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Killer Joe di William Friedkin

20 settembre 2011 Recensioni 9 Commenti
Killer Joe

Bolero Film, 11 Ottobre 2012 – Bastardo

Un piccolo spacciatore viene inguaiato da sua mamma, che gli fa sparire la droga. L’amato figlio ingaggia allora un killer per farla fuori, ma per questo piano sporco ci vuole gente con un’anima sporchissima. Ecco allora Killer Joe Cooper sadico, squilibrato e forse anche un po’ pedofilo…


Matthew McConaughey in Killer JoeUn giovane di 76 anni che ha segnato la storia del cinema è in concorso a Venezia 2011 come fosse un regista qualunque. Il programma del Festival prevede infatti Killer Joe, ultimo film di William – L’esorcista, Vivere e morire a Los Angeles, Il braccio violento della legge – Friedkin. Tanto sangue, tantissime risate e il solito mestiere. Ad aver finalmente cambiato genere è invece il ragazzotto diventato famoso per commediole con fidanzatine, bacini e appuntamenti in localini carini. Matthew McConaughey interpreta un ruolo da vero son of a bitch, un texano che non si fa prendere in giro da nessuno e che per farsi pagare alla fine di un lavoro è pronto a infliggere dolore senza troppi problemi. Quando slaccia dalla cintura il cellulare, le manette e il distintivo – ufficialmente è un poliziotto – significa che qualcuno vivrà a breve pessimi momenti.

Emile Hirsch, Gina Gershon, Thomas Haden Church e Juno Temple in Killer JoeLa ragazzina della famiglia che è costretta a stare accanto a Killer Joe è sicuramente l’unico personaggio ingenuo e fragile della vicenda. La matrigna e il fratello la consegnano a quest’ultimo come deposito – sì insomma merce in pagamento – in attesa del compenso finale. Dottie, questo il nome della piccolina di famiglia, forse prova affetto per l’unica persona in grado di portarla via dalla propria famiglia di disperati. Il ragazzone che si ritrova capofamiglia, un incredibile Thomas Haden Church evidentemente a proprio agio nei ruoli da imbecille (Sideways, Idiocracy), sarà l’unico a non accorgersi che Killer Joe non è certo l’unico “cattivo” da cui difendersi. Non è ignoranza, è proprio malvagità: la famiglia è corrotta fino al midollo.

Battute da antologia, personaggi divertenti (per quanto sono inquietanti) e una bella storia di violenza ai limiti del nichilismo. Ragazzi, ragazzacci, ragazzotti e ragazzine, tutti in una stanza a battersi. Generazioni a confronto, in lotta per scegliere il più bastardo. L’unico film veramente politico di Venezia 68. Altro che Terraferma.


La locandina statunitense di Killer JoeTitolo: Killer Joe
Regia: William Friedkin
Sceneggiatura: Tracy Letts
Fotografia: Caleb Deschanel
Interpreti: Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Gina Gershon, Juno Temple, Julia Adams, Gregory C. Bachaud, Edward J. Clare, Kylie Creppel, Lori Eden, Danny Epper, Jeff Galpin, Marc Macaulay, Scott A. Martin
Nazionalità: USA, 2011
Durata: 1h. 43′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    Mi fa piacere leggere una recensione positiva dell’ultima fatica di Friedkin, di cui oltre ai film citati in recensione ho sempre apprezzato moltissimo il remake di “Le Salàire de la Pèur”, ovvero “Sorcerer (il salario della paura)” un film forse non abbastanza apprezzato qui in Italia, in cui secondo me tiene testa al lavoro di un grande Maestro come Clouzot.

    Anche in questo “Killer Joe” quindi Friedkin gioca duro… bene, come al solito, non è uno che le manda a dire… 🙂

  2. Alberto Cassani ha detto:

    “Il salario della paura” è un gran film, secondo me persino migliore dell’originale.

  3. Plissken ha detto:

    Ehhhh in effetti… è che mi piace talmente tanto Clouzot che mi spiace ammettere che qualcuno è riuscito a far meglio di lui, ma nel profondo concordo con te.

    In verità c’è da dire che Friedkin (che omaggia il regista francese dedicandogli il film) ha avuto un budget eccezionale per l’epoca, cosa non accaduta al povero Henri-Georges che dovette addirittura ricreare l’ambiente in Costa Azzurra (se non sono leggende metropolitane). Comunque anche “Le Salàire de la Pèur” secondo me andrebbe visto obbligatoriamente, magari con distanza in linea temporale da quello di Friedkin per attutire un po’ un confronto che lo vede necessariamente penalizzato (quasi trent’anni di differenza…).

    Comunque “Sorcerer” assieme a “La Cosa” e “Scarface” è forse il più bel “remake” di tutti i tempi, anche se la definizione (tra virgolette appunto) è in questi casi riduttiva e assume quasi valenza impropria (credo).

    Forse il film paga ancora l’insuccesso commerciale dell’epoca (si narra dovuto a Star Wars) o forse sbaglio? Dico ciò perché molte persone che conosco non ne hanno mai sentito parlare. Io non lo vidi al cinema, ma (ricordo bene) in tarda serata su Raitre, mooolti anni fa; lo ricordo perché ne rimasi folgorato. 🙂

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Anche a me piace molto Clouzot, ma “Vite vendute” è tutt’altro che il suo miglior film. La tensione che aveva saputo creare coi suoi gialli (“Il corvo” più ancora che “I diabolici” o “Legittima difesa”) quindi è quasi totalmente assente e pecca tra l’altro con un finale mal costruito (ma non so dire quanto prevedibile, per l’epoca). Tra l’altro, a voler essere (giustamente) pignoli, non è girato in Costa Azzurra ma nel Golfo del Rodano (tra Marsiglia e Montpellier, quindi a ovest della Costa Azzurra). Poi non so quanto il budget fosse realmente limitato considerato il cast internazionale e i soldi che arrivavano da Parigi e da Roma.
    Friedkin fa un film più “maschio” rispetto a quello di Clouzot e riesce a renderlo più oppressivo e deprimente, nonostante il finale un po’ più consolatorio. E’ verissimo che è un film assolutamente dimenticato e forse ignorato già all’epoca, ma dar la colpa di questo a “Guerre Stellari” mi sembra esagerato considerato il genere totalmente diverso e il fatto che negli Stati Uniti il film di Lucas è uscito un mese prima…
    Tra l’altro, curiosità, anche Magnus fece un remake del film di Clouzot in un albo della sua serie “Lo sconosciuto”.

  5. Plissken ha detto:

    Si, concordo sul fatto che “Vite vendute” non sia all’altezza di “Le Corbeau” o “legittima difesa”, anche se forse è un po’ esagerato dire che la tensione è quasi totalmente assente, nel senso che parecchie scene, pur se in chiave odierna oggettivamente “invecchiate”, trasmettono inquietudine. I difetti che ravviso nel film, oltre al finale che anche io considero non all’altezza, il “prologo” un po’ troppo lungo. Ciò nonostante, è una pellicola di cui ho un bellissimo ricordo. Non sapevo fosse stato girato dove dici, grazie per l’informazione.

    Riguardo lo scarso successo, più che dar la colpa in senso stretto a Star wars intendevo che a quel che sentii esso ebbe un battage pubblicitario di talmente ampio rilievo da far passare in secondo piano il film di Friedkin, (a quel che sapevo uscito appena prima) e proiettato negli USA al “Mann’s Chinese Theater”, il 24 giugno ’77. Ad un iniziale successo del film subentrò via via un minore interesse degli esercenti delle sale che gli preferirono il film di Lucas, lanciatissimo. Se non erro “Sorcerer” recuperò nemmeno 11 milioni di dollari a fronte dei 21 spesi.
    Ovviamente potrei benissimo rifarmi a fonti inesatte, anzi a quanto sembra è così.

    Dissento sul fatto che il finale del film di Friedkin sia più “consolatorio”: se ben ricordi, mentre l’unico sopravvissuto balla con “la” donna in una scena tra l’altro molto intensa, arriva sull’isola un manipolo di killers per eliminarlo. Comunque sia, Friedkin secondo me ha fatto un lavoro eccelso.

    Se penso a cosa hanno combinato altri con riferimento al remake “Diabolique” mi si rizzano i capelli, un’occasione perduta.

    Riguardo l’opera del regista francese, ho rammarico di non essere mai riuscito a trovare né in VHS né DVD e nemmeno tramite le solite “fonti alternative” “La verité” di cui vidi un solo spezzone (in italiano intendo) molti anni fa: la Bardot non mi parve male, il che non è poco, e quindi mi è rimasta una grande curiosità, considerando appunto la mia stima per Clouzot.

    Non ho avuto la fortuna di leggere il Magnus di cui parli, non ne sapevo nulla. Grazie anche in questo caso per l’informazione 🙂

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Effettivamente questa cosa del finale del film non me la ricordavo assolutamente…

  7. Plissken ha detto:

    Visto. Come spesso accade Friedkin si rivela un regista di natura sopraffina ed il film sicuramente merita secondo me la recensione positiva e soprattutto la visione di chi ha passione di Cinema.
    Debbo dire però che mi è parso meno “personale” del solito, nel senso che, al di là dell’indubbia perizia, sia lo script che la regia mi sembrano un po’ distanti dal “solito” Friedkin, “solito” per modo di dire visto che è uno tra i registi più poliedrici che ricordi. Il fatto è che a tratti il film mi è sembrato diretto dai fratelli Cohen o da Tarantino ed ammesso sia veramente così (potrebbe essere un’impressione personale) mi chiedo se ciò sia stato voluto.

    Riguardo il contenuto, la critica rivolta non semplicemente alla “società” ma ai singoli individui che la compongono risulta per molti versi feroce e la schiettezza con la quale vengono poste in evidenza le miserie connesse al materialismo è mitigata solo in parte dall’aspetto a tratti grottesco o perlomeno legato alla commedia: a tratti sembra che il regista e lo sceneggiatore acuiscano volutamente un certo aspetto “sadico”, aspetto con cui dovrà fare i conti anche lo spettatore alla fine e non dico altro. Perfino il personaggio che dovrebbe rappresentare l’innocenza o la purezza assume (anche mediante qualche stratagemma) valenza ambigua mentre tutto ciò che la circonda viene descritto senza remore come sterco, compresa la concezione di moderno “nucleo familiare”.

    Ben riuscita la caratterizzazione dei personaggi, con attori in palla ed all’altezza delle (mie) aspettative. Nel complesso un bel film, forse un po’ sopravvalutato (alcune cose hanno sapore di deja-vu) ma tra i migliori che ho visto ultimamente diretti da registi della “vecchia guardia”, ultimamente più dediti a Cambronne che al Napo…

  8. Marco ha detto:

    Piaciuto. Concordo con la recensione e commento di Plissken.
    Ottima regia del grande Friedkin.
    McConaughey sopra tutti, grandioso ma anche il resto del comparto attoriale merita un plauso.

  9. Fabrizio ha detto:

    Il film è buono, ma a me resta la sensazione che se diretto da alcuni altri registi sarebbe venuto fuori di meglio.
    Killer Joe è un film che propone una storia malata di gente “malata”, ma non riesce a farlo fino in fondo, non osa davvero, c’è spesso un non so che di finto e di fintamente “esagerato” nella messinscena. Tra l’altro la regia non mi è parsa ispiratissima.
    Cronenberg o, con un tocco diverso, Tarantino (ma anche qualche asiatico dell’est), ad esempio, per me avrebbero tirato fuori di meglio dalla sceneggiatura e, credo, anche dagli attori.
    Il meglio lo fornisce Juno Temple col suo personaggio.

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