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Source Code di Duncan Jones

28 aprile 2011 Recensioni 15 Commenti
Source Code

01 Distribution, 29 Aprile 2011 – Intrigante

Un uomo si sveglia di colpo a bordo di un treno. L’attraente ragazza seduta davanti a lui gli sta parlando come se si conoscessero, ma lui non l’ha mai vista prima e il suo nome non è quello con cui la ragazza lo chiama. Otto minuti dopo, una bomba esplode e tutti i passeggeri muoiono…


Michelle Monaghan e Jake GyllenhaalNon si può dire che Source Code non appartenga allo stesso regista di Moon, per quanto la sceneggiatura sia stata scritta da un altro. Anche qui, infatti, Bowie Jr gioca con la percezione della realtà, con un protagonista in “crisi di identità”, realizzando un thriller fantascientifico troppo cerebrale ma interessante e avvincente, ben girato e ottimamente costruito. Cosa piuttosto sorprendente, quest’ultima, se consideriamo che le uniche due esperienze di scrittura cinematografica di Ben Ripley erano Species III e Species IV.

Vera farmiga e Jeffrey WrightPrendendo spunto forse da Déjà Vu e sicuramente da Quantum Leap, Ripley congegna una storia a incastro, che torna più volte sui suoi passi per chiudere man mano i buchi che si era volutamente creata. Jones è bravo a non rendere stucchevole il ripetersi della situazione e i due costruiscono un inizio particolarmente intrigante, capace di mettere il pubblico nella stessa situazione del protagonista ma che funziona solo se lo spettatore non conosce la trama del film. Purtroppo la pellicola arriva a un finale piuttosto banale, che contraddice l’aspetto fantascientifico fin lì raccontato ma non rovina un film decisamente meritevole, un film che non sarà il nuovo Blade Runner ma che piacerà a chi cerca qualcosa di più del solito thriller d’azione.


La locandinaTitolo: Source Code (Id.)
Regia: Duncan Jones
Sceneggiatura: Ben Ripley
Fotografia: Don Burgess
Interpreti: Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Michael Arden, Cas Anvar, Russell Peters, Brent Skagford, Craig Thomas, Gordon Masten, Susan Bain, Paula Jean Hixson, Lincoln Ward, Kyle Gatehouse, Albert Kwan
Nazionalità: USA – Francia, 2011
Durata: 1h. 33′


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Attualmente ci sono 15 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Porca pu…..na, stavo faticosamente scrivendo un racconto maledettamente simile!!!
    Vabbe’…. amen! Tanto non sapevo dove andare a parare.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Fai come Stephen King negli ultimi anni: ogni due per tre scrivi una frase del film “se fosse un film…”, “se si fosse trovato in romanzo…” e ti pari il culo. Poi se finisci il tutto con la rivelazione che i protagonisti sono tutti alieni e il loro pianeta viene invaso dagli umani ci fai un figurone.

  3. Alessandro ha detto:

    oppure potresti far capire al protagonista che si trova nel purgatorio, in attesta di “andare avanti”.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Questo l’ha già fatto un importante regista italiano in quello che secondo me è il suo film migliore, ma non diciamo chi e quando che altrimenti roviniamo la visione a chi non l’ha visto.

  5. Guido ha detto:

    Ciao Alberto, condivido completamente il primo paragrafo della recensione.
    E’ verissimo che il film sembra scritto da Jones, e ha delle similitudini con “Moon”.

    Non sono però d’accordo su una cosa del secondo (paragrafo).
    Il finale, più che banale, l’ho trovato un po’ ingarbugliato, però devo ammettere che, nonostante scivoli nel mélo, è di effetto e Jones tocca le corde giuste senza eccedere, consegnandoci un ottimo film complessivamente. La scena del riflesso nella scultura l’ho trovata addirittura toccante. Inoltre la durata estremamente limitata del film (così come in “Moon”) è sicuramente un grande punto a favore della pellicola.

    Infine, un’ultima nota per Jake Gyllenhaal, che migliora costantemente di film in film.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    E’ vero che Gyllenhaal migliora costantemente, in “Brothers” era molto più bravo di Tobey Maguire nonostante i premi dicessero il contrario.

    Comunque qui il finale è banale perché alla fine non è altro che un “e vissero tutti felici e contenti”, completamente slegato da ciò che ci viene spiegato prima – e in contraddizione con tutto il resto – e quindi all’apparenza posticcio. Vero che anche quell’ultima scena è girata bene, però secondo me è proprio inutile anche dal punto di vista dell’efficacia: pensa un finale duro come quello prospettato fino a poco prima… Solo che sarebbe stato praticamente come quello di “Moon”.
    Tra l’altro non se se è giusto definirlo ingarbugliato, nel senso di difficile da decifrare, perché secondo me è chiarissimo e anche spiegato a chiare lettere dagli stessi personaggi, eppure proprio oggi ho letto alcune altre interpretazioni diverse che pur plausibili prese in sé secondo me non hanno ragione di esistere per ciò che vediamo e sentiamo nel film. Tu ti sei fatto un’idea diversa da quella più ovvia?

  7. Guido ha detto:

    Io intendevo ingarbugliato perché alcuni nodi non vengono sciolti: che fine ha fatto il vero Sean? / cosa ne fa con il “mezzo” Stevens rimasto la Goodwin? . Penso sia però una scelta di Duncan Jones e di Ripley.
    Inoltre è verissimo che il finale è consolatorio però Jones non ci arriva in maniera scontata. Non succede che Stevens salva tutti e finisce : c’è pur sempre un dramma (la sua morte) prima di tutto .

    Ancora d’accordissimo sulla recitazione sommessa e sotto le righe di Gyllenhaal in “Brothers”, molto meno enfatica di quella di Maguire. Straordinaria la sua prova anche in “Zodiac”, e purtroppo devo ancora vederlo in “I segreti di Brokeback Mountain”.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Eh, ma vedi che in realtà l’ingarbugliamento dipende tutto dall’interpretazione che dai? Tutta la scena finale dovrebbe in pratica essere la prova che è vero ciò che dice a un certo punto il protagonista, ossia che tramite il source code viene creata una realtà parallela, e non solo una simulazione degli ultimi 8 minuti, quindi se diamo per vera questa interpretazione – che è quella interna al film – lui salva davvero tutti i passeggeri, perché blocca il bombarolo e disattiva la bomba prima che esploda. Per farlo lui diventa Sean, ne riempie – diciamo – lo spazio, e quindi in questa realtà parallela Sean è l’unica vittima, l’unico che davvero scompare. O se vogliamo, è Stevens a morire, la sua identità – che è già morta in guerra – mentre la sua mente continuerà a vivere nel corpo di Sean, perché è con quel corpo che gli altri lo vedono (come dimostra il riflesso all’inizio). Intanto, nella realtà vera, la Goodwin spegne la macchina e lui muore, e con lui forse anche l’intero progetto Source Code, perché il professore dice di non avere la sicurezza che la macchina funzionerà anche con altri soggetti.
    Questa mi sembra l’interpretazione logica, quella manifestata a chiare lettere dagli autori nel corso del film. Tutte le altre, come ho detto prima, possono essere coerenti in se stesse, ma sono apocrife per definizione, per i personaggi dicono chiaramente come stanno le cose. A meno che io non mi sia perso per strada un dialogo…

  9. Guido ha detto:

    Mmmh… sì, mi sembra plausibile.
    Comunque Jones una conferma.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Decisamente. Ha dimostrato di avere delle buone idee e di saperle trattare molto bene dal punto di vista registico. Non è ancora un grande, ma un regista più che buono sì. L’importante è che adesso non si arrovelli a cercare di fare film sempre più cervellotici e intellettualoidi, ma non mi sembra il tipo.

  11. Andrea ha detto:

    Buon film e buona idea (seppur non nuovissima) di partenza.
    Il finale è un gradino sotto, sarebbe stato sufficiente terminarlo con il bacio tra i due protagonisti. .

  12. Jigsaw ha detto:

    A mio parere la scena madre è decisamente cacca merda piscia!! scusate ma è da troppo tempo che sognavo di farlo!

  13. Mirko ha detto:

    Assolutamente d’accordo con Andrea! Quando ho visto quella gran scena del bacio, dove tutti sono bloccati, avevo già parlato di finale eccezionale… e ho parlato troppo presto. Quei minuti finali fanno abbassare il film di parecchio. E’ stato un vero peccato sacrificare la logica della storia all’happy ending. Anche se rimane un gran bel film, per carità! Gli attori sono tutti molto bravi, e poi Michelle Monaghan… ah, è da Kiss Kiss Bang Bang che me ne sono innamorato! ^^ dolcissima!

  14. Marco ha detto:

    Concordo con la recensione. Si il finale contraddice un pò quello che viene ottimamente spiegato nel film ma chissene è pur sempre un bel finale che dà (per come lo inteso io) una morale sul fatto che se vuoi qualcosa, combatti e la otterrai e che il destino a volte può riservare delle sorprese.
    Buona prova attoriale, bello script ottimamente trasposto da Jones che dimostra ancora che è un validissimo regista.
    Apprezzo il fatto che non sono presenti alla fine twist-ending ma durante tutto il film i nodi vengono al pettine mano mano che si avanza senza che alla fine tutto sballi facendoci fare la figura degli idioti 🙂
    “Moon” l’avevo trovato un film interessante ma mancato, questo mi è molto più congeniale.

  15. Marco ha detto:

    Rivisto e ricondivido il mio precedente commento e la recensione di Albe.

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