"INLAND EMPIRE" di David Lynch
Bim, 9 Febbraio 2007 – Porcheria
Il racconto di un mistero… Un mistero riguardante mondi che si trovano all’interno di altri mondi… Un mistero che si dipana attorno ad una donna e alla sua vita… Una donna che vive d’amore e di problemi…
Titolo: INLAND EMPIRE – L’impero della mente (INLAND EMPIRE)
Regia: David Lynch
Sceneggiatura: David Lynch
Fotografia: Odd-Geir Sæther
Interpreti: Laura Dern, Jeremy Irons, Harry Dean Stanton, Justin Theroux, Terryn Westbrook, Julia Ormond, Scott Coffey, Mikhaila Aaseng, Ian Abercrombie, Terry Crews, Cameron Daddo, Neil Dickson, Stanley Kamel, Michael Paré
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 2h. 56′
mi sorprende e delude che A.Cassani abbia stroncato I.E.
Di solito sono d’accordo con il suo modo di reputare un film,
questa volta mi ha proprio preso alla sprovvista..che peccato.
Mi chiedo il perchè.
Che dire? Mi fa piacere che di solito si sia d’accordo, ma io questo film l’ho odiato dall’inizio alla fine. Posso accettare la volontà di un regista di realizzare un film “ermetico”, ma non se il risultato è qualcosa di così sconclusionato. E non se viene girato con una tale mancanza di consapevolezza per il mezzo tecnico utilizzato. Cercare di lustrare il tutto con una patina da film d’autore, aiutata peraltro dall’aura “maledetta” che Lynch si porta dietro dagli esordi, secondo me finisce per acuire ancora di più l’inconsistenza del progetto.
perchè nessuna recensione? a me comunque è piaciuto, come mi può piacere un dipinto completamente astratto e, apparentemente, privo di senso… e ovviamente, come per un dipinto di tal genere, molti gridano al miracolo e al capolavoro (vedi recensioni su spietati.it), altrettanti lo detestano e lo considerano pura merda
Anche se non lo definirei mai, in modo sprezzante, “Porcheria”, ammetto che forse Lynch (uno dei miei preferiti in assoluto) forse qui ha un po’esagerato… più che un film è un viaggio nella mente (un po’ squilibrata) di Lynch
I miei amici degli Spietati non sono gli unici che hanno gridato al capolavoro. Ma anche la Merda d’artista di Piero Manzoni per qualcuno è un’opera d’arte. Per altri, invece, è solo quello che è: merda. E questo paragone penso sia la recensione più esplicativa che si possa fare di un film simile. Il David Lynch regista è lontano anni luce, il David Lynch ottimo regista è un’altra persona.
Bisogna ammettere però che, per quanto riguarda la” merda d’artista” del 1961 di Manzoni, già solo l fatto che venga riportata essa stessa E SOLO ESSA STESSA come recensione di un film di 3 ore del 2006, può essere interpretato come una vittoria incredibile. Già solo questo (oltre alle altre infinite citazioni che la vedono protagonista) eleva l’opera, nell’ambito dell’arte concettuale ovviamente, ad un livello che veramente pochissime altre opere possono vantare. Manzoni quando ha creato provocatoriamente “la merda d’artista”, ha stravinto.
ah, scusa! ho dimenticato di firmare il commento precedente
Eh, ma non c’è niente di cui esser contenti… E’ una grande sconfitta per il mondo dell’arte. Se il mondo dell’arte fosse una cosa seria Manzoni sarebbe stato irriso e ischerzato e bandito da tutte le scuole del Regno, invece siamo qui ancora adesso dopo cinquant’anni a parlarne. A prescindere da quali fossero realmente le sue intenzioni: se erano di fare ua provocazione allora bravo, se erano di realizzare davvero un’opera d’arte allora no. Manzoni, in ogni caso, ha fortemente precorso i tempi, perché una cosa simile oggi non se la filerebbe nessuno, invece nel 1961 molti l’han presa sul serio.
La nostra fortuna, almeno, è che tra cinquant’anni di Inland Empire non si ricorderà più nessuno. Anzi, secondo me non se lo ricorda più nessuno neanche adesso…
eeh ma l’arte concettuale fa storia a sè.. una specie di meta-arte nel senso che l’opera d’arte va al di là dell’opera stessa, nella sua essenza fisica, ma è costituita anche di ciò che le sta intorno, della reazione del pubblico nel vederla, dei ragionamenti che fa nel vederla, ecc ecc (a seconda dell’opera…ve ne sono di tutti i generi e tipi) diciamo che va propio al di là del concetto tradizionale di arte e non può essere classificata. Spesso è una “cagata pazzesca” a volte ha il suo perchè….(non dico che sia il caso della “merda d’artista”)
IE comunque sia nulla ha a che fare con l’arte concettuale, ma, a mio modesto avviso, ha molte più analogie con l’arte astratta… Non sono d’accordo che verrà dimenticato, in fondo David Lynch è un regista di culto, è probabile che di lui se ne parlerà per molti anni a venire, anche dopo la sua morte, forse… e quando si parlerà di lui sarà difficile non parlare di Inland Empire, il suo film più estremo (almeno ad oggi, anche se non vedo come potrà essere superato in futuro) che di certo desterà più di una curiosità e più di uno sguardo ammirato (proprio come accade oggi)… di sicuro, per me, continuerà a fare discutere
Be’, dovessero mai organizzare una rassegna dedicata a Lynch al MOMA Inland Empire ci sta benissimo, però non sono sicuro che la memoria storica del Lynch regista nel futuro non prossimo passerà per questo film. Mulholland Drive sicuramente, Velluto blu, Elephant Man… forse persino Dune… Inland Empire mi sa di no. Poi è chiaro che nei circoli di cultori del Lynch visionario andrà in loop una sera sì e una no, ma i fanatici non fanno testo per definizione.
Ad ogni modo l’accostamento di Inland Empire con l’arte astratta mi sembra esagerato (in realtà pure con quella concettuale, visti i risultati, ma mi pare più sensato). Quello che gli astrattisti hanno e che secondo me manca totalmente in questo film è la cognizione di ciò che si sta facendo, la consapevolezza del mezzo che si ha in mano. Il semplice fatto che Lynch abbia girato Inland Empire come aveva girato molte scene di Mulholland Drive nonostante quello fosse girato in pellicola e questo con delle telecamerine comprate al supermercato la dice lunga sul concetto dietro il film. E’ come se un pittore usasse un colore invece che un altro pensando di ottenere lo stesso effetto. E’ questa sciatteria (senza mezzi termini) la cosa che più mi ha infastidito, nel film, insieme alla mancanza di senso nel lavoro drammaturgico, che invece c’era (anche se ben nascosto e opinabilissimo) nei suoi film precedenti.
Che poi Lynch abbia voluto provare a fare un’opera astratta non sarebbe la prima volta, solo che questa l’ha nascosta sotto un velo concettuale che gli viene ben comodo visto il suo passato. E’ questo il punto: questo film mi dà l’impressione di non essere nato per essere un’opera concettuale, bensì un film visionario ma “normale” per gli standard di Lynch. Invece è uscito un pasticciaccio brutto.
E Mulholland Drive ti è piaciuto? Me lo consigli??
Se ti piacciono i film che non hanno necessariamente un senso, quello ti piacerà. Ha uno stile molto avvolgente e una prima metà abbastanza interessante.
Non ha un senso cioè non si capisce o non ha un filo logico?
Diciamo che ha due fili logici: uno per la prima parte del film e uno per la seconda. Un po’ come “Strade perdute”, però girato molto meglio.
Complimenti al Cassani per la recensione ,devo dire che il film non l’ho visto pero’ questa recensione e’ a dir perfetta ,anzi , una delle migliori recensioni fatte dal Cassani , intravedo un futuro artistico : )
Eh, sono cose che riescono una sola volta nella vita. Una scelta di parole così oculata non mi verrà mai più…
forse caso vuole che abbia scelto per commentare una delle opere piu geniali,importanti,inopportune,anappropirate,audaci,sincere,profetiche,cmq nel bene nel male forse l’opera d’arte che meglio esprime la cultiura dei nostri anni,e si parla di una cacata di 50 anni fa.
linch lo sa oramai.lui e un artista.e qualsiasi cosa fara’,sara’ un capolavoro.
il film e’ bello.semplicemente.
e di piu se fosse stato girato da un altro regista saresti qui a gridare al genio artistico di un nuova star del cinema “impegnato”.
quoto anonimo.manzoni ha stravinto,linch anche.tu hai perso.
e per piacere…se nn capisci di arte nn ne parlare.tra 50 anni si parlera ancora di merda di artista.di te nessuno parlera.e se uno stronzo vale piu di te…fai due conti.
scusa per l’attacco…ma cerca di attenerti solo a quello che puoi.
e tra strade perdute,mulholland drive e i.e. forse quello ce ha piu filo logico e proprio l’ultimo.ma i film li vedi prima di recensirli.la storia l’hai capita?il buco nel fazzoletto cosa rappresenta secondo te?uno che si e soffiato il naso troppo forte e ha rotto il fazzoletto?bhu…
Caso, hai espresso esattamente la mia opinione invertendo i fattori. Tu dici che se questo film fosse stato girato da un altro regista io sarei qui a gridare al capolavoro del cinema impegnato, invece ritengo che se questo film fosse stato girato da un altro regista i suoi estimatori non se lo sarebbero filato minimamente. Questo al di là del fatto che non capisco proprio come lo si possa definire “importante” e “profetico”… Cosa mai ha, di profetico? E quale mai sarebbe, la sua importanza?
“porcheria” se mai è questa recensione e il suo recensore.
bbah.
Ma non c’èra un’altra recensione su questo film tempo fa?
Sì, ma quando c’è stato un restyling del sito cinque anni fa alcune recensioni sono state tolte e altre riscritte. Questa è stata una di quelle che, poco democraticamente, ho deciso di sostituire con la mia personale visione.
Non ho ancora avuto modo di visionare la pellicola in questione ma ho visto per intera (perché facilmente reperibile su youtube) la serie “Rabbits” che so parzialmente presente in INLAND EMPIRE. E che dire se non che la sensazione di disagio provocata dalla sua totale assurdità è unica. Profondamente inquietante e consigliata se avete i nervi davvero saldi