nell’iniziale “Le migliori menti in circolazione” – che lontanamente ricorda anche il motivo di Pivio & Aldo De Scalzi per L’ispettore Coliandro, a sua volta citante nelle musiche proprio tante colonne sonore settantine poliziesche anche made in USA – è pura adrenalina sonora per fiati, batteria, basso, ottoni e synth; di quei temi che ti entrano subito sotto pelle e che canticchi immediatamente. Leitmotiv che ritorna variato più e più volte per dare manforte alla banda scalcagnata ma intelligentissima di Pietro (Leo).
Il pezzo “Una seconda possibilità”, debitore degli score di Holmes per la succitata trilogia con Clooney e Pitt, gioca su ritmi concitati in cui spicca il flauto traverso che in tempi dispari fa delle evoluzioni incredibili. “Pao Mo” ripresenta il tema principale per schiocco di dita, flauto traverso, chitarra elettrica, basso, batteria e percussioni che tra tempi sospesi e riprese furibonde si producono in sviluppi da capogiro (un plauso al flautista Orfei e agli arrangiamenti di Braga). “La clinica” mostra un nuovo temino con simil-organo hammond sintetizzato, tra il sospettoso e il beffardo, tra Mancini e Cipriani, che corre veloce, facendo vibrare tutti i virtuosismi dei musicisti presi in causa. “L’ultima sostanza” è rock psichedelico indiavolato. “Cromatografo” parte tensivo e palpitante di suoni sintetici per dare un versante di scoring moderno al film rispetto a quello fin d’ora ascoltato. “C’è un latinista nel container” ingrana piano con il flauto protagonista, come accade spesso in questa abbagliante OST, che si insinua come un serpente strisciante e velenoso che avanza tra batteria, chitarra elettrica, fiati in un crescendo ritmico compulsivo e accattivante che a un tratto si interrompe con schiocco di dita, poi riprendendo sempre più intensamente con cadenze da film music poliziottesca d’eccezione. La traccia più lunga del CD e dello scoring, gli 8 minuti di “Sul tetto del regionale alle 6 di mattina”, sono autentica adrenalina in musica con il flauto traverso gracchiante, sintetismi assordanti, percussioni scatenate, iniziali voci rauche grintose e un crescendo vorticoso e pulsante di tutti gli strumenti come il treno in corsa sul quale si svolge la sequenza d’azione esplosiva del film. “Tecnopold”, pezzo atmosferico alla Thomas Newman, chiude la partitura di Braga, che si dimostra compositore eclettico e appropriato a ogni genere di film che commenta.

Il resto della soundtrack è composta da canzoni originali e non, di enorme presa e di artisti di livello internazionale, tra tecno music, hard rock, pop e classica strausata, con nomi del calibro di The Niro (composta da Braga su testo di Combusti), Jarvis, The Interruptus, Mozart, Apollo 440, Kasabian, Scarda, Giuda, Nibiru Prj22 e Rilo Kiley per concludere degnamente una colonna sonora da ascoltare e risentire più volte.


La copertina del CDTitolo: Smetto quando voglio – Masterclass

Compositore: Michele Braga, Aa.Vv.

Etichetta: BMG, 2017

Numero dei brani: 19 (9 di commento + 10 canzoni)

Durata: 61′


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